In un periodo in cui la fiducia nell’Unione europea è ai minimi storici, il progetto di Andrea Venzon, giovane 27enne che ha fondato il primo partito pan-europeo, va sicuramente controcorrente. “Volt è la rivoluzione politica di cui l’Europa ha bisogno. In Europa, la politica è troppo frammentata. Abbiamo cercato di costruire un’Europa unita senza, parallelamente, cercare di costruire una politica europea unita”, dice. Laureato in economia aziendale e pubblica amministrazione e con un passato nel settore privato come consulente strategico, insieme alla francese Colombe Cahen-Salvador e al tedesco Damian Boeselager ha deciso di creare una nuova piattaforma politica.
“Lavorando nel settore della consulenza strategica ho cominciato ad appassionarmi sempre di più ai temi di politiche pubbliche, che mi ha portato a fare un Master alla Columbia University sulle organizzazioni pubbliche. Durante quei mesi, data la situazione politica del continente e del nostro Paese, ho deciso di fondare Volt nel marzo del 2017. Finito il Master, ho scelto di dedicarmi al progetto a tempo pieno lasciando il mio lavoro. Volevo inseguire questa idea rivoluzionaria. Mia madre e mio padre, ma anche tanti amici, erano preoccupati all’inizio”, confida a Forbes Italia Andrea, che è entrato quest’anno nella lista dei 100 Under 30 italiani.
Oggi il movimento progressista paneuropeo incentrato sui cittadini, impegnato a produrre un vero cambiamento per il miglioramento di tutte le società europee, i suoi cittadini e residenti, è presente in ogni Paese europeo e conta 11 partiti politici e 20.000 membri. Secondo Venzon, abbiamo bisogno di partiti che sappiano guardare e ragionare al di là dei propri confini nazionali, per fronteggiare sfide che vanno ben oltre i confini nazionali, come la disoccupazione, l’immigrazione o il cambiamento climatico.
In Italia, poi, la politica ha altre grosse carenze. “I grandi assenti, a mio parere, sono un dibattito costruttivo e soluzioni vere. In questo senso, Volt si propone come primo e principale obiettivo di proporre soluzioni concrete ascoltando i veri problemi degli italiani. Al tempo stesso, Volt vuole costruire un partito che guardi al futuro; che si impegni ad affrontare, e non a nascondere sotto il tappeto, le sfide che stanno ridisegnando la nostra società”. Proprio per questo Volt vuole ripartire dal fare politica a livello locale. Ci sono squadre già in 50 Comuni. La maggior parte di questi team si incontra settimanalmente, discute, organizza. “Sono loro il nostro motore per la raccolta firme, e per riavvicinare i giovani e meno giovani alla politica”.
E per fare ciò non manca l’approccio moderno alla tecnologia. “Utilizziamo gruppi Facebook, Whatsapp e Telegram per chi vuole partecipare a discussioni online e ad eventi locali ma può dedicare solo poche ore alla settimana. Per i volontari che si impegnano a lavorare più ore alla settimana esiste poi un secondo livello di comunicazione: la nostra piattaforma interna, dove discutiamo e coordiniamo le attività di partito. La nostra tecnologia non è ancora sofisticata, ma sicuramente evolverà col tempo”.
Sembrano tanti quindi i punti di contatto con un altro movimento nato “dal basso” qualche anno fa, il Movimento 5 Stelle, che ha trovato in Rousseau, la piazza digitale per una democrazia più diretta. “Noi, a differenze loro, badiamo molto alle competenze e ai nostri valori di stampo progressista. Abbiamo un ufficio risorse umane che cerca di usare al meglio le conoscenze dei nostri volontari, e avere esperti di economia che si occupano di economia, esperti di tecnologia che si occupano di tecnologia, e così via. Siamo un’organizzazione trasparente e democratica. La nostra forza è basata sulla nostra legittimità”.
Insomma, per Andrea l’aspirazione più grande è contribuire a dare una svolta a all’Europa, e al nostro Paese. “Non vorrei un giorno guardarmi indietro, e pensare: ‘mentre l’Europa e l’Italia andavano allo sfascio, tu dov’eri?’. Fare politica ha tanti svantaggi, ma è anche il modo migliore per realizzare quest’aspirazione. Il primo passo è offrire un’alternativa politica in cui si possa ricominciare a discutere da forti ideali condivisi, e si arrivi a fare proposte costruttive. Ho creato Volt proprio perché credo che nei momenti difficili sia necessario alzarsi in piedi e battersi per quello in cui si crede”.
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