Da oggi 17 delle 19 banche centrali nazionali dell’area euro hanno smesso di emettere biglietti da 500 euro (proseguiranno a farlo, ma solo fino ad aprile, la banca centrale tedesca e quella austriaca). Anche se naturalmente continueranno ad avere corso legale le banconote da 500 euro circolanti, si tratta di un passo importante verso un mezzo di pagamento che secondo le autorità europee si presterebbe a favorire attività illegali.
Già nel 2013 la britannica Serious Organized Crime Agency (Soca), che gestisce i mandati internazionali d’arresto, aveva segnalato che il 90% delle banconote da 500 euro in circolazione sarebbe stato detenuto dalla criminalità organizzata o da evasori. Verosimilmente per spostare denaro o riciclarlo con facilità.
E in precedenza uno studio della Bce aveva anche chiarito che solo un terzo delle banconote da 500 sarebbe utilizzato per transazioni commerciali. Il resto avrebbe ruolo di riserva di valore detenuta fuori dal sistema delle banche.
Un fenomeno tanto rilevante da aver indotto numerosi osservatori a suggerire manovre ancora più drastiche. Ad esempio nel 2013 Bank of America Merrill Lynch dedicò alle banconote da 500 euro un report (a firma di Athanasios Vamvakidis) in cui consigliava alle autorità europee di abolirle completamente. Nell’ipotesi di lavoro di BofA Merrill Lynch si arrivava addirittura a ipotizzare il ritiro di tutte le banconote da 500 in circolazione, gesto che avrebbe ridotto la domanda di euro come riserva di valore con un effetto di svalutazione della divisa e quindi di rilancio dell’economia dell’area euro.
Il ritiro delle banconote si sarebbe configurato come una sorta di tassa sui guadagni illegali, dato che la criminalità organizzata o gli evasori, non potendo giustificare le somme di denaro in contanti non avrebbero avuto modo di restituire le banconote per la conversione.
Niente di troppo diverso da quanto avvenuto nel 1969 negli Stati Uniti, quando il presidente Nixon tolse il corso legale alle banconote da 500 dollari con lo scopo dichiarato di frenare il riciclaggio.
Vuoi ricevere le notizie di Forbes direttamente nel tuo inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .