I furbetti del carato e la combriccola del Blasco. C’è anche Vasco Rossi tra i vip truffati da due società che avrebbero fatto comprare diamanti in banca a investitori e risparmiatori gonfiando il valore dei preziosi. Su questa accusa si muove un’inchiesta della procura di Milano che ha portato la guardia di finanza ad eseguire un sequestro preventivo di oltre 700 milioni di euro, anche a carico di cinque banche che sarebbero state consapevoli del meccanismo: Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps e Banca Aletti. Il sequestro è stato eseguito a carico di 7 persone e di 7 enti: le 5 banche e due società Intermarket Diamond Business spa (IDB) e Diamond Private Investment spa (DPI), per le ipotesi di reato di truffa aggravata e autoriciclaggio.
Per un potenziale investitore il mare dei preziosi si dimostra ancora una volta denso di insidie. Tanto più se non ci si può fidare nemmeno degli acquisti con “la garanzia” delle banche. Ma allora è impossibile comprare diamanti in sicurezza?
Abbiamo raccolto in proposito la tesi di Marcello Manna, alla guida della Investment Diamond Company di Anversa, socio della Borsa di Anversa e membro della società gemmologica statunitense: uno dei pionieri delle informazioni via internet per aumentare la trasparenza dei prezzi e garantire ai venditori italiani uno sbocco sui mercati più dinamici.
“Negli ultimi tempi parlare di diamanti in Italia evoca spesso sentimenti negativi, soprattutto in quei risparmiatori coinvolti nell’acquisto dei cosiddetti “diamanti da investimento” venduti attraverso le banche.
Il prodotto “diamante da investimento” esisteva fin dagli anni ’80 e, ad essere sincero, mi sono sempre chiesto come mai il fenomeno avesse preso piede solo in Italia. Al risparmiatore medio, seppur ingolosito da guadagni abbondanti e garantiti, sarebbe bastato rivolgersi ad un qualsiasi gioielliere al dettaglio oppure dare uno sguardo su internet per avere subito un quadro più preciso della questione.
Lasciando stare i contorni penali della vicenda italiana, come si fa a credere ancora a qualcuno che promette guadagni garantiti dopo tutto quello che è successo in questi anni?”.
Ma quindi quale può essere un punto di appiglio a cui fare affidamento?
“I diamanti sono le uniche pietre preziose ad avere un listino di riferimento e 28 luoghi di scambio all’ingrosso, chiamati “borse” diamanti, dove gli operatori accreditati e specializzati del settore comprano e vendono diamanti di ogni tipo. La borsa più importante del mondo è quella di Anversa in Belgio, di cui io sono un socio. I diamanti trattati sono di oltre 16.000 qualità, ognuna con il proprio prezzo e, perciò, individuare la qualità adatta a chi volesse diversificare i propri investimenti, è un compito da assegnare a chi ne possiede competenze ed esperienza”.
E’ quindi possibile comprare e vendere al prezzo di mercato su scala globale. Meglio se accompagnato da esperti, perché non è facile muoversi tra le 16mila varietà catalogate da De Beers, trattate in 28 Borse sparse per il pianeta. Ma a garanzia dei prezzi c’è l’indice messo a punto nel 1970 da Martin Rapaport, che viene aggiornato ogni giovedì pomeriggio, ora di New York, sulla base delle transazioni sulle varie piazze. Si tratta di un listino riservato agli addetti ai lavori, ma è possibile seguire le quotazioni pubblicate sui vari siti specializzati.
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