Articolo tratto dal numero di dicembre 2020 di Forbes Italia. Abbonati.
Dieci anni possono sembrare pochi, eppure in un mondo in continua, e frenetica, evoluzione sono un’infinità. Questo è tanto più vero se ci immergiamo nel mondo della tecnologia, dove l’innovazione corre a ritmi elevati, e se prendiamo in considerazione una realtà come Intel. “Siamo un’azienda con una storia di 52 anni che non ha mai smesso di voler progredire. Un’azienda diversa rispetto a soli cinque anni fa”, dice Nicola Procaccio, che è marketing director Emea territory e country lead per l’Italia. La tech company, nata nel 1968 in California, oggi ha un fatturato che si aggira intorno agli 80 miliardi di dollari ed è presente in oltre 46 Paesi dando lavoro a più di 110mila persone. Realizza software ed è attenta ai nuovi trend tecnologici, dall’intelligenza artificiale alle reti 5G, dall’edge computing al cloud e all’internet delle cose: “I nostri ingegneri continuano a inventare e portare avanti il progresso tecnologico ispirati dalla famosa legge di Gordon Moore, co-fondatore di Intel insieme a Robert Noyce, che nel ’65 ipotizzò che il numero di transistor nei microprocessori sarebbe raddoppiato ogni 12 mesi circa”.
E non è un caso che Intel sia fra le poche aziende al mondo a produrre semiconduttori e a costruire i propri chip, continuando attraverso ingenti investimenti a lavorare per lo sviluppo del settore. “Abbiamo investito 16 miliardi di dollari per migliorare e ottimizzare la nostra produzione nel 2019 e siamo fra le aziende che si impegnano di più in ricerca e sviluppo con 13,4 miliardi di dollari investiti in un anno”, conferma Procaccio.
Ma negli ultimi dieci anni, appunto, Intel si è impegnata anche su un altro versante, quello della sostenibilità e della corporate responsibility, tematiche diventate ormai imprescindibili per ogni società. “Certo, c’è ancora del lavoro da fare, se pensiamo che solo quattro aziende italiane occupano la classifica Corporate Knights Global 100. Ma in termini di consumi energetici della tecnologia e di utilizzo di energie rinnovabili, esistono già esempi virtuosi e apripista in ambito data center, con strutture progettate avendo l’ecosostenibilità come priorità: penso al Green Data Center di Eni o al Global Cloud Data Center di Aruba. E la tecnologia per l’elaborazione dati sta facendo passi da gigante anche grazie a processori sempre più efficienti, che garantiscono di anno in anno migliori prestazioni e minor consumo”.
E passi da gigante li ha fatti anche Intel. La società ha infatti risparmiato circa 166 miliardi di litri d’acqua e ridotto le emissioni inquinanti di Co2 del 39%, nonostante abbia ampliato significativamente la capacità produttiva; è stato raggiunto un tasso del 93% di riciclo di rifiuti a livello globale e zero rifiuti pericolosi nelle discariche; è stata centrata la piena rappresentanza di donne e minoranze etniche nella forza lavoro in America e sono stati investiti 300 milioni di dollari per sostenere questo obiettivo, incrementando la diversity in tutto il settore tecnologico. Infine, l’anno scorso è stata conseguita anche l’equità salariale di genere a livello globale.
Non solo ambiente e governance, ma anche sfide globali come la pandemia impongono azioni decise. “Come tanti altri, abbiamo adottato nuove modalità di lavoro per proteggere il benessere dei dipendenti e dei fornitori di servizi che mantengono operative le nostre sedi nel mondo, le nostre attività produttive e i nostri laboratori”. Oltre ad assicurare la continuità di servizi fondamentali, Intel ha voluto dare un sostegno diretto a tutti quei settori messi a dura prova dall’emergenza sanitaria. “Siamo stati vicino ad associazioni e a istituti scolastici di tutto il mondo offrendo il nostro supporto concreto per la continuità della didattica, anche qui in Italia, con dispositivi e partecipando a progetti per supportare gli studenti. Abbiamo lavorato con molti dei nostri partner internazionali per migliorare l’assistenza dei pazienti con nuove soluzioni tecnologiche, come l’uso di robot per disinfettare superfici contaminate e tanto altro. Abbiamo accelerato la ricerca scientifica di terapie e vaccini mettendo a disposizione di alcune eccellenze della ricerca, compresi team italiani, importanti risorse computazionali. Abbiamo promosso e finanziato iniziative per incentivare nuove idee e la realizzazione di efficaci progetti tecnologici innovativi”.
Mentre si affronta al meglio il presente, non si può però smettere di progettare il futuro del business, della società e del pianeta. E proprio considerando queste necessità che Intel ha presentato il programma di Shared Corporate Responsibility, inaugurando il concetto di responsabilità d’impresa condivisa, che intende portare a compimento entro il 2030 ottenendo una serie di risultati per contribuire a risolvere alcuni dei più grandi problemi globali. “Continueremo a investire sul nostro impatto ambientale per utilizzare entro dieci anni il 100% di energia rinnovabile, ripristinare più acqua di quella che consumiamo, non gettare neanche un rifiuto in discarica, ridurre a zero le emissioni di anidride carbonica, promuovere un settore che sia pienamente inclusivo”. Lavorando con tutto l’ecosistema, Intel vuole produrre i computer e i sistemi informatici più sostenibili che siano mai stati realizzati. “E otterremo questi risultati non solo come azienda, ma a livello di settore coinvolgendo altre aziende, organizzazioni e governi”.
Perché, come dice anche Bob Swan, ceo di Intel, c’è bisogno di una risposta collettiva: “Possiamo risolvere tali sfide, ma solo lavorando insieme”.
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