Secondo una ricerca della no profit CDP, tra le maggiori società consumer del mondo Unilever, L’Oreal e Danone sono le più preparate per affrontare gli effetti del cambiamento climatico rispetto ai loro competitor.
CDP, nel classificare le 16 maggiori aziende nel settore dei beni di consumo – divise in Food&Bevarage (9) e Household&Personal Care (7) -, ha preso in considerazione parametri come l’esposizione alle emissioni, l’uso dell’acqua e la governance del clima. Tra le prime posizioni anche Nestlè e Colgate. Le società statunitensi Kraft Heinz ed Estee Lauder si sono invece classificate in fondo della lista. La prima a causa dei ritardi nell’innovazione in materia di emissioni e la dipendenza da carne e prodotti caseari. Mentre il colosso dei cosmetici è stato criticato per la scarsa trasparenza nel suo uso dell’olio di palma.
Secondo quanto emerge dal report, soprattutto “i consumatori millennial tendono ad adottare pratiche più rispettose dell’ambiente. Ciò si evidenzia nella mutevole preferenza per le diete vegane, i marchi ecologici più piccoli e il packaging ridotto”.
Le società di beni di consumo hanno in parte affrontato la questione di sostenibilità ambientale acquistando marchi più piccoli che hanno migliori pratiche ambientali. “Il 75% delle aziende”, dice il report, “ha acquisito marchi più piccoli ed ecologici per creare un’opportunità strategica”. Per esempio, Nestlé nel 2017 ha comprato il produttore vegetariano di burrito dolce Sweet Earth; Danone ha invece scelto il produttore di latte alla nocciola WhiteWave Foods.
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