Articolo tratto dal numero di giugno 2019 di Forbes Italia. Abbonati.
Archiviato un drastico movimento a V, le Borse sembrano entrate in una fase più interlocutoria. Da un lato l’impetuoso rimbalzo registrato nel primo scorcio dell’anno ha consentito di riassorbire gli eccessi di negatività dell’orribile ultimo trimestre del 2018, riportando le quotazioni su livelli che meritano qualche attenzione. Dall’altro è riemersa all’improvviso la retorica aggressiva di Trump contro la Cina, a suon di tweet e nuove minacce. Lo spread dell’Italia è tornato a impennarsi. Forse perché nei radar degli investitori sono entrate anche le prossime elezioni europee, il cui esito potrebbe ridefinire i rapporti di forza tra i due partiti che sostengono la maggioranza, avviando forse il governo Conte, già in bilico, a una fine prematura e densa di incognite sul futuro.
“I mercati si sono dimostrati ancora una volta imprevedibili e, anche nel contesto attuale, seguito al rimbalzo del primo trimestre, continuiamo a vedere all’orizzonte elementi di incertezza che porteranno anche nel corso dei prossimi mesi a situazioni di volatilità”, segnala Cosmo Schinaia, country head per l’Italia di Fidelity International, colosso globale del risparmio da 412,5 miliardi di dollari tra masse in gestione e asset amministrati (dato al 31 marzo 2019), di cui 22,8 miliardi in Italia (al 31 dicembre) per un totale di 2,4 milioni di clienti in tutto il mondo.
“La fase di calo registrata a fine 2018 ha spinto molti investitori a uscire dai mercati e questo ha impedito loro di beneficiare del rimbalzo d’inizio anno. Quello che vediamo ora è una estrema cautela nel collocare i propri investimenti. In questo contesto, essere cauti rimane una strategia chiave. È pertanto importante focalizzarsi su investimenti con orizzonti temporali di lungo periodo, che possano offrire un’ampia diversificazione del portafoglio nonché una decorrelazione da quelli che sono gli eventi macroeconomici che muovono i mercati nel breve periodo. In questi momenti è ancora più importante tenere ben saldi i propri obiettivi”.
Quali scelte d’investimento consentono di affrontare questo scenario con maggiore serenità?
In questa fase ci stiamo concentrando soprattutto su strategie che guardano al futuro. Pensiamo ad esempio all’innovazione tecnologica, un elemento ormai imprescindibile per qualunque prodotto o servizio, o ai cambiamenti demografici, tra invecchiamento della popolazione nei paesi sviluppati e crescita delle nuove generazioni in quelli emergenti. Tendenze che a loro volta spingono ulteriori trend in tema di gestione delle risorse e che richiamano a un’economia più sostenibile e circolare. Continuiamo a guardare con attenzione ai paesi emergenti, dove le opportunità d’investimento, selezionate sempre attraverso un’analisi approfondita delle singole società, sono ancora numerose, sia sul versante azionario che su quello obbligazionario. E non solo in Cina, dove il rallentamento, se vogliamo, può essere visto come fisiologico dopo la crescita esponenziale degli ultimi dieci anni. Inoltre, soluzioni flessibili che combinano diverse asset class, selezionando le opportunità più interessanti grazie all’ampia delega affidata al gestore, possono aiutare gli investitori a navigare mercati inquieti.
Spesso però gli investitori sono restii a mettere a fuoco obiettivi di lungo e lunghissimo termine, quando si parla dei loro investimenti. Esistono soluzioni che possano aiutarli in questo senso?
Una possibile strada è quella dei target fund. Si tratta di strumenti lanciati in Italia all’inizio degli anni duemila con l’obiettivo di aiutare gli investitori a definire e perseguire i propri obiettivi d’investimento anche in contesti di volatilità dei mercati e incertezza delle economie globali, proprio come quello che stiamo affrontando oggi. I punti di partenza sono la definizione dell’obiettivo dell’investimento – l’acquisto di una casa, l’università per i figli, un accantonamento integrativo per la pensione – e della data finale in cui l’investimento dovrà giungere a compimento. Il vantaggio competitivo di questi strumenti è nella strategia di ribilanciamento dell’esposizione agli asset più rischiosi, mano a mano che ci si avvicina alla data obiettivo, al fine di preservare il capitale e il rendimento ottenuto.
Temi d’investimento come i mega-trend si coniugano bene con un approccio di lungo termine. Sul piano dell’innovazione di prodotto, avete qualche novità in cantiere?
Abbiamo da poco lanciato un fondo focalizzato sulla gestione delle risorse idriche e dei rifiuti. Sicuramente quelli della sostenibilità, dell’economia circolare e dell’impact investing sono temi che ricorreranno nel prossimo futuro anche in termini di nuove soluzioni. Stiamo lavorando anche al lancio di nuove strategie alternative, che possano offrire ai clienti un ulteriore strumento di decorrelazione dai movimenti del mercato di breve periodo.
Intanto si osserva una crescita in accelerazione dei flussi verso strumenti passivi, che costano meno e non hanno l’ambizione di battere il mercato di riferimento, a scapito dei fondi comuni a gestone attiva. Come si sta muovendo Fidelity?
Le nostre strategie passive non sono al momento disponibili per gli investitori italiani, che continuano invece ad apprezzare l’approccio storicamente attivo dei nostri gestori. Uno degli elementi che ha spinto la crescita esponenziale delle strategie passive registrata negli anni recenti sul mercato italiano e, più in generale, a livello globale, è stato probabilmente un contesto normativo più stringente e attento nei confronti dei costi per gli investitori finali. Io sono convinto che strategie attive e passive possono convivere all’interno di un portafoglio al fine di offrire al cliente un elevato grado di diversificazione.
Il servizio di robo-advisory lanciato in Germania, che offre consulenza online attraverso portafogli modello, sarà presto operativo anche in altri Paesi, compresa l’Italia?
In Italia, il nostro target sono gli investitori professionali: consulenti finanziari, private banker, wealth manager, investitori istituzionali. Il nostro compito è offrire loro soluzioni che possano incontrare le necessità dei loro clienti e affiancarli, anche attraverso servizi tecnologici pensati ad hoc, nella costruzione di portafogli diversificati che permettano loro di dimostrare agli investitori l’importanza di un orizzonte temporale di lungo termine attraverso simulazioni di investimento concrete.
Torniamo ai mercati. Lo spread che s’impenna deve farci paura?
L’Italia a nostro avviso continua a vantare un tessuto industriale e di piccole medie imprese ancora tra i più importanti all’interno del contesto europeo. Un tessuto di imprese basato ancora su buoni fondamentali. Purtroppo, però, la situazione economica del Paese continua a essere influenzata da una situazione politica incerta e che viene vista dagli investitori come importante fonte di incertezza.
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