di Roberto D’Incau, headhunter e coach, Lang&Partners
“Marco, quarant’anni, ha lavorato nel settore cosmetico per tanti anni, partendo dalla gavetta. Viene da un background familiare operaio, ha iniziato presto a lavorare, e a guadagnarsi sul campo gli step di una bella carriera. Quando gli viene offerta la posizione di direttore commerciale worldwide di un brand importante, con uno stipendio significativo, per lui si tratta davvero del raggiungimento di un traguardo. Dovrebbe essere contento, e invece si tortura chiedendosi “Ma ce la farò davvero? In fondo ho alle spalle una misera esperienza professionale, e non mi sono neppure laureato a suo tempo!”
E’ evidente che la paura di Marco è del tutto infondata, visto che tutti, dall’azienda ai colleghi passando per l’headhunter pensano che questa posizione sia più che meritata, e che anzi lui sia assolutamente in pista per un ruolo futuro come general manager. Si tratta di un caso di scarsa autostima, è evidente.
“Il mio obiettivo sarebbe quello di migliorare la mia autostima per poter avere maggiore successo…ottenere di più dal mio lavoro, dalle mie relazioni, essere più sicuro di me stesso”, è una frase che sentiamo spesso.
L’autostima è la valutazione che una persona da di sé stessa e applica a sé stessa, indica in che misura la persona si considera importante e capace di valore.
Chi dice di avere poca autostima riconosce che senza la fiducia nelle proprie capacità non può raggiungere una piena realizzazione dei suoi desideri.
E così molte persone sentono il bisogno di aumentare la propria autostima, un po’ come se riempissimo di acqua la piscina gonfiabile in giardino e poi i bambini ci nuotassero dentro felici e sicuri.
Ma se riempire d’acqua una piscina è semplice, aumentare la propria autostima lo è un po’ meno, e questo perché il modo in cui impariamo a considerarci e a giudicarci viene dall’infanzia e diventa parte integrante, e stratificata, di noi nel corso degli anni.
E nessuno ne viene risparmiato. Molte persone che il successo lo hanno raggiunto e godono di buone relazioni hanno una scarsa considerazione di sé e non si risparmiano in autosvalutazioni e critiche ingiustificate verso sé stessi.
Ci sono alcuni esercizi che possono servire, per fare “palestra di autostima”, ne cito alcuni:
- migliorare la propria assertività; la capacità di di esprimere in modo efficace le proprie emozioni e opinioni senza prevaricare l’interlocutore.
- evitare di parlarsi addosso negativamente (riconoscere il famoso autosabotatore interno di cui abbiamo già parlato);
- stabilire degli obiettivi più piccoli il cui raggiungimento ci serva da rinforzo positivo;
- focalizzarsi sulle proprie caratteristiche positive e non sempre e solo sui propri difetti;
- soprattutto, però, è necessario riuscire ad analizzare con grande lucidità che cosa davvero impatta sulla nostra autostima, dentro di noi. Lo si può fare da soli, o meglio ancora con la guida di un coach che porti un punto di vista esterno. E’ l’esercizio più importante, e anche, ahimè, il più complesso.
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