C’è ottimismo tra gli investitori più facoltosi in Europa. Stando alla Private Client Survey di J.P. Morgan Private Bank, il 56% dei clienti di elevato profilo patrimoniale in Italia e quasi due terzi (59%) di quelli europei rimangono ottimisti circa le valutazioni del mercato azionario, ritenendo che le attuali condizioni segnalino la presenza di ulteriori margini di crescita per il mercato. Molti, tuttavia, restano cauti: oltre due quinti (44%) sono dell’avviso che tali livelli valutativi siano espressione di una bolla e si attendono presto una correzione.
Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina hanno continuato ad acuirsi durante l’intero 2018 e molti investitori (40%) ritengono che il rischio maggiore per i mercati emergenti provenga da una potenziale guerra commerciale globale. Altre preoccupazioni di rilievo tra gli investitori riguardano la forza del dollaro Usa (25%), il rallentamento economico della Cina (18%) e l’inasprimento della politica monetaria della Federal Reserve (17%).
Esaminando le aspettative dei clienti italiani per quanto riguarda i timori relativi ai mercati emergenti, il sondaggio ha indicato che secondo questi investitori il maggiore rischio per tali mercati è un rallentamento cinese (37%), seguito da una guerra commerciale con la Cina (31%). Al terzo posto (20%) si colloca la forza del dollaro Usa, mentre la politica restrittiva della Fed figura in fondo alla classifica (11%).
“Dai dazi doganali, all’aumento dei tassi d’interesse, ai nuovi scenari politici, nel 2018 le incertezze non sono mancate”, ha affermato Riccardo Pironti, responsabile del mercato italiano per J.P. Morgan Private Bank. “L’escalation delle tensioni commerciali rappresenta tuttora il maggiore rischio per il nostro scenario di riferimento ed è la principale preoccupazione per i nostri clienti, dal momento che una vera e propria guerra commerciale avrebbe ripercussioni probabilmente negative per le azioni su scala globale”.
Rispetto alla Private Client Survey condotta in primavera, molti investitori di elevato profilo patrimoniale sono diventati meno fiduciosi riguardo alle prospettive dei mercati azionari globali, ma parecchi continuano a ravvisare opportunità legate alla fase avanzata del ciclo. Più della metà dei clienti italiani (53%) ritiene che le materie prime saranno la classe di attivo più brillante nei prossimi 12 mesi, seguite dalle azioni (25%) e dal reddito fisso (19%). In termini settoriali, l’82% intravede le maggiori opportunità nel settore healthcare, e molti ritengono che questo settore tradizionalmente difensivo sia destinato a sovraperformare a fronte della maturazione del ciclo economico e di persistenti trend demografici quali crescita e invecchiamento della popolazione.
“A nostro avviso siamo più vicini alla fine del ciclo che al suo inizio”, ha aggiunto Pironti. “Fase avanzata non significa tuttavia fine del ciclo. Date le probabilità di un aumento della volatilità sui mercati, chi investe in un’ottica di lungo periodo dovrebbe esercitare pazienza e mantenere il proprio portafoglio adeguatamente diversificato”.
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