Di Tino Canegrati, a.d. di HP Italy
In un mondo in cui tutto è interconnesso, la sicurezza informatica è diventata un tema prioritario e di grande attualità. La crescita esponenziale dell’universo di dispositivi connessi vede infatti in parallelo un continuo aumento e una rapida evoluzione degli attacchi informatici, in un perimetro variabile e sempre più complesso da definire. Tutto ciò si traduce in costi significativi per imprese, istituzioni e singoli individui, con un impatto importante sull’economia globale. Secondo alcune stime, i danni provocati dal cybercrimine ammonteranno a seimila miliardi di dollari entro il 2021.
Possiamo dire che la cyber security rappresenti la priorità per privati e aziende perché afferisce al cuore del business, ad aspetti fondamentali e critici come la sicurezza fisica, la protezione dei dati e della proprietà intellettuale, fino alle operation e ai rapporti con fornitori e clienti. Oggi, inoltre, le minacce informatiche sono diverse da quelle del passato. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’evoluzione e a un’accelerazione degli attacchi all’hardware dei dispositivi ‘endpoint’ – fra cui pc e stampanti – che sono diventati il target privilegiati dagli hacker.
Del resto, il perimetro della sicurezza informatica non è più limitato all’ufficio tradizionale: le nuove modalità operative e di utilizzo dei dispositivi, sia nel lavoro sia nella vita privata, rendono possibile lavorare e utilizzare il pc da ogni angolo del mondo, anche da un aeroporto o da un bar, accrescendo la flessibilità e la produttività, ma aumentando potenzialmente anche i rischi, se il dispositivo non viene adeguatamente protetto. Per questo possiamo dire che già la scelta di acquisto di un dispositivo rappresenta una decisione importante in tema di sicurezza.
In questo settore HP mette in campo gli ottanta anni della propria storia d’innovazione e la robusta esperienza maturata nei settori business e consumer, un valore importante, vista la convergenza di questi due mondi in termini di esigenze e fruizione della tecnologia. A ciò si aggiungono importanti competenze in materia di sicurezza: da oltre 20 anni, infatti, esiste a Bristol, nel Regno Unito, un HP Lab dedicato alle soluzioni di cybersecurity.
Il team HP Security ha promosso un approccio che si può definire ‘security by design’, sviluppando nuovi standard per il settore, nei quali l’aspetto della sicurezza è parte integrante già durante lo sviluppo dei prodotti, dalla prima fase di design fino alla realizzazione completa.
Questo design per la ‘cyber-resilienza’ è un concetto che va oltre la semplice protezione: significa progettare gli aspetti di sicurezza a partire dall’hardware, aggiugendo soluzioni software e di gestione, per assicurare che i dispositivi non solo vengano costruiti con i necessari livelli di protezione, ma siano anche in grado di individuare e bloccare un possibile attacco, ripristinando lo stato originale delle impostazioni hardware del codice di avvio, il Bios (acronimo di Basic input-output system: un insieme di routine software, che fornisce una serie di funzioni di base per l’accesso all’hardware del computer e alle periferiche integrate sulla scheda madre, da parte del sistema operativo e dei programmi).
Secondo la società di ricerca Idc, “in ambienti ibridi, distribuiti ed estremamente connessi, ogni singolo elemento che gravita nell’infrastruttura Ict aziendale deve essere sicuro e affidabile. Secondo le stime di Idc, il 25% delle aziende ha sperimentato violazioni alla sicurezza di cui un terzo imputabili agli endpoint. La sicurezza non è però soltanto un problema informatico, è anche una questione di policy, gestione e formazione che coinvolge non solo i dipendenti ma l’intero ecosistema di partner e fornitori”. Se la tecnologia rappresenta una elemento fondante è altrettanto vero che la sicurezza è un tema complesso, per il quale la tecnologia non può essere l’unica risposta, ma che richiede invece di essere considerato e analizzato anche in termini organizzativi, procedurali, di change management, ovvero gestione del cambiamento.
C’è poi un importante aspetto culturale da promuovere, per informare e sensibilizzare i singoli utenti, l’opinione pubblica, le aziende e le istituzioni, condividendo esperienze e informazioni essenziali per aumentare i livelli di sicurezza. In questo contesto, HP porta avanti da tempo iniziative a vari livelli su questo tema, per sensibilizzare e favorire la condivisione di informazioni e competenze.
Un progetto importante riguarda la creazione di un Security Advisory Board internazionale, che coinvolge esperti del settore e alcuni hacker. Un’altra iniziativa globale è The Wolf, la web-serie prodotta e realizzata dagli HP Studios e giunta ormai al terzo episodio. The Wolf racconta il mondo della cybersecurity attraverso le vicende di alcuni hacker, che hanno i volti di due noti attori come Christian Slater e Johnathan Banks. Un altro esempio dell’impegno di HP a favore di una maggiore attenzione e consapevolezza in materia di sicurezza.
RACCONTARE L’INNOVAZIONE (AL CINEMA)
Il 6 marzo scorso a Milano, in occasione della première di The Wolf – True Alpha, terzo episodio della serie, HP ha invitato all’Anteo Palazzo del Cinema imprenditori, aziende, partner e giornalisti per un evento intitolato The Wolf, quanto è al sicuro il tuo business, con l’obiettivo di raccontare, condividere e discutere i vari aspetti della sicurezza da differenti punti di vista. L’evento si é aperto con un racconto della visione strategica di HP e con uno speaker d’eccezione come Boris Balacheff, chief technologist for security research & innovation degli HP Labs di Bristol. Tra gli ospiti sul palco anche due importanti realtà italiane, Banca Bper e Mediaset. In una tavola rotonda moderata da Sergio Patano di Idc, Daniele Murolo, responsabile sistemi periferici di Bper, e Filippo Todaro, responsabile sicurezza del gruppo Mediaset, hanno condiviso la propria visione, le esperienze e le sfide decisive in ambito di sicurezza.
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