Giovedi, 16 novembre presso il Jet Center di Los Angeles a Hawthorne, Elon Musk, ceo di Tesla, ha rivelato in un evento dedicato il nuovo Tesla Semi, ossia il tir a propulsione elettrica dell’azienda americana. Il Tesla Semi – semi-trailer truck, una motrice su cui si possono montare uno o più rimorchi – è un retaggio del Master Plan 2 all’interno del quale Musk ha reso noto che, oltre alla popolare elettrica Model 3, si sarebbe focalizzato anche su altre categorie di veicoli come i camion e i pick-up. E così è stato.
Musk è salito sul palco del Jet Center e le problematiche legate all’inferno produttivo della Model 3 si sono dissolte come neve al sole. Il perché è presto detto: Musk sa tenere il palco come pochi e all’interno del panorama automotive è una virtù più unica che rara. Il fondatore di PayPal è riuscito ancora una volta a rendere cool un mezzo di trasporto pesante come il tir. E lo ha fatto giocando sui numeri, sull’estetica e sulle prestazioni. Nel presentare il tir Musk ha affermato che il Semi sarà in grado di fornire agli operatori del settore del trasporto merci su gomma a lungo raggio una migliore esperienza, una maggiore sicurezza e un notevole risparmio. Durante l’evento di presentazione Musk in persona ha pilotato un prototipo del Semi davanti ad un pubblico composto da stakeholder, fan e potenziali clienti.
Nuova Tesla Roadster
Ma non è tutto. Al termine della presentazione del Semi, e quando nessuno se lo aspettava, Musk ha tirato fuori un vero e proprio coniglio dal cilindro, one more thing: la nuova Tesla Roadster. Sì, stiamo parlando della rinnovata versione della storica Tesla Roadster, vettura con la quale l’azienda nel 2008 si è affacciata sul mercato automobilistico. Ancora una volta le specifiche sono strepitose: da 0 a 100 in 1,9 secondi, da 0 a 160 km/h in 4,2 secondi e velocità massima di 402 km/h. Musk l’ha definita come l’auto più veloce del mondo, prestazioni che è in grado di ottenere grazie a tre motori elettrici e ad una enorme batteria da 200 kWh che permette un’autonomia di 1.000 km. La trazione è integrale. La nuova Roadster è una 2+2 con tetto Targa. Il prezzo è da vera supercar: si parte da 200 mila dollari. La caparra da versare (rimborsabile) è di ben 50 mila dollari. Presente anche un’esclusiva versione in tiratura limitata- sono previsti 1000 pezzi-, la “Founder Series” con un prezzo di 250 mila dollari, somma che deve essere anticipata per intero. L’arrivo sul mercato è previsto nel 2020.
Tesla Semi: caratteristiche tecniche
Le caratteristiche tecniche del Semi sono sbalorditive: autonomia di 500 miglia a pieno carico (circa 800 km) mantenendo velocità autostradali, accelerazione da 0 a 60 mph (100 km/h) in 5 secondi, velocità massima in salita pari a 100 km/h, contro i circa 70 di un camion diesel. I motori elettrici, derivati da quelli presenti sulla Model 3, sono quattro, due su ciascuno degli assi posteriori del truck. Ogni motore controlla una ruota specifica e il mezzo automaticamente sarà in grado di modulare la potenza in base al carico e alle condizioni del manto stradale. I pacchi batteria si trovano tra l’assale anteriore e il primo assale posteriore. Tesla ha dichiarato che garantirà il drivetrain del camion per 1 milione di miglia (1.600.000 km).
Esteticamente il tir è decisamente accattivante: frontale conforme agli attuali stilemi della casa americana e grandi gruppi ottici con una prorompente firma a led. Ma l’estetica non è fine a sé stessa, la compagnia di Musk ha infatti dichiarato che il tir è stato “concepito come un proiettile”, studi aereodinamici che hanno consentito uno strabiliante cx di 0,36, addirittura migliore di quello dell’hypercar Bugatti Chiron. Altra peculiarità del mezzo pesante è la cabina di pilotaggio che ricorda un cockpit; il driver infatti siederà in posizione centrale e potrà contare su due grandi schermi touch collocati ai lati dove poter tenere sotto controllo i diversi parametri. Il Semi è un tir di Classe 8, stiamo quindi parlando della più alta categoria di mezzi pesanti, potenzialmente in grado di trasportare qualsiasi tipo di merce.
Sul Tesla Semi non mancherà l’Autopilot, che Musk definisce il sistema più avanzato al mondo di assistenza alla guida. Sempre restando in tema di agevolazioni alla guida, il Semi potrà inoltre viaggiare in platooning, una particolare modalità che permette a più mezzi collegati tra loro di muoversi in colonna ed in perfetta sincronia con la testa del convoglio che svolge il ruolo di leader. Anche se non è stata resa nota la capacità della batteria, è stato annunciato un nuovo sistema proprietario di ricarica: i Megachargers. L’idea di Tesla è quella di realizzare delle capillari stazioni di ricarica attrezzate. Non sono stati resi noti i dettagli tecnici, Musk si è limitato a dichiarare che in soli 30 minuti possono essere recuperati circa 640 km di autonomia. E i costi di gestione? Tesla afferma che l’utilizzo del Semi permetterà un risparmio di circa il 20% rispetto alla controparte diesel. In fase di presentazione non sono stati resi noti il prezzo e la disponibilità. L’entrata in produzione è prevista per il 2019, tutti coloro che vorranno prenotarlo dovranno versare un deposito di 5 mila dollari.
Il consolidato crowdfunding di Tesla
Ancora una volta Musk si è rivelato un istrione, un vero e proprio animale da palcoscenico. Alcuni fondamentali dettagli tecnici non sono stati resi noti ma il pubblico è tornato a casa appagato. Musk lo ha fatto sognare. Nella vision dell’inventore di PayPal i mezzi di trasporto costituiscono un vettore che consentiranno di salvare il mondo dai cambiamenti climatici. I sostenitori di Tesla si sentono quindi parte integrante della rivoluzione. Con il Tesla Semi l’azienda americana si va a posizionare in un nuovo settore che da molti anni è presenziato da temibili e accreditati avversari come, ad esempio, il colosso tedesco Daimler. Con la Roadster invece delizia il palato degli amanti delle auto sportive.
Ovviamente, così come avvenuto con la Model 3, Musk adotta lo stesso modus operandi: il crowdfunding “mascherato”. L’imprenditore americano, godendo di grande consenso, chiede ai suoi fan un ulteriore sforzo: 50mila dollari per la Roadster e 5mila dollari per il tir. Un (auto)finanziamento a costo zero. Dopo il peggior trimestre della storia della sua storia e dopo l’inferno produttivo della Model 3 – se ne dovevano costruire 1.500 la settimana, attualmente siamo a 260 – Musk amplia ulteriormente il proprio portafoglio prodotti evitando però di diffondere informazioni fondamentali – quando e dove verranno assemblati il Semi e la Roadster? – e puntando quasi esclusivamente sul suo pubblico.
Bisognerà vedere la reazione degli stakeholder. Sicuramente però Tesla dovrà darsi una mossa: lo stabilimento di Fremont, di proprietà di GM, dove vengono assemblate le Model 3 ha due linee di produzione che lavorano su due turni e non sembra in grado di garantire i volumi produttivi prefissati dall’azienda. Senza dimenticare che il problema “qualità” è ben presente; le prime Model 3 provate dagli analisti avevano più di qualche problema di assemblaggio. Musk dovrà quindi rispondere a tante domande. Tesla non è una casa automobilistica tradizionale, è una società che fornisce prodotti e servizi legati alle energie rinnovabili, mettendo a disposizione dei suoi clienti un completo ecosistema. Partendo da questo presupposto, e pur stravedendo per il visionario Elon Musk, Tesla non dovrebbe essere giudicata con gli stessi criteri che vengono utilizzati per le altre case automobilistiche?
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