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Macron spiega a Forbes la sua idea di Paese “aperto alla disruption”

Macron alla Humboldt University di Berlino.

Il direttore di Forbes, Randall Lane e il cronista Parmy Olson hanno intervistato il presidente francese Emmanuel Macron come parte della cover story di Olson sul rinascimento imprenditoriale della Francia. Di seguito riportiamo la trascrizione completa dell’intervista. Tra i passaggi più rilevanti, quello in cui Macron ha dichiarato – per la prima volta, secondo fonti dell’ufficio presidenziale – che l’anno prossimo intende abrogare la famigerata “exit tax” , che colpisce con un’aliquota del 30% gli imprenditori che scelgono di portare denaro o beni al di fuori della Francia. L’intervista è avvenuta prima della visita di Stato di Macron negli Stati Uniti, il 13 aprile 2018.

Randall Lane: Abbiamo passato molto in tempo in Francia, anche nel campus di Station F. Parmy ha parlato a molti imprenditori locali. L’ho vista a Davos, e tra le cose di cui ha parlato c’era l’idea di passare a un sistema che ponga maggiormente l’accento sul capitale, sui tagli alle tasse e sull’apertura invece che, ad esempio, sull’assicurare o sostenere artificialmente l’occupazione. Ha anche parlato di come la sinistra e la destra francesi siano tradizionalmente resistenti al cambiamento. Quindi come sta favorendo il cambiamento in questo momento?

Presidente Macron: Guardi, la prima cosa che voglio ottenere col mio mandato – sono stato molto chiaro su questo punto con i francesi prima delle elezioni – è proprio una grande trasformazione. Perché, come ho spiegato alla mia gente, siamo all’inizio di un’enorme trasformazione globale dovuta al cambiamento digitale, alla disruption digitale, e ora all’emergere dell’intelligenza artificiale. Vogliamo ricoprire un ruolo attivo in questo cambiamento globale ed è per questo che, ad esempio, due settimane fa abbiamo organizzato una grande conferenza sull’intelligenza artificiale. Anche il passaggio al “green” provoca enormi cambiamenti in termini di consumi, investimenti e produzione. Entrambi guidano un cambio di paradigma del modo in cui le persone producono, consumano, si organizzano e pensano.

La copertina di Forbes con Emmanuel Macron.

Per tre o quattro decenni in Francia, le persone hanno reagito a tutto questo sostenendo che avrebbero resistito. Sia i partiti di destra sia quelli di sinistra di fatto hanno detto al popolo che l’avrebbero protetto dai cambiamenti. Penso di aver convinto i francesi del contrario, e sto ancora lavorando per poter dire “ecco, il cambiamento è arrivato”. Il punto è come abbracciare questo cambiamento ed esserne orgogliosi. E cioè attrarre il massimo degli investimenti, creare il massimo di posti di lavoro, essere uno dei leader di questo nuovo mondo, nel settore ambientale e digitale: ma per farlo dobbiamo riformare e trasformare in profondità, anche i settori tradizionali dell’economia. Voglio dire, l’agricoltura, l’industria e i servizi stanno già venendo totalmente rivoluzionati, quindi è necessario essere chiari su dove investire, come fare le giuste riforme e quale tipo di protezione fornire alla popolazione. Il cambio di rotta fondamentale che propongo è spiegare ai francesi: la migliore protezione non è proteggerti dal cambiamento. Perché succederà. Molti promettono ai cittadini francesi: “Ti proteggerò dagli effetti collaterali di Uber o Airbnb”, ma queste aziende sono qui e i consumatori le adorano anche se mettono a repentaglio molti posti di lavoro…

Lane: Ma hanno anche creato posti di lavoro.

Macron: Sì, hanno creato anche molti lavori! Ma per i “vecchi lavori” la migliore protezione non è dire “resisteremo”. No. Si tratta di dire: “Voglio offrirti una protezione. E questa protezione individuale è fatta di aggiornamento e riqualificazione”. E per me questo è l’ombrello generale. In due parole, si parla di maggiore flessibilità e accelerazione nell’economia, un approccio favorevole alle imprese e un’adeguata protezione per le persone e i cittadini investendo massicciamente nell’istruzione e nella formazione professionale. Perché questa è la vera protezione. Se il tuo settore è sconvolto da un nuovo player, la migliore protezione che posso fornirti è di riqualificarti, per andare altrove e inventare il tuo nuovo futuro.

Lane: Questo ha perfettamente senso. Il problema, naturalmente, è che si affrontano decenni di storia radicata, specialmente per quanto riguarda i sindacati. Il presidente Sarkozy e il presidente Hollande, come ben sa, hanno parlato anche di riforme e alla fine hanno dovuto affrontare diversi ostacoli coi sindacati. Quindi, in che modo sarà diverso questa volta?

Macron: La prima riforma che abbiamo approvato è stata la più importante per il mercato del lavoro. E l’idea di questa riforma era fondamentalmente quella di sopprimere molti dei regolamenti stabiliti dalla legge a livello nazionale per creare maggiore flessibilità e rimettere tante cose al livello di settore o a quello aziendale. E questo nuovo decentramento in termini di decisione ha completamente cambiato la relazione con i sindacati, mettendo sul tavolo fin dall’inizio i temi chiave della discussione con i loro rappresentanti. Che è il modo migliore per raggiungere un compromesso e ridurre la capacità di alcuni sindacati di bloccare la riforma del mercato del lavoro.

Ora stiamo affrontando una nuova serie di opposizioni a causa della riforma del nostro sistema ferroviario, per la riforma dei servizi pubblici, e così via. Ma le affronteremo. L’unico modo in cui procedere, secondo me, è spiegare ai francesi che faremo queste riforme, senza alcun dubbio. Non vogliamo aprire il vaso di Pandora: resteremo calmi e spiegheremo che se ci prendiamo il tempo richiesto, porteremo a termine queste riforme. Forse alcuni sindacati pianificheranno scioperi per settimane o mesi. Dobbiamo organizzarci. Ma non abbandonerò o sminuirò lo scopo della riforma perché non c’è altra scelta.

Parmy Olson: Signor presidente, dopo aver parlato con molte startup, anche alla Station F, ho appreso che sono molto contente delle riforme che state facendo e gli sembra che la Francia si sta muovendo verso un futuro più business-friendly. Tuttavia, ci sono dubbi sul fatto che la sua amministrazione sarà veramente diversa dalle precedenti nel fare le veci delle startup con modelli di business dirompenti – ha menzionato Uber e il ride sharing poco fa – rispetto alle grandi industrie tradizionali. In che misura le startup possono essere fiduciose di avere le spalle coperte nel loro tentativo di diffondere questi nuovi modelli?

Macron: Guardi, penso che la nuova generazione di startup che abbiamo al momento sia molto più compatibile con i player storici. Creano un’enorme accelerazione nel business. Se si guardano le startup del settore ambiente, assistenza sanitaria e così via, si tratta di grandi acceleratori per i business classici, che non si trovano in una situazione tale da poter bloccare queste attività. In alcuni settori, ad esempio nella mobilità – se parli di Uber contro i tassisti, se prendi Airbnb contro le catene alberghiere – ci possono essere conflitti. E il modo migliore è affrontare direttamente questi potenziali conflitti. E questa è per me una scelta politica. Non è qualcosa da trattare con l’amministrazione. Questa per me è una decisione politica.

Voglio che il mio Paese sia aperto alla disruption e a questi nuovi modelli. Quindi porterò questo concetto alla prova dei fatti. La mia opinione è che oggi, dal momento che abbiamo definito una strategia molto chiara per il Paese, la vita sia molto più facile per loro. Ad esempio, se ti trovi in un Paese in cui il punto di vista sul cambiamento climatico non è chiaro, per molte startup è un vero problema. Perché quando, per esempio, ci sono molte centrali a carbone, troppe aziende che assemblano vestiti o componenti elettronici, l’innovazione potrebbe venirne rallentata.

Ho deciso un piano molto chiaro, ho preso un forte impegno con uno slogan: “Make our planet great again”. Abbiamo attirato un buon numero di nuove startup dall’estero e anche le startup francesi stanno innovando e mettendo a repentaglio grandi aziende come EDF. Ma sono tranquillo. E ho detto a EDF che dovrebbe investire in queste startup. Probabilmente vi spazzeranno via, quindi il modo migliore di procedere è diventare loro partner. La mentalità di molte big dell’industria francese sta cambiando.

Donald Trump, Melania Trump ed Emmanuel Macron nel giardino della Casa Bianca.

Olson: Sembra che sia una necessità.

Macron: Non c’è altra scelta. Per fare un esempio concreto, ho quattro centrali a carbone nel mio Paese. Ho deciso di chiuderle. Uniper ed EDF, compagnie molto tradizionali, hanno fatto parecchia resistenza. Ma ho deciso fin dall’inizio di chiarire oltre ogni dubbio che le avremmo chiuse. Ho detto loro: “Vi aiuteremo a chiuderle, ma le chiuderemo. Non ci sono altre opzioni”. Per cui aiutare i “vecchi” ad accelerare e ad abbracciare la rivoluzione verde è il modo migliore di guardare avanti.

Lane: Negli Stati Uniti è stato notato il suo appello agli imprenditori della tecnologia verde, definendo la Francia aperta agli affari. E’ stato effettivamente in grado di monitorare le attività reali del settore, o si è trattato più che altro di un messaggio?

Macron: No, abbiamo attratto molti imprenditori e ricercatori attraverso questo programma. A proposito, a dicembre a Station F ho ricevuto i migliori vincitori di questo programma. Abbiamo accolto persone provenienti dagli Stati Uniti, dall’India, dall’Australia… Questo è molto positivo, ma ha anche fornito la migliore prova del fatto che abbiamo fatto molti errori in passato. Un terzo di questi imprenditori e ricercatori erano francesi.

Olson: Oh, una diaspora.

Macron: …che avevano deciso di lasciare il Paese uno, due o tre decenni fa pensando non fosse possibile avere successo qui. Quindi ero molto orgoglioso del fatto che abbiano deciso di tornare. Un terzo di loro era francese ma lavorava per startup statunitensi o indiane e così via, e due terzi erano per metà americani. Quindi un terzo viene direttamente dagli Stati Uniti e un terzo proviene dal resto del mondo. Abbiamo ricevuto migliaia di risposte e ne abbiamo selezionate alcune centinaia, investendo più specificatamente sulle migliori 20 persone. Mi piacerebbe avere una corsia di sorpasso nell’ottica del “Make our planet great again ” per dimostrare che se investi denaro, se crei le migliori condizioni possibili, puoi guidare una rivoluzione e creare posti di lavoro. Penso che la prova migliore – in questo il vostro presidente ha ragione – riguardi la creazione di posti di lavoro. Questo è il driver principale per la nostra gente e la classe media. La sfida che tutti abbiamo davanti è come rendere chiaro per il nostro popolo e le nostre classi medie che i nuovi modelli di business creano nuovi posti di lavoro. Perché di norma vedono i lavori esistenti – spesso collegati ai settori tradizionali – in via di estinzione, ma non vedono ancora le nuove professioni. Quindi la grande sfida quando si accetta di essere “aperti” riguarda l’accelerazione. Devi dimostrare che puoi riuscire sul piano dei risultati. Ecco perché voglio accelerare e investire continuamente.

Lane: Sente la pressione? Il senso di urgenza? Ha una finestra per portare i cambiamenti, ma se i risultati non appaiono, vediamo cosa succede in tutto il mondo alle elezioni quando i cittadini non ottengono gli effetti desiderati in un determinato periodo di tempo.

Macron: Ha ragione. Storicamente, specialmente in Europa, la maggior parte dei leader politici ha deciso di avviare le riforme alla fine del loro mandato. Io ho fatto esattamente il contrario. Ho anticipato molte riforme. Sono stato eletto 11 mesi fa e ho lanciato una serie di riforme considerate impossibili in Francia. Ho un motto molto semplice: “In ritardo è troppo tardi”. E ciò che dobbiamo fare oggi non può essere rinviato a domani. L’economia è questione di fiducia. Quindi, più chiaro sei su ciò che intendi fare, più efficiente sarai con la business community. E il giorno in cui crei questa relazione di fiducia con la comunità imprenditoriale, i suoi appartenenti iniziano a investire, dare lavoro e mandare messaggi chiari alle tue classi medie. È così che possiamo ricreare un circolo virtuoso. Voglio dire che per far sì che le classi medie accettino il cambiamento esse devono vedere che può fornire posti di lavoro e un futuro migliore. E sicuramente gli appartenenti alle nostre middle class, se vedono che vengono creati posti di lavoro, che le emissioni di CO2 sono ridotte, che viene offerto un ecosistema molto più conveniente e moderno, lo accetteranno. È ciò che vogliono. Il problema oggi è che non andiamo abbastanza veloci.

Olson: Signor Presidente, vorrei approfondire un aspetto di quel circolo virtuoso di cui sta parlando per entrare nel dettaglio della riforma. Una cosa che ho sentito un paio di volte dagli imprenditori anche dopo le riforme che lei ha introdotto è che il carico fiscale è ancora pesante. Da un lato, per esempio, hanno parlato del pagare le tasse sui dipendenti prima di assumerli e anche la busta paga – con 25 righe di cifre e numeri – è molto difficile da decifrare. Mi chiedo se può darci un po’ di informazioni su come intende forse al contempo diminuire e semplificare il carico fiscale per gli imprenditori.

Macron: Sì, sì, sicuramente. Quindi per prima cosa ridurremo l’imposta sulle società al 25%. Oggi è al 32%, per cui la diminuiremo di sette punti. In secondo luogo, la tassa per i dipendenti che lei ha menzionato la stiamo sopprimendo, e stiamo riducendo molte piccole tasse che i nostri imprenditori devono pagare. Terzo, stiamo semplificando tutto. Avevamo crediti d’imposta per i dipendenti che un imprenditore poteva ottenere solo un anno dopo il pagamento delle retribuzioni. Ciò che le è stato descritto è perfettamente vero. Abbiamo documenti amministrativi con dozzine di righe, che a volte sono difficili da comprendere per gli imprenditori e i loro dipendenti. Semplificheremo. Poi, all’inizio del 2019, avanzeremo una grande riforma. È già approvata, ma sarà implementata a partire dal gennaio 2019. Tutto sarà semplificato e reso più chiaro nelle buste paga perché i crediti d’imposta saranno sostituiti dalla riduzione immediata delle imposte salariali. Insomma, questo è un enorme lavoro amministrativo con l’obiettivo di semplificare molte cose. L’onere descritto dagli imprenditori è assolutamente vero. Per quanto riguarda le tasse e le spese, le ridurremo in modo significativo. Stiamo anche facendo un grande sforzo di semplificazione e un grande riordinamento amministrativo. E abbiamo soppresso quest’anno anche molti oneri sullo stipendio: una grande riforma che ha innescato varie resistenze, ma è cosa fatta.

Macron a Berlino per incontrare Angela Merkel.

Olson: Che tempi si dà?

Macron: Il secondo punto è il rapporto con l’amministrazione. Stiamo approvando una legge sul “diritto all’errore”. È un enorme cambiamento per gli imprenditori ed è stata una richiesta importante da parte loro, perché storicamente la pubblica amministrazione francese ha sempre avuto il riflesso di sanzionare i contribuenti quando scopriva un’irregolarità o un errore fiscale. La nostra amministrazione deve essere in grado di accompagnare il nostro popolo e i nostri imprenditori e aiutarli a correggere questi errori, quindi questo è un grande cambiamento, che verrà attuato entro la fine dell’anno.

Lane: In termini di attrazione dei capitali stranieri e delle imprese straniere: qual è la strategia sulla “exit tax”, che abbiamo sentito essere un elemento che rende le società straniere titubanti ad aprire attività in Francia?

Macron: Per quanto riguarda le società straniere e l’exit tax, voglio eliminarla. La “tassa di uscita” manda un messaggio sbagliato agli imprenditori in Francia, più ancora che agli investitori. Perché? Perché significa che oltre una certa soglia, sei penalizzato se inizi a fare business. Quindi, ad eccezione di coloro che avviano un’impresa nel settore green, gli investitori non sono interessati. Ma questo è un grosso errore per le nostre startup, perché molte di loro, in passato – quando consideravano la Francia meno attraente – hanno deciso di lanciare i loro progetti da zero all’estero per evitare questa tassa. La elimineremo l’anno prossimo. È un ottimo obiettivo.

Lane: Eliminandola completamente o riducendola?

Macron: La elimineremo. Non voglio alcuna exit tax. Non ha senso. Le persone devono essere libere di investire dove vogliono. Voglio dire, se sei in grado di attrarre buon per te, ma in caso contrario, dovresti essere libero di separarti. E penso che, se vuoi sposarti, non dovresti spiegare al tuo partner che “se ti sposi con me, non sarai libero di divorziare”. Non sono così sicuro che sia il modo migliore per avere una donna o un uomo innamorato. Quindi sono favorevole al fatto che ognuno sia libero di sposarsi e libero di divorziare.

Sapete che non è un momento particolarmente buono per le finanze pubbliche francesi. Lo spazio è ridotto e questo pesa sulle opportunità. Quindi il messaggio che voglio inviare agli investitori stranieri è che stiamo riducendo l’imposta sulle società, semplificando tutto, apportando maggiore flessibilità al mercato del lavoro, accelerando la trasformazione dell’economia francese. Molte riforme che il nostro governo ha approvato dall’inizio del mio mandato sono volte a ridurre il costo del fallimento. Per me è assolutamente fondamentale. Uno dei problemi principali nel Paese è stato l’alto costo del fallimento imprenditoriale, che è stato un killer per gli investimenti. Ora fallire è più facile:  il modo migliore per incoraggiare gli imprenditori a provare, riprovare e avere successo.

Lane: Sono curioso del suo background nel settore privato e di come ha influenzato questa visione del mondo. Perché molto di quello che lei sta dicendo qui è comprensibile dagli imprenditori e dalle persone d’affari, ma quanto di questo viene dal suo settore privato e dal suo passato in Rothschild come banchiere?

Macron: Penso che la mia esperienza nel settore privato mi abbia portato due cose. La prima è – credo – il comprendere abbastanza bene gli imprenditori e coloro che si assumono il rischio. Per me è importante. Ho una comprensione diretta di quali siano i loro interessi, il che significa che non li guardo esclusivamente attraverso ciò che viene trasmesso dai loro rappresentanti. Una delle difficoltà del nostro sistema politico è avere persone che rappresentano gli imprenditori che spesso non hanno i loro stessi interessi ma sono in una negoziazione permanente con i responsabili delle decisioni amministrative e politiche. Avere contatti diretti nel settore privato, avere esperienza in questo settore e essere in grado di comprendere i fattori chiave di una scelta di investimento è il modo migliore per capire e prendere la decisione giusta, evitando indicazioni ingannevoli.

La seconda cosa è che è stato di grande aiuto per capire meglio il vostro presidente. E quando penso al nostro rapporto con il presidente Trump, il fatto che entrambi veniamo da un background aziendale è molto importante. Il vostro presidente è un dealmaker. Capisco la sua personalità. È uno che fa accordi. E per molti politici classici, fa cose controintuitive. Quando lo guardi come si guarda un affarista, quel che è sempre stato, in realtà è molto coerente. È quello che mi piace di lui e nel lavorare con lui, ed è in questo che il mio background professionale mi ha aiutato molto.

Lane: Ciò che è interessante è come sia uno che si accorda molto in rapporti bilaterali, in ottiche dove lei è ben più che un’anomalia: gran parte del mondo ora sta guardando da una parte…

Macron: Sono d’accordo con lei.

Lane: ...mentre lei sta guardando dall’altra.

Macron: Sono d’accordo. Abbiamo differenze in termini di filosofia e teorie riguardanti la globalizzazione. Sono profondamente convinto che il multilateralismo sia ancora rilevante. Dobbiamo reinventarlo. Esistono una serie di questioni bilaterali, che a volte richiedono un coordinamento, quindi è necessario un quadro multilaterale. È qui che finisce la parte commerciale e inizia la parte politica.

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