A un mese dalla sua entrata in commercio, l’iPhone 8 non sembra aver conquistato il mercato: le stime della società Consumer Intelligence Research Partners indicano che le vendite dei nuovi modelli degli smartphone Apple rappresentano soltanto il 16% di quelle totali del trimestre. Da una parte il dato è spiegabile con la recente entrata in commercio del device, dall’altra tuttavia Apple è abituata ad altri numeri: senza andare troppo indietro nel tempo le vendite della famiglia degli iPhone 7, che ha debuttato l’anno scorso nello stesso periodo, avevano costituito il 43% di quelle totali del terzo trimestre 2016.
Naturalmente, su Cupertino incombe l’ombra di un nuovo ospite temuto e atteso: iPhone X, lo smartphone di lusso con prezzi superiori al migliaio di euro, disponibile in pre-ordine dal 27 ottobre. La scommessa di Apple, come ha scritto Ewan Spence su Forbes, è stata credere che “iPhone 8 e iPhone 8 Plus avrebbero mantenuto lo slancio delle presentazioni dei modelli precedenti, mente l’iPhone X portava nuova tecnologia nel cosmo degli smartphone”.
I nuovi iPhone però non sembrano riuscire a tenere salda la presa sulla quota di mercato di Cupertino: i dati raccolti da Localytics – una società di Boston che misura gli adoption level, cioè le penetrazioni commerciali dei nuovi smartphone a partire dall’installazione di app e upgrade – mostrano che, a parità di cicli di vita dei due prodotti, l’1% di iPhone 8 sfigura davanti al 3,6% che fu del suo predecessore. Apple ha detto al suo pubblico che la vera rivoluzione del concetto di smartphone sarebbe avvenuta con iPhone X, e il suo pubblico ha scelto di credergli: perché accontentarsi di un (sostanzialmente deludente) redesign dell’iPhone 6? D’altronde, ancora più che l’oggetto in sé, ciò che Cupertino vende è un’utopia di innovazione tecnologica continua: quella che il comico Louis C.K., in uno sketch durante lo show di Jimmy Kimmel diventato famoso, aveva reso iperbolicamente la messa in commercio della sola pellicola protettiva.
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