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A lezione di artigianalità italiana da Gucci: nasce École de l’Amour

La struttura ArtLab di Gucci (gucci.com)

Si chiama École de l’Amour, ovvero Scuola dell’amore. Che per la casa di moda da ricavi record, Gucci, si traduce soprattutto nell’amore per il saper fare artigianale italiano. Un know-how che bisogna coltivare, e preservare, a partire dalla formazione. Il nuovo progetto della maison di Kering chiama a raccolta addetti al settore, manager ed ex collaboratori, che avranno il compito di tramandare il loro ricco bagaglio d’esperienza manuale alla new generation: “Il patrimonio di Gucci è costituito dalle persone e la formazione è il più potente strumento che abbiamo per valorizzare il nostro prodotto”, ha spiegato il ceo Marco Bizzarri, vincitore del premio Business Leader ai British Fashion Awards.

L’offerta formativa si articola in tre percorsi diversi: la Scuola dei Mestieri, per coloro che intendono specializzarsi nella progettazione e realizzazione dei prodotti di pelletteria, la Scuola di Fabbrica, con lezioni bimestrali destinate a operatori di produzione, e infine l’Accademia Tecnica, destinata ai dipendenti del marchio, che comprende corsi mirati alla conoscenza dei vari settori d’interesse dell’azienda toscana. Senza dimenticare un percorso formativo, ancora in fase di progettazione, indirizzato agli studenti che vogliono specializzarsi nella produzione di calzature.

Un’immagine della piattaforma “Equilibrium” dedicata alla sostenibilità (gucci.com)

L’ambiziosa iniziativa si inserisce nell’ambito del Gucci ArtLab, centro di sviluppo prodotto e laboratorio, alle porte di Firenze (Casellina), dove vengono realizzati e testati i prototipi degli articoli in pelle e delle calzature, che con i suoi 37.000 metri quadrati e oltre 800 dipendenti unisce sperimentazione industriale e maestria artigianale. Per riprendere le parole di Bizzarri: “ArtLab è la perfetta espressione della cultura aziendale che stiamo costruendo; un luogo dove apprendere e sviluppare capacità e idee dove si lavora con passione”. E sarebbe proprio il caso di dirlo, tanto amore: con i loro camici bianchi, impreziositi dalla stampa “Maison de l’amour”, gli artigiani confezionano borse in pelle di coccodrillo usando una tecnica pluridecennale che prevede l’uso di fogli di giornali. Le pareti di Gucci ArtLab, inoltre, sono dipinte a mano con opere di artisti che hanno lavorato con la griffe come Ignasi Monreal, Angelica Hicks e Coco Capitán.

Un art wall di Maurizio Cattelan per Gucci. (gucci.com)

Ma l’universo Gucci non si esaurisce qui e coinvolge da tempo anche il tema della sostenibilità ambientale attraverso il progetto “Equilibrium”: un portale che tiene il conto delle condotte sociali e ambientali del brand, che a partire dalla collezione primavera-estate 2018 ha bandito l’utilizzo di pellicce animali e collabora con incubatori e programmi di accelerazione come H-Farm per sostenere l’innovazione. Oltre a Kering, anche un altro colosso francese spinge da tempo l’acceleratore sulla formazione. Creato nel 2014, l’Istituto dei Mestieri d’Eccellenza di LVMH (IME) è un programma di formazione professionale che offre corsi presso i partner del gruppo tra cui Berluti, Bulgari, Fendi, Louis Vuitton e Moët & Chandon. E che dalla Francia, e poi dalla Svizzera, ha aperto i battenti anche in Italia all’interno di Palazzo Pucci (Firenze).

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