Di Joseph De Acetis
Articolo tratto dal sedicesimo numero di ForbesITALIA.
L’industria calzaturiera maschile si è sviluppata nei decenni adattandosi costantemente ai mutamenti culturali. In verità, le tendenze riflettono lo spirito del tempo e l’obiettivo di ogni trend è quello di soddisfare i bisogni di un target di riferimento. Quando si parla di scarpe di lusso, una cosa è certa: i consumatori sono alla ricerca di stile e comfort. Non solo. I clienti si sentono più vicini, legati a un marchio quando vi ritrovano un elemento da condividere, personale o emotivo. Questi ingredienti contribuiscono a spiegare il successo di un brand prestigioso come Santoni. La sua storia inizia nel 1975, quando Andrea Santoni, nel cuore del distretto calzaturiero delle Marche, fonda le calzature Santoni, a Corridonia, in provincia di Macerata, cercando di industrializzare il processo artigianale, ma senza rinunciare all’utilizzo di materiali di altissima qualità. Oggi, al timone di quello che è riconosciuto come uno dei principali player extralusso per il mercato globale c’è il figlio Giuseppe.
Per il ceo, la dicotomia tradizione-innovazione è l’anima del marchio. La quintessenza delle calzature Santoni, un brand che dà lavoro a 650 persone e ha raggiunto 80 milioni di euro di ricavi nel 2017, risiede proprio nelle raffinate tecniche di lavorazione tramandate dal fondatore. Trasmettere questo bagaglio di competenze alle nuove generazioni è per Giuseppe Santoni una missione. Ha un risvolto etico, riflette l’impegno a sostegno dell’artigianato. Nell’atelier della maison, i novizi lavorano fianco a fianco con gli artigiani più esperti, imparando i segreti del mestiere. Le attività più complesse sono il taglio manuale, la colorazione e la cucitura a mano perché richiedono una dedizione scrupolosa. Per Santoni, investire nella formazione garantisce continuità alla tradizione, in quanto proietta il marchio verso il futuro.
Giuseppe rivendica inoltre un impegno costante a tutela dell’ambiente, in tutte le fasi di lavorazione. Visitando lo stabilimento Santoni di Corridonia, si scopre un centro eco-compatibile, realizzato con materiali riciclabili al 90%, che è valso al progetto il premio Metra 2011 Authoring System Award, nella categoria delle tecnologie innovative. Nel corso degli anni, Santoni ha sviluppato collaborazioni eccellenti, come quelle con Mercedes Amg e Iwc Schaffhausen, servendosi dello storytelling per far conoscere la sua storia ai consumatori. Nella collezione primavera-estate 2019 le patine colorate, tipiche della griffe, acquistano trasparenza grazie a nuove nuance; suole e tacchi sono lasciati inalterati nella loro versione in pelle naturale, sofisticati disegni in 3D su pantofole e mocassini conferiscono grande eleganza. Santoni usa colori quasi pittoreschi, diversi per ogni stagione perché ottenuti con il metodo della velatura. Si tratta di una tecnica di colorazione manuale, simile a quella usata dai pittori del Rinascimento, che dà colore alla patina, regalandogli un fascino invecchiato. Il colore viene applicato a strati, fino a quando non si ottiene la tonalità desiderata. Il processo, che richiede fino a quindici passaggi, è rigorosamente a mano. La velatura offre a ogni scarpa una patina unica che non è ripetibile, come l’impronta digitale.
Forbes ha incontrato Giuseppe Santoni per carpire i segreti di un brand che incarna eleganza e fascino senza tempo.
Qual è la prima regola da seguire quando si sceglie una calzatura di pregio?
Bisogna assicurarsi che il modello sia ben fatto e risulti comodo. I nostri clienti acquistano oggetti del desiderio, capolavori realizzati a mano con amore, passione e un design unico.
Quale sono le ultime tendenze?
Oggi il trend dello street style ha invaso anche il lusso. E non si tratta solo di prodotti, ma del rinnovato approccio del sistema moda, che comprende nuove strategie di marketing. Tuttavia, è ancora possibile esprimere qualità ai massimi livelli, perché ci saranno sempre persone che desiderano distinguersi dalla massa.
Cos’è la fabbrica eco-sostenibile?
Usiamo solo i migliori materiali, e le pelli sono conciate con procedure naturali. Lo stesso approccio è stato impiegato nella progettazione del nuovo quartier generale: uno spazio, con materiali riciclabili al 90%, basato sull’illuminazione naturale e il risparmio energetico. Un sistema che raccoglie l’acqua piovana consente di risparmiare preziose risorse idriche, alimenta i giardini verticali che contribuiscono a purificare l’aria. Inoltre, tutti gli edifici sono coperti da quasi quattromila pannelli fotovoltaici che garantiscono la produzione di oltre 1.000.000 kW all’anno di energia verde.
La tecnologia ha influenzato il vostro business?
La tecnologia è essenziale per qualsiasi attività. Siamo un’azienda basata sul lavoro manuale, ma utilizziamo la tecnologia in molti campi, dalla progettazione alla produzione. Quello che la tecnologia non sarà mai in grado di sostituire, però, è il cuore, la passione che i nostri maestri mettono ogni giorno in campo.
Tre aggettivi per descrivere Santoni?
Unicità, perché siamo sempre alla ricerca di qualcosa di diverso, ossessione per i dettagli e passione.
È vero che le scarpe che indossiamo ci raccontano?
Puoi giudicare il carattere di una persona guardando le sue scarpe.
Un’icona di stile contemporanea?
Nutro ammirazione per i dandy, gentiluomini ossessionati dai dettagli come il mio amico, giornalista e critico britannico, Nick Foulkes.
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