Il lignaggio della casa reale inglese ha secoli di storia e include, tra i suoi antenati di spicco, re, duchi, conti e anche dignitari del Sacro Romano Impero. Ma c’è una teoria particolarmente affascinante che riguarda il corredo genetico della novantunenne monarca Elisabetta II: secondo un’ipotesi ripresa in questi giorni dal giornale marocchino Al Ousboue, la regina d’Inghilterra sarebbe l’ultima discendente del profeta Maometto, il fondatore dell’Islam. La storia è poi finita con enfasi sui principali tabloid britannici, dal Daily Mail al Daily Express.
Componendo un albero genealogico che comprende più di 40 generazioni, il settimanale ha scritto di aver provato il legame diretto tra la regina Elisabetta del Regno Unito – il capo della chiesa anglicana – e il profeta de La Mecca, vedendoci anche un’occasione per costruire “un ponte fra le due religioni”. Non è la prima volta che l’apparentemente assurda connessione sale alla ribalta delle cronache: nel 1986 Burke’s Peerage, una prestigiosa pubblicazione che si occupa di genealogia degli aristocratici, aveva percorso a ritroso la stirpe della Corona inglese, arrivando fino ai re musulmani che governavano la Spagna nel Medioevo, e da loro a Maometto, che morì nel VII secolo nell’odierna Arabia Saudita. Allora Harold Brooks-Baker, esperto di affari reali e responsabile di Burke’s, scrisse a Margaret Thatcher che “sono pochi i britannici a essere al corrente del fatto che il sangue di Maometto scorre nelle vene della regina”.
Il muro portante della teoria è una principessa mulsulmana dell’XI secolo, Zaida di Siviglia, poi convertitasi al cristianesimo per diventare sposa di re Alfonso VI di Castiglia. Eppure, nota un articolo apparso su History, non c’è certezza sul legame di parentela fra Zaida e Maometto, dato per buono sia dal giornale marocchino che da Brooks Baker. Quest’ultimo, inoltre, era noto per le sue uscite incendiarie sulla famiglia reale: quando scomparve, nel 2005, il Telegraph scrisse che “dalla sua parte, aveva il fatto che era sempre disponibile a fare un commento capace di lasciare di stucco i giornalisti; spesso tuttavia era in errore”. E così, mentre il Gran Mufti dell’Egitto Ali Gomaa ha già accolto con favore la rivelazione, augurando pace e serenità a Elisabetta II, il mistero della parentela tra islamismo e anglicanesimo verosimilmente non verrà mai risolto.
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