Sono sempre di più i marchi italiani che decidono di investire nel mercato russo. Un mercato che, con riferimento al solo comparto moda, ha messo a segno nel 2016 un turnover complessivo di circa 34 miliardi di euro e guarda con altrettanta positività anche ai prossimi anni. Ultimo in ordine cronologico, il brand del gruppo E-Land Coccinelle che ha inaugurato a novembre la sua seconda boutique monomarca nel mall Europeiskiy di Mosca. Ma non solo, perché nel corso degli ultimi dodici mesi a esportare il buon gusto italiano nel Paese ci hanno pensato anche altre maison come Fabiana Filippi, che a settembre ha tagliato il nastro del suo primo store a Mosca in via Petrovka e Moncler, che ha scelto invece i grandi magazzini del lusso Gum per aprire il suo nuovo punto vendita di ben 260 metri quadrati.
A godere di questo clima favorevole, anche il segmento delle calzature italiane. Stando a quanto emerso dai dati elaborati da Assocalzaturifici, associazione che rappresenta a livello nazionale le imprese a carattere industriale che operano nel settore calzaturiero, nei primi sette mesi del 2017 nei Paesi dell’area CSI (Comunità Stati indipendenti) l’export ha generato un aumento del 12,8% sullo stesso periodo del 2016, segnando un decisivo cambio di rotta rispetto all’ultimo triennio. “Nell’area CSI stiamo finalmente registrando una ripresa degli ordinativi”, ha detto Annarita Pilotti, presidente di Assocalzaturifici. “Qui il consumatore non smette di apprezzare la qualità e l’eccellenza della manifattura italiana. E nonostante perduri ancora un atteggiamento di prudenza, noi addetti ai lavori dobbiamo guardare con fiducia alle prossime stagioni, con la consapevolezza di una maggiore stabilità sul mercato”.
E così a rubare la scena dei due principali poli del lusso moscovita, Gum e Tsum, sono proprio le grandi griffe tricolori come Dolce&Gabbana, Valentino, Giorgio Armani, Gucci, Fendi, Ermenegildo Zegna, Bottega Veneta, Roberto Cavalli, Loro Piana, Emilio Pucci, Brioni e Sergio Rossi, che hanno deciso di omaggiare il recente anniversario di Tsum realizzando delle capsule collection ad hoc per i 110 anni del department store di Mercury Group. Complici da un lato la svalutazione del rublo e il tax free shopping che consente di detrarre il 13% legato all’Iva locale e dall’altro l’applicazione di prezzi allineati a quelli delle boutique europee, nel solo mese di gennaio, secondo il report “Flash Russia” di ITA –Agenzia ICE, le esportazioni di prodotti moda e accessori made in Italy hanno visto una crescita del 40,4%. “Il comparto moda e accessori ha coperto il 15% delle importazioni totali in Russia dall’Italia per un valore di 66 milioni di euro”, ha commentato Gianfranco Di Natale, direttore generale Smi- Sistema Moda Italia.
Mentre sempre nuovi “big” del panorama fashion italiano continuano a credere nelle potenzialità della piazza russa come Trussardi, Corneliani, sbarcato a Mosca lo scorso settembre e, che ha battezzato nei giorni scorsi in partnership con Bosco dei Ciliegi la sua prima boutique nella capitale, nuovi progetti in vista anche per il settore hôtellerie che vedrà nel 2019 l’opening di un nuovo hotel a cinque stelle firmato Bulgari a pochi metri dalla Piazza Rossa di Mosca grazie a un accordo raggiunto con l’investitore russo Alexey Bogachev.
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