di Giuliana Gagliardi
Dinamismo, fantasia, professionalità: una carta vincente che reca la firma dello Studio Ciarmoli Queda, designer fra i più quotati nel mondo dell’arredamento destinato ad ambienti esclusivi. Dinamismo nella ricerca instancabile di materiali unici e durevoli, fantasia nell’assemblare forme e colori, riempire spazi e creare emozioni, professionalità per garantire un lavoro inalterabile, facilmente gestibile e in perfetta armonia con le richieste e le esigenze dei clienti.
Simone e Miguel, i due titolari dello Studio, ci concedono un’intervista esclusiva, beatamente accomodati all’interno della lussuosa pasticceria Marchesi, locale storico nella Galleria di Milano, un esempio di condivisione fra l’eleganza del passato e i gusti della contemporaneità.
I cocktail che beviamo (assolutamente analcolici) ci vengono serviti in cristalli dal design moderno, sono una scelta dei nostri ospiti, in sintonia con il mestiere di ricercatori dell’innovazione all’interno di contesti tradizionali che si ripropone anche nei momenti di relax.
Il “nostro viaggio” in “direzione Kempinski” è lungo. Parte dal 2009 quando due giovani designer aprono lo studio a Milano, unendo l’arte di Simone Ciarmoli, lombardo, con la competenza maturata da Miguel Queda, portoghese di Lisbona, venuto in Italia per frequentare un master alla Marangoni ed esperto nel settore dei tessuti, con un occhio speciale per il dettaglio e la qualità.
Simone, invece, sa trasformare la fantasia di un grande designer in un prodotto perfetto a 360 gradi. Poi, ci mette il cuore e da designer diventa un artista a tutti gli effetti.
Il sodalizio è animato dalla curiosità di trasformare un concept in realtà con la passione per le materie, i colori e la forma che deve essere funzionale e facilmente gestibile.
Competenza e professionalità li hanno fatti incontrare grazie a collaborazioni pregresse, a spot, per nomi importanti come Swarovski e Veuve Clicquot.
Il ritmo di marcia si velocizza quando arriva il primo incarico importante: ridisegnare gli interni di un 102 piedi costruito dal cantiere nautico Numarine, MY Caramel, con base a Istanbul.
Ciarmoli e Queda vengono chiamati dall’armatore in persona per creare un interior ad hoc – chiavi in mano – e fare il follow up della produzione che prevedeva molte forniture realizzate in Italia.
Oggi, i loro nomi hanno una marcia in più, legata all’Expo di Dubai 2020 per cui si sono aggiudicati – fra decine di concorrenti – l’allestimento degli interni dell’hotel Kempinski che aprirà i battenti a Business Bay di Dubai. La scelta è arrivata da Emerald Palace Group, partner strategico di Kempinski Hotels S.A.
L’immensa struttura sarà la meta preferita di una clientela super ricercata: imprenditori, uomini politici, sportivi, artisti, personaggi dell’alta società con molti soldi in tasca e capricci da soddisfare.
Si tratta di un progetto da milioni di dollari la cui realizzazione prevede l’uso di materiali pregiatissimi e rari, scelti con estrema accuratezza dai due titolari dello Studio. L’imponenza architettonica dell’edificio si affiancherà alle altre costruzioni situate all’interno del Central Business District, famoso polo attrattivo per uomini d’affari e turisti. L’hotel che, oltre al piano terra e quattro livelli di podium si eleverà su venti piani, disporrà di 270 camere, fra cui otto suite di ampia metratura e una suite presidenziale. Due ristoranti, una Spa, una palestra e una piscina, più sale riunioni, completano l’offerta di ciò che rimarrà, dopo l’expo, come una delle realizzazioni italiane più lussuose per questo evento.
Un’altra vittoria del lusso Made in Italy che, in questi ultimi anni, è in vetta alle preferenze negli Emirati Arabi Uniti. Scelte che privilegiano la ricerca del bello e del funzionale in un contesto che non vuole rinunciare alla tradizione. Simone Ciarmoli, designer fra i più quotati al mondo è in pole position nelle preferenze di una clientela di altissimo livello che esige un lusso inattaccabile nel tempo.
“Lusso significa, soprattutto, ciò che perdura – afferma – che si può riparare, che non compromette l’ambiente e chi ci vive. Il vero lusso non produce scarti, non inquina e deve rimanere, nel tempo, facilmente gestibile”.
Alla prossima Expo di Dubai, l’arredo dell’hotel pluristellato si preannuncia come una delle meraviglie di questo evento. “Qualcosa che durerà per sempre e che segnerà la stilizzazione di altre opere che, dagli UAE, disegneranno la nuova mappa del lusso nei mercati emergenti”.
Dedicato a una clientela business, l’hotel avrà anche un occhio di riguardo verso il leisure con aree dedicate. Ispirato concettualmente alla cultura nomade dei beduini, lo stile è a cavallo fra tradizione e futuro.
“Ispirazioni dalla tradizione del Rinascimento italiano all’arte del ‘900 – afferma Ciarmoli – dal design di Jean Michel Frank al lavoro fotografico di Polidori per la reggia di Versailles. Il futuro sta nell’utilizzo dei materiali e delle tecnologie. La sempre più forte attenzione e rispetto verso materie prime che devono essere sostenibili”.
Questo lavoro è vissuto con la cura che si riserva a una persona da coccolare e abbigliare in modo speciale.
La scelta delle materie prime deriva dalla consapevolezza di non dover deturpare l’ambiente. La maggior parte dei materiali utilizzati proviene dall’Italia come, ad esempio, il marmo di Carrara che è stato selezionato blocco dopo blocco, personalmente dallo Studio. I criteri di scelta sono stati la purezza, il colore e lo sviluppo del taglio. Gli stessi che adottava Michelangelo, “cliente” fra i più assidui delle cave toscane.
I pochi mesi che ci separano dall’inaugurazione dell’Expo 2020, sono caratterizzati da un fervore inusuale e i lavori del Kempinski, così come per tutte le altre realizzazioni a Dubai, procedono a ritmi vorticosi.
“Siamo al quattordicesimo piano. Sono in fase di allestimento anche le camere “mock up” e in Italia siamo in fase di prototipizzazione dei singoli mobili. Ogni singolo pezzo viene controllato dallo studio nella sua finitura grezza, prima di essere realizzato con i materiali prescelti”.
L’esperienza dello studio maturata nel fashion ha favorito un approccio progettuale con l’inserimento di elementi unici.
Ne è un esempio “La lobby: il suo spazio verticale è attraversato da due monoliti in marmo bianco di Carrara che la adornano in maniera elegante per rendere unico quel momento transitorio di passaggio della clientela o dell’attesa”.
Realizzazioni in cui fantasia e tecnologia devono affiancarsi in modo indissolubile, a metà strada fra volontà del cliente e professionalità.
“Il cliente ha scelto e abbracciato immediatamente lo stile dello Studio Ciarmoli Queda – dicono Simone e Miguel – definito sofisticato, con un approccio intimista e con le sue specificità come l’uso del legno (sempre certificato e sostenibile) in abbinamento con il tessuto. Ne derivano superfici continue che alternano diversi materiali con una palette di cromie, ispirate a una sensazione di comfort e contemporaneità”.
Una parte di rilievo spetta ai tessuti che, negli allestimenti destinati a questi paesi, hanno sempre costituito un esempio di preziosità e sfarzo.
“(I tessuti) sono tutti certificati e contract. Ad esempio, la “pelle ecologica”.
La provenienza è europea e la produzione reca i marchi della Francia e dell’Italia, nella zona del comasco. Qui la tradizione tessile ha ancora artigiani esperti al servizio dell’industria. I tessuti per il contract necessitano di speciali certificazioni e noi abbiamo cercato di non compromettere il design lavorando con jacquard e tessuti con filati riflettenti per creare effetti seducenti. Anche le carte da parati sono realizzate con filati idonei per creare effetti unici e tridimensionali”.
Al taglio del nastro quali nuovi progetti firmati Ciarmoli Queda?
“I progetti non mancano. Al momento sono in corso trattative per un importante progetto in Arabia Saudita, a cavallo tra tradizione e futuro, un nomadismo eclettico per una clientela sempre più esigente”.
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