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Stefano Barrese e l’Italia migliore vista attraverso 120 imprese vincenti

Estratto dall’articolo di copertina del numero di settembre di Forbes. Scopri l’intervista completa in edicola. Abbonati.

Stefano Barrese, responsabile divisione Banca dei territori Intesa Sanpaolo

Rappresentano l’ossatura del nostro sistema produttivo. Sono 120 imprese che hanno creato un modello di business vincente, capaci di puntare su un insieme di strategie innovative. Sono state selezionate da Bain & Company, Elite di Borsa Italiana e Gambero Rosso. Chi ha voluto fortemente Imprese Vincenti è Stefano Barrese, responsabile della divisione Banca dei territori di Intesa Sanpaolo. Forbes lo ha intervistato.

Dalle 120 imprese selezionate da Gambero Rosso, Bain & Company ed Elite di Borsa Italiana in un panel di duemila che si erano autocandidate, emerge un quadro di un’Italia straordinaria che produce, esporta, crea lavoro e occasioni. Ma ha anche rispetto per l’ambiente, ambizioni per l’innovazione e fiducia nei propri collaboratori. Operano tutte nei settori food & beverage, moda e design, industria e servizi. Alcune sono notissime, altre semi sconosciute, ma tutte definite vincenti perché possono contare su caratteristiche di eccellenza: sono economicamente solide e in crescita da tre esercizi consecutivi, con un numero di dipendenti non in diminuzione e indici di redditività positivi. Il regista di questa iniziativa di screening del sistema produttivo italiano è Stefano Barrese, responsabile della divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo. Ecco perché lo ha fatto, come lo ha fatto e perché vuole rifarlo. [… ]

Capitale, progetto, finanza innovativa, tecnologia, internazionalizzazione, sburocratizzazione: di cosa hanno più bisogno oggi le imprese italiane?

I bisogni delle aziende sono moltissimi, ma la crescita rimane uno dei fattori importanti per lo sviluppo delle nostre imprese. Con Imprese Vincenti abbiamo avuto conferma della potenzialità di crescita delle pmi italiane. La riduzione del debito pubblico per facilitare la crescita rappresenta una condizione necessaria e sufficiente per tutte quelle aziende più deboli ma che potrebbero crescere laddove migliorassero alcune condizioni strutturali. Si tratta di influenzare positivamente le scelte degli imprenditori.

Quanto contano i manager?

Questo è un tema strategico, cha ha a che fare con la struttura tipica della nostra piccola e media impresa da un lato, e con la formazione dall’altro. La capacità di un’azienda di mantenere il giusto equilibrio tra la struttura originaria – spesso la famiglia di seconda o terza generazione rispetto al fondatore – e un’organizzazione manageriale in cui competenze e strategie si alimentano di formazione, ricerca, partnership, trova la sua più rappresentativa chiave di successo proprio nelle pmi che abbiamo esaminato. Nel programma Imprese Vincenti abbiamo incontrato aziende in cui il passaggio generazionale era già avvenuto: l’ingresso delle nuove generazioni è sempre stato portatore di strategie di diversificazione, di marketing innovativo e di una maggiore attenzione al digitale. Insomma l’ingresso delle nuove generazioni di manager o di proprietari in azienda ha consentito l’evoluzione da imprese fondate esclusivamente sulla qualità del prodotto ad aziende con piani di espansione e di crescita anche su altri mercati.

BHeroes

Dopo questa esperienza che idea si è fatto del mondo produttivo italiano?

Abbiamo punti di forza che forse non immaginiamo, ad esempio la creatività e la resilienza delle nostre imprese, la loro capacità di affrontare e superare le difficoltà che si presentano nei diversi momenti di scenario economico. E soprattutto la ricchezza dei diversi territori. Pensiamo a quanti distretti industriali di eccellenza abbiamo, dalla meccanica, all’agro-alimentare, al legno-arredo, alla concia, ogni territorio presenta un tessuto produttivo che sa coniugare la tradizione con l’innovazione. Il sistema delle filiere e dei distretti è inoltre un valore tutto italiano, che aiuta lo sviluppo dei territori e facilita concentrazione di competenze e di eccellenze. Abbiamo constatato con Imprese Vincenti quanto sia importante il legame delle imprese con il territorio, con la tradizione e con i distretti di riferimento. Siamo però lontani dai paesi dell’area Euro per quanto riguarda la spesa del sistema Italia in R&S e un terzo delle nostre imprese presenta basse competenze digitali. Ciò nonostante l’Italia è tra i primi 20 paesi al mondo specializzati per settori ad alta tecnologia e si pone al 14esimo posto tra i paesi brevettatori.

Come pensate di attivare le imprese non ancora vincenti?

Stiamo sempre più mettendo a fuoco un nucleo di imprese che spiccano grazie alle strategie evolute messe in atto. Sono imprese femminili, startup, piccole e medie aziende di filiera. Queste imprese hanno potenzialità e valorizzano competenze e talenti, raggiungendo risultati impensabili. Oltre a Imprese Vincenti, più trasversale a tutti i tipi di imprenditoria e di eccellenza del made in Italy, abbiamo altri due programmi di valorizzazione delle nostre imprese: Woman Value Company, in collaborazione con Fondazione Bellisario, per l’imprenditoria femminile, che quest’anno è arrivata alla sua terza edizione, e BHeroes (vedi box a pag 28), per la nuova imprenditoria, che ha visto quest’anno la sua seconda edizione. Ed abbiamo appena lanciato anche un programma al femminile con Elite.

LARGO ALLE DONNE

Il Premio Women Value Company-Intesa Sanpaolo, istituito dalla Fondazione Marisa Bellisario in collaborazione con Intesa Sanpaolo, ha l’obiettivo di coinvolgere le imprese italiane in un percorso di empowerment femminile e di dare visibilità alle pratiche più virtuose e innovative. Il successo dell’iniziativa è certificato dai numeri: 459 le imprese che si sono autocandidate nel 2019, 86 quelle che hanno superato la selezione.

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