La vera ricchezza della Toscana, oltre alle architetture di un glorioso passato e alla natura “plasmata da Dio e pettinata dagli uomini”, vive nella straordinaria capacità manifatturiera che, tramandata di generazione in generazione, conserva inalterati i valori della tradizione nella sua declinazione contemporanea. È uno spunto di riflessione che si afferma in un unicum quale le Sette Meraviglie della Toscana, che è poi il titolo di una mostra nell’area della Polveriera, alla Fortezza da Basso dal 24 aprile al 1 maggio, in occasione del MIDA 2019.
Forse non è un caso che tutto questo accada in concomitanza con le celebrazioni mondiali del 500° anniversario della scomparsa di Leonardo da Vinci, che racchiude in sé anche la candidatura di Firenze a Città creativa Unesco per l’artigianato. Obiettivo il rilancio del “bello e fatto a mano”, interamente Made in Italy, volto alla valorizzazione delle lavorazioni dal vivo. Uno spunto, dicevamo, che trova eco nella selezione di questi gioielli toscani, curata da Federica Rotondo della società Once, leader nell’ideazione e organizzazione di eventi, che si è dedicata alla ricerca di queste autentiche eccellenze di un territorio che il mondo ama.
Il Marmo è il principe degli elementi. Estratto direttamente dal cuore delle Alpi Apuane, là dove Michelangelo selezionava i blocchi per i propri capolavori e dove da sessant’anni è impegnata nell’attività di estrazione la SA.GE.VAN MARMI. Nata dalla fusione di Gemignani e Vanelli Marmi, la società (31,5 milioni di fatturato nel 2017, con un utile di 11) è considerata nel settore come punta di diamante per quanto riguarda le realizzazioni in statuario, calacatta, paonazzo e paonazzetto, oltre ai classici marmi di Carrara. La versatilità delle lavorazioni la porta ad abbracciare sia il settore architettonico con la produzione di rivestimenti, pavimenti e finiture speciali, sia il settore artistico e ornamentale, nonché quello dedito al design contemporaneo, come testimonia un intero salotto in marmo. Design e artisti d’eccezione che si sono affidati a SA.GE.VAN sono, tra gli altri, Alessandro Mendini, Luciano Massari, Corinna Natalia Balloni, Natascia Bascherini. (www.sagevanmarmi.com).
Pietrasanta, la “piccola Atene”, si è affermata negli anni 70 per le lavorazioni del Bronzo che all’alba del nuovo Millennio è tornato a esercitare il proprio ruolo di re. Qui opera un’azienda iconica a livello internazionale, specializzata nell’utilizzo della tecnica a cera persa (utilizzata dagli antichi Greci, dagli Etruschi e dai Romani), la Fonderia d’Arte Massimo Del Chiaro, fondata nel 1948, che gode di alta reputazione per la qualità e l’accuratezza nell’eseguire capolavori d’arte. All’interno di uno spazio produttivo di 7.000 mq vengono realizzate sculture, di qualsiasi misura, partendo dall’idea che l’artista presenta con disegno o fotografia. Tra i grandi artisti che si sono rivolti a Del Chiaro ci sono Giuseppe Penone, Fernando Botero, Igor Mitoraj. Ed è uno spettacolo poter ammirare la nascita di opere monumentali, come quelle che caratterizzano anche lo stesso percorso dell’Aurelia nel tratto pietrasantino. (www.delchiaro.com).
C’è una roccia sedimentaria candida, lavorata ancora oggi con antiche tecniche a Volterra: l’alabastro. Qui, nel cuore etrusco della Toscana, mantiene inalterato il proprio fascino l’unico esempio di bottega artigiana di scultura alabastrina: Alab’Arte. Il laboratorio-bottega dei poeti-artigiani Roberto Chiti e Giorgio Finazzo, due-soci-due, la cui caratteristica e tratto distintivo, rimane anche nel 2019 la pura manualità. Pezzi unici, irripetibili nei particolari. E’ una realtà protagonista di importanti restauri, come quello del Ciborio del ‘600 conservato nel Duomo di Potenza. E significativo è l’elenco degli artisti contemporanei che rilanciano a livello internazionale questa capacità manuale, comeChen Zhen, Tacita Dean, Anish Kapoor, Nari Ward, Sislej Xhafa, Giulio Paolini. (www.alabarte.com).
Dal cuore del Mugello si tramanda da secoli la tradizione di ferri taglienti. La produzione di coltelli, forbici e armi da taglio è rigorosamente artigianale e Coltellerie Berti dal 1895 segue il principio del “Chi lo inizia, lo finisce”. Ciascun pezzo è infatti realizzato da un singolo artigiano. La Toscana rappresenta l’ultimo baluardo, l’unica regione che ha saputo preservare la tradizione coltellinaia, accogliendo modelli caratteristici di altre regioni andati persi a seguito della progressiva cessazione di produzione dovuta al processo di industrializzazione. E all’interno dell’azienda è possibile riscoprire come, nel corso dei secoli, da pugnali e spade (con molte committenze estere) si sia arrivati ai coltelli di design di ultima generazione. (www.coltellerieberti.it).
Le Manifatture del Sigaro Toscano rappresentano una storia tutta italiana lunga oltre duecento anni, che ha portato avanti con successo una strategia fatta di vocazione industriale, diversificazione e internazionalizzazione, senza rinnegare la tradizione territoriale. Una lavorazione, tra l’altro, quasi tutta al femminile se si considera che le Sigaraie sono le ultime custodi di un sapere tramandato a voce: furono loro, storicamente, a imporre i primi asili nelle fabbriche dove spesso lavoravano madre e figlia e la crescita dei piccoli era un problema di difficile soluzione. Venendo a tempi recenti è importante segnalare che gli stabilimenti sono tre (Lucca, Foiano della Chiana e Cava dei Tirreni) e portano avanti la tradizione dello “stortignaccolo” amato da Mario Soldati, imposto sul set a Clint Eastwood per quanto apprezzato sin dai tempi di Murat. (www.manifatturesigarotoscano.it).
Pochi sanno che la Doratura dei capolavori di tutto il mondo nasce in area fiorentina, dove brilla (è il caso di dirlo) l’attività che la Giusto Manetti Battiloro porta avanti dal 1600. Quindici generazioni hanno prodotto e continuano a produrre la foglia d’oro e d’argento vero della miglior qualità, seguendo metodi e tradizioni antiche ma utilizzando strutture e tecnologie tra le più all’avanguardia. Da Parigi a Hong Kong, attraversando New York, Londra, Gerusalemme e Mosca, la foglia Giusto Manetti Battiloro splende sui più importanti monumenti del mondo (Rockefeller Centre, Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Reggia di Versailles). Molteplici le collaborazioni nei settori dell’artigianato, dell’arte, dell’interior design e dell’editoria fino ad arrivare all’estetica e all’enogastronomia. (www.manetti.com).
Celebre per le proprie ceramiche, Montelupo Fiorentino è il fulcro di un centro di produzione di livello mondiale che, dal 1400, è rinomato per l’arte della maiolica (ceramica smaltata). Attraverso percorsi tematici, che seguono rotte diverse e incrociano storie di uomini, costume, scienza ed economia, il Museo della Ceramica raccoglie e conserva i passaggi produttivi, le tecniche e gli stili dei differenti artigiani del territorio. Tanti, forse troppi, per essere citati singolarmente. Perché qui, nell’Empolese, vivono le esperienze di famiglie che sul manufatto hanno costruito messaggi di bellezza capaci di conquistare Corti e Imperi. (www.museomontelupo.it).
Non è possibile parlare di Toscana senza far riferimento all’arte florovivaistica che, nel contesto di queste Sette Meraviglie, abbraccerà idealmente l’area della Polveriera. Qui L’Arte del Giardino in collaborazione con il paesaggista Alberto Giuntoli – presidente della Società Toscana di Orticoltura -, hanno ideato un percorso “elementale” costituito da olivi allevati a vaso toscano, cipressi, azalee fiorentine, limoni governati alla toscana, rose, alloro, bosso, pennisetum, miscanthus ed erbacee perenni. (www.artedelgiardino.biz).
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .