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Streaming e diritti d’autore: Giorgio Mondini analizza l’evoluzione del mercato musicale 

L’evoluzione tecnologica porta con sé una serie di cambiamenti musicali nel modo di produrre e fruire musica. Apre nuove frontiere, ma fa emergere anche nuove problematiche. Ne abbiamo parlato con Giorgio Mondini, name partner dello studio legale Mondini Bonora Ginevra.

Come è cambiato il mercato dei diritti d’autore con l’avvento delle nuove tecnologie?

A questo proposito occorre fare un passo indietro. Originariamente pensato per tutelare opere letterarie e artistiche tradizionali, il diritto d’autore oggi è uno strumento fondamentale nella società dell’informazione, estendendosi anche a creazioni digitali e a contenuti multimediali, oltre che alle cosiddette “creazioni utili” come software, banche dati e design. L’impatto della digitalizzazione e di Internet ha messo in crisi il modello tradizionale di tutela e distribuzione dei contenuti, soprattutto per l’industria culturale (musica, cinema e così via). Sono nati nuovi modelli di business, primo fra tutti lo streaming, che ha permesso la diffusione digitale legale dei contenuti protetti da copyright.

Con quali impatti sul mercato?

Questo processo ha accentuato gli squilibri tra creativi e industria culturale, aggravati ulteriormente dal ruolo dominante assunto dalle piattaforme digitali di distribuzione che, diventate centrali nei processi di diffusione, hanno rafforzato la propria posizione negoziale a discapito degli autori e degli artisti, soprattutto sul piano della remunerazione. Per contrastare questo squilibrio, è intervenuto recentemente anche il legislatore europeo: la Direttiva UE 2019/790 ha introdotto norme vincolanti per tutelare i creativi e ridurre il value gap (ovvero la disparità tra valore generato dalle opere e guadagni effettivamente percepiti dagli autori/artisti). Questa direttiva è stata recepita dalla normativa italiana sul diritto d’autore, rafforzando la protezione economica e contrattuale degli autori e degli artisti.

Può citare i casi più interessanti seguiti nel corso degli anni in materia di diritto d’autore in ambito audiovisivo e musicale?

Negli anni ho seguito numerosi casi in ambito entertainment, ma anche in settori come animazione, fumetti, design e architettura d’interni.

Tra i casi più rilevanti:

  • Plagio musicale: lungo contenzioso conclusosi in Cassazione che ha riconosciuto il plagio, da parte di Prince con The Most Beautiful Girl, di una canzone italiana meno nota. Gli autori italiani hanno vinto ottenendo benefici rilevanti.
  • Diritti editoriali del dottor Zivago: vicenda stragiudiziale che ha portato al rinnovo dei contratti con l’editore, dopo lunghe trattative con gli eredi di Pasternak.
  • Tutela delle proprietà Warner Bros: assistenza continuativa per la protezione dei personaggi e marchi di Batman, Superman, Harry Potter, ecc.
  • Michael Jackson vs Al Bano Carrisi: coinvolgimento in un noto caso internazionale di presunto plagio.
  • Assistenza a noti artisti e produttori fonografici in vari contenziosi, tra cui quelli riguardanti le violazioni di contratti di esclusiva tra artisti e case discografiche, molto frequenti negli anni ’80-’90.
  • Contenzioso Piero Pelù vs Litfiba: disputa complessa risolta in Cassazione con vittoria di Pelù, assistito dal mio studio, riguardante diritti connessi alla separazione artistica dal gruppo.
  • Serie TV Il Gattopardo: assistenza all’editore del romanzo per ottenere i diritti di realizzazione della serie televisiva, recentemente prodotta da Netflix, con successo nella definizione dei contratti contro uno degli eredi.

Tra i clienti figura anche la Rai: quali sono le problematiche più ricorrenti?

Ultimamente lo Studio Mondini Bonora Ginevra ha ricevuto incarichi dalla Rai per l’assistenza in diverse controversie in materia di diritto d’autore e media. Molte di queste riguardano i rapporti con gli organismi di gestione collettiva degli autori e dei produttori fonografici, in particolare in relazione all’utilizzo delle musiche impiegate nella sonorizzazione dei programmi televisivi, sia come sigle che come musiche di sottofondo. Si tratta di questioni complesse e ancora oggetto di dibattito: il nodo centrale è se gli autori delle musiche utilizzate come colonne sonore di programmi televisivi abbiano diritto o meno a ricevere un compenso aggiuntivo e separato dall’emittente televisiva, oltre a quello già percepito tramite la Siae per i diritti d’autore. Tale rivendicazione, avanzata da autori e produttori fonografici, è attualmente contestata dalla Rai e sono in corso procedimenti giudiziari volti a chiarire la questione.

Quali temi emergono rispetto al diritto d’autore con l’avvento dell’intelligenza artificiale?

Con l’avvento dell’intelligenza artificiale, sono emersi nuovi interrogativi nel campo del diritto d’autore. Il primo riguarda la tutela delle opere generate da intelligenza artificiale: si discute se tali creazioni – testi, immagini, musica – possano essere protette dal diritto d’autore, soprattutto in assenza di un apporto umano diretto. Alcuni ritengono che l’IA sia solo uno strumento nelle mani dell’utente, che resta l’autore dell’opera; altri, invece, sostengono che senza un intervento creativo umano, non si possa parlare di opera dell’ingegno. Al momento, la tendenza prevalente in Europa e negli Stati Uniti è negare tutela alle opere generate esclusivamente da questa nuova frontiera della tecnologia. Il secondo tema riguarda l’uso di opere protette per il training dell’intelligenza artificiale.

A cosa si riferisce?

I sistemi di AI si addestrano su enormi quantità di dati, spesso tratti da contenuti online protetti da copyright. Si discute quindi se questo utilizzo rientri tra le eccezioni previste – come il fair use negli Stati Uniti o il text and data mining in Europa – o se costituisca una violazione dei diritti degli autori. Su questi punti si stanno già aprendo cause importanti, come quella del New York Times contro una società di IA.

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