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Innovation

Intelligenza artificiale: un europeo su quattro la vorrebbe al posto dei politici

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(Shutterstock)

Le elezioni europee sono alle porte, ma se ci fosse la possibilità di votare Mr. AI probabilmente ci ritroveremmo guidati da una serie infinita di sofisticati algoritmi. È ciò che emerge dalla ricerca condotta dal Center for the Governance of Change (CGC) presso la IE University di Madrid.

 

Intelligenza artificiale vs politici europei

Secondo l’European Tech Insights 2019, questo il nome dello studio che ha coinvolto oltre 2.500 adulti tra i 18 e i 99 anni in otto paesi europei (Francia, Germania, Irlanda, Italia, Spagna, Paesi Bassi e Regno Unito), infatti, un cittadino europeo su quattro preferirebbe lasciare che fosse un’intelligenza artificiale a prendere decisioni importanti sulla gestione del proprio Paese. Nei Paesi Bassi, in Germania e nel Regno Unito, la percentuale è ancora più alta con un cittadino su tre che ammette di preferire una macchina per determinare la direzione del proprio paese piuttosto che un essere umano. In Italia tale percentuale si attesta al 28 per cento.

Diego Rubio, direttore esecutivo del CGC, ha dichiarato: “Questa mentalità, che probabilmente fa riferimento alla crescente sfiducia dei cittadini nei confronti dei governi e dei politici, costituisce un interrogativo importante a carico del modello europeo di democrazia rappresentativa, poiché sfida la stessa nozione di sovranità popolare”.

 

Intelligenza artificiale e lavoro

La ricerca, volta a comprendere meglio le percezioni e le preoccupazioni nei confronti delle nuove tecnologie informatiche, rivela inoltre come la quarta rivoluzione industriale stia producendo un crescente senso di insicurezza e incertezza, con molti cittadini europei convinti che, se non adeguatamente controllate, le innovazioni tecnologiche potrebbero causare più danni che benefici per la società nel prossimo decennio.

La stragrande maggioranza degli europei intervistati (oltre il 70%) si aspetta infatti che i propri governi stabiliscano nuove leggi e tasse per limitare l’automazione ponendo addirittura dei limiti al numero di posti di lavoro che le aziende potranno sostituire con le macchine, anche se ciò significherebbe fermare il progresso tecnologico, e lamentano (il 60%) un sistema educativo inadeguato nel prepararli ad affrontare le sfide poste dalle nuove tecnologie in un mercato del lavoro in rapida evoluzione.

 

Nuove tecnologie informatiche: la sfiducia dei cittadini europei

Di seguito presentiamo altri numeri rilevanti ricavabili dallo studio e che segnalano una crescente preoccupazione degli europei verso l’invasività della tecnologia:

  • Il 56% degli europei è preoccupata che i robot possano occupare la maggior parte dei posti di lavoro oggi appannaggio di esseri umani;
  • Il 67% degli europei pensa che la governance delle nuove tecnologie sia, con il cambiamento climatico, la più grande sfida che l’UE deve affrontare in questo momento;
  • Oltre alle sfide sul mercato del lavoro, gli europei temono un cambiamento nella loro vita sociale: oltre due terzi degli intervistati (il 68%) ritengono che in futuro le persone passeranno più tempo a socializzare online che di persona.

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