Una Volkswagen destinata all'esportazione negli Usa
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Ford e Volkswagen, l’alleanza globale che dà scacco matto ai dazi di Trump

Una Volkswagen destinata all'esportazione negli Usa
La bandiera degli Stati Uniti su una Golf prodotta nell’impianto di Wolfsburg e destinata all’esportazione negli Usa (Sean Gallup/Getty Images)

Se qualcuno aveva dubbi sulla capacità dell’industria automobilistica mondiale di reagire al ritorno di un clima protezionistico in economia dovrà ricredersi. Le case dimostrano anzi una capacità di adattarsi al nuovo scenario fatto di dazi e misure di difesa dei mercati locali con inaspettata rapidità. E’ questo il senso in cui si deve leggere la partnership annunciata ieri tra Ford e Volkswagen per il mercato globale.

Da un lato “l’auto del popolo” entra finalmente in grande stile su un mercato dove ha sempre stentato a imporsi, dall’altro la casa tedesca dimostra di aver ben compreso dove stanno andando le quattro ruote mondiali.

Non si tratta più solo di ridurre (via aggregazioni) a non più di 5-6 i protagonisti del mercato globale dell’auto. Quella che è conosciuta come la profezia di Marchionne ormai è solo un tassello del puzzle che i produttori si trovano a dover comporre.

Lo ha spiegato bene Ugo Bertone su questa testata online pochi giorni fa: sotto la spinta dei dazi promossi da Donald Trump il rischio è quello di assistere alla riedizione di assi regionali condizionati da scelte politiche e dei regolatori del settore.

Chi ha un mercato sufficientemente ampio, come potrebbe essere quello degli Stati Uniti, avrebbe poco di che preoccuparsi? No, perché i dazi pesano anche sul costo dei componenti importati, che – nel caso specifico – arrivano in Nord America a costi maggiorati.

I vertici di Volkswagen e Ford lo hanno capito, ponendo in essere una mossa da consumati scacchisti, mettendo a disposizione l’una dell’altra la propria capacità produttiva. L’uovo di Colombo per aggirare i dazi: i tedeschi potranno produrre in impianti a stelle e strisce, gli americani in Germania. Non si tratta di una fusione, ma si parla di “trattative avanzate” per “un’alleanza globale”, che non contempla fusioni o scambi di azioni. Se poi i dazi non dovessero trovare effettivo compimento tanto meglio, ma Trump ha ripetuto più volte l’intenzione di applicare una tariffa del 25% sulle auto importate negli Stati Uniti e una risposta dagli altri Paesi molto probabilmente non si farebbe attendere.

Dove può arrivare questa alleanza? Innanzitutto offre a Volkswagen, almeno sulla carta, la possibilità di andare a integrare la propria gamma con modelli finora assenti e particolarmente ambiti dai consumatori americani, quali pick up, furgoni e Suv di grandi dimensioni. Nulla vieta però di pensare che l’alleanza possa estendersi anche a fronti quali l’auto elettrica e quella a guida autonoma, dove si gioca la vera partita per il predominio futuro del mercato della mobilità.

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