Parigi. Nella capitale francese percorsa dalle prime “feuilles mortes” come cantava Ive Montand, si è tenuto l’Innovation Day 2019 organizzato da Huawei con 400 delegati tra cui stakeolder, matematici, sviluppatori di algoritmi e figure politiche di rilievo europeo.
E mentre il Presidente Emmanuel Macron firmava accordi in Cina con Mr Xi su vari scenari economici, qui a Parigi Mr William Xu, director of the Board Huawei e president of the Institute of Strategic parlava degli investimenti che l’azienda cinese da 188.000 addetti, di cui una gran parte ingegneri, sta facendo nel mercato europeo, nel settore della ricerca e della diffusione dell’Intelligenza Artificiale e delle tecnologie 5G.
Nelle pause caffè i delegati aggrappati agli smartphone seguivano le news relative alla nota diatriba Casa Bianca-Huawei che nelle ultime ore sembrerebbe avviarsi ad una soluzione win-win, soprattutto per le aziende Usa che stanno già prenotando a centinaia i sofisticati servizi 5G del gruppo cinese, essenziali per abilitare mercati nuovissimi come auto e truck a guida autonoma, telemedicina, smartcity, intrattenimento, a cominciare dai mega eventi sportivi.
Mister Xu ha fatto cenno a scenari ormai vicini eppure fantascientifici solo fino a ieri: “Nuove generazioni di PC quantici o fotonici che elaborano i dati ad una velocità grandiosa aiutando gli uomini nella ricerca”.
E’ onesto da parte nostra ricordare che queste nuove tecnologie, accoppiate ai robot, vanno regolamentate in maniera severa affinché non si avveri la terribile profezia di Steven Hawking: “Il completo controllo dell’Intelligenza Artificiale da parte delle macchine potrebbe significare la fine del genere umano”. Siamo avvertiti.
Passando ai numeri, lo studio presentato da Oxford Economics calcola in 12,8 miliardi di euro il contributo apportato da Huawei sul GDP europeo nel corso del 2018, con una crescita nel quadriennio 2014-2018 del 19%.
I posti di lavoro supportati nello scorso anno ammontano a 169.700 con 2.400 figure impegnate nell’area ricerca e sviluppo. Purtroppo l’Italia è uno dei mercati che registra un impatto minore ma allo stesso tempo è il Paese dove la diffusione degli smartphone dell’azienda ha avuto un successo pieno. Se in UK sono atterrati 3 miliardi di euro con 41.400 posti di lavoro, in Italia siamo a 805 milioni con 11.400 posti. Stiamo meglio della Spagna che fa 580 milioni con 8.000 addetti, ma peggio della Francia che totalizza 1,2 miliardi con 12.200 addetti.
Ma lo scenario si appresta a cambiare a causa della “tagliola Brexit”.
Le grandi aziende, negli ultimi mesi, stanno spostando gli eventi internazionali – e quindi i capitali investiti – da Londra a Parigi a Madrid a Milano tale è l’aria di spaesamento ed incertezza che si respira in UK.
Sul palco parigino si sono alternati rappresentanti del Parlamento UE come Josianne Cutajar, che sottolinea la necessità di impedire monopoli tecnologici e salvaguardare la privacy dei cittadini sempre più a rischio e matematici di statura come Mérouane Debbah che col il suo team di lavoro collegato alle migliori Università sta sviluppando Intelligenza Artificiale e Algoritmi destinati a cambiare le logiche con cui le imprese approcciano i consumatori.
Debbah ha anche aperto uno scenario che va oltre il 5G parlando del 6G che dal 2030 dovrebbe entrare nella nostra digital life.
Sarà quello il punto di svolta in cui la società e la nostra economia passeranno dalla connessione tra oggetti IoT (Internet of Things), alla connessione tra varie Intelligenze con effetti disruptive davvero poderosi.
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