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Viaggio nella Lettonia post flat tax (ma con tasse più basse)

Il parco Kronvalda a Riga, Lettonia.

A lanciare il sasso nello stagno è stato l’Istituto Bruno Leoni: tassa piatta al 25% e abolizione dell’Irap e dell’Imu. Nel programma elettorale di Forza Italia, invece, l’aliquota unica è fissata al 23%. La Lega, infine, scende fino al 15%. La flat tax è tornata prepotentemente nel dibattito elettorale in vista del 4 marzo. Il minimo comune denominatore di tutte le proposte resta la sostanziale abolizione di deduzioni e detrazioni, nell’ottica di una semplificazione del rapporto tra contribuente e pubblica amministrazione. Eppure nell’Europa che osserva l’Italia al voto, c’è qualcuno che non crede più alla flat tax, e ha appena deciso di tornare ad una tassazione progressiva. La Lettonia ha abolito la tassa piatta al 23%, varando una riforma fiscale che dal mese scorso prevede tre diverse aliquote d’imposta: 20%, 23% e 31,4%.

La riforma fiscale della piccola Repubblica parlamentare dell’est è stata annunciata nel giugno dello scorso anno e introdotta dal nuovo governo del primo ministro Māris Kučinskis, eletto l’11 febbraio 2016. Una riforma che punta a semplificare il rapporto tra fisco e contribuente, ma che si è rivelata un sostanziale taglio dell’imposizione fiscale, dal momento che l’unico scaglione superiore all’aliquota unica del passato resta quello fissato al 31,4%, che riguarderebbe non più di 20mila cittadini lettoni con un reddito superiore ai 55mila euro l’anno. I contribuenti con un reddito inferiore ai 20mila euro vengono invece tassati al 20%, mentre la fascia media di chi guadagna tra i 20mila e i 55mila euro è soggetta a una tassazione del 23%. I cittadini esentati dalla contribuzione, invece, sono coloro che dichiarano fino a 2400 euro l’anno. Dal 2020 l’esenzione riguarderà tutti coloro che dichiareranno redditi fino a 3mila euro.

Il Monumento alla libertà che commemora i caduti lettoni nella guerra per l’indipendenza (1918-1920)

La riforma fiscale ha toccato anche la tassazione sulle aziende. L’imposta sui ricavi (Corporate Income Tax, Cit) è stata ricalibrata sugli utili, prevedendo l’esenzione totale in caso di reinvestimento degli stessi. Un’aliquota unica è stata fissata al 12% per gli esercizi commerciali con un fatturato inferiore ai 7mila euro, mentre l’imposta sale al 15% per le attività che superano i 100mila euro di fatturato annuo. ForbesITALIA ne ha parlato con due specialisti lettoni. “La riforma è stata discussa ampiamente la scorsa estate, quando sembrava che si volesse ridurre al 20% la flat tax in vigore al 23%. Dopodiché su spinta della banca centrale è stata varata la riforma fiscale in vigore ormai da due mesi”, spiega Hansen Morten, a capo del dipartimento di Economia della Stockholm School of Economics di Riga. “La riforma ha alzato anche la soglia di esenzione, assieme a una sostanziale riduzione dell’aliquota per i redditi più bassi dal 23% al 20%. Ma solo dopo le elezioni di quest’anno conosceremo davvero gli umori dei cittadini”, ragiona Hansen Morten.

Negli uffici di Sorainen, studio legale con sedi in Estonia, Lettonia e Lituania, si riconduce la decisione del governo lettone ai richiami della Commissione europea. E sembra di rivivere l’atmosfera dell’estate italiana del 2011, quando si discusse a lungo della lettera inviata dai vertici europei al governo Berlusconi, con lo spread in ascesa e la lista delle riforme da varare con urgenza. “Il sistema fiscale lettone era storicamente caratterizzato da un elevato carico fiscale sui salari più bassi, che ha accentuato le diseguaglianze nella società. In Lettonia la forbice tra i cittadini più ricchi e quelli più poveri è stata per diversi anni la più alta tra i Paesi dell’Unione Europea. Per questa ragione la necessità una riforma fiscale è stata ripetutamente sottolineata dalla Commissione europea, dalla Banca mondiale e dall’Ocse. Le loro raccomandazioni sono state una delle ragioni per cui il governo lettone ha introdotto un sistema fiscale progressivo”, spiega a Forbes Jānis Taukačs, partner dello studio legale Sorainen.

Negli uffici della società trovano posto circa 180 tra avvocati e specialisti fiscali, mentre nel 2016 Sorainen è stato il primo studio legale dei Paesi baltici ad aggiudicarsi il titolo di European Law Firm of the Year nell’ambito dei Lawyer European Awards. L’innalzamento dell’aliquota fiscale per i redditi più alti, però, è stato bilanciato dallo spostamento della tassazione dai ricavi agli utili delle società. “Si spiega anche così la riforma fiscale del governo, dal momento che la decisione ha accolto le richieste esplicite delle imprese locali, per cui da gennaio vengono tassati solo i dividendi”, ragiona Jānis Taukačs. Per tastare il grado di soddisfazione dei cittadini, invece, toccherà attendere le elezioni del prossimo autunno. Quando l’anno fiscale non sarà ancora terminato, “ma le persone avranno già cominciato a farsi i conti in tasca”.

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