Articolo apparso sul numero di Forbes di luglio 2019. Abbonati
Le-mail che si inviano al lavoro, l’ultimo acquisto su Amazon o il film on demand che vediamo la sera. Tutti questi servizi (e molti altri) si servono dei data center, gigantesche banche di memoria dalle quali passano enormi quantità di dati. VMware è una società multinazionale di software che si occupa di ideare soluzioni per gestirli al meglio e supporta gli imprenditori nella digitalizzazione delle loro aziende. “VMware nasce nel 1998 in un garage”, racconta Raffaele Gigantino, country manager per l’Italia, “la nostra società ha rivoluzionato il mondo, perché è stata la prima a virtualizzare i sistemi fisici. Questo ha significato poter utilizzare meglio l’hardware, aiutando le aziende nel percorso di modernizzazione che poi ai giorni nostri ha portato alla tecnologia cloud. A oggi, noi siamo uno dei protagonisti indiscussi nel mondo del cloud computing”. La carica innovativa del software di VMware lo ha portato a girare sui data center di Amazon web services (Aws), con cui è stata siglata una partnership nel 2016. “Le nostre soluzioni congiunte permettono di gestire i picchi degli ordini, ad esempio durante eventi come il Black Friday, in cui tutti si collegano al web per fare acquisti”, spiega Gigantino, “e di fatto aumentano sia le capacità computazionali sia quelle di storage (memorizzazione, ndr)”. Ma Aws non è l’unica azienda ad aver siglato importanti partnership con VMware: ci sono anche Dell, Ibm e Microsoft. In totale, a utilizzare servizi di VMware sono 500mila clienti in tutto il mondo, aiutati da un ecosistema di 75mila partner. “L’invenzione dei sistemi operativi ha permesso ai pc di poter dialogare tra loro. Oggi, con il nostro sistema di cloud ibrido, sono i data center a dialogare tra loro”.
E questo è un bene anche per l’ambiente: un data center, infatti, è un dispositivo energivoro e inquinante. Ma se più data center dialogano tra loro, le risorse vengono ottimizzate e si consuma di meno. VMware è un’azienda particolarmente sensibile alle tematiche ambientali, a tal punto da avere inventato il Carbon Avoidance Meter, un software per tenere sotto controllo e ridurre i consumi dell’infrastruttura aziendale: “Noi lo utilizziamo da sempre”, racconta il manager italiano, “fornisce in tempo reale indicazioni sulle emissioni di Co2 del data center. È stato sviluppato nei nostri studi, attraverso il team Xlab, e lo abbiamo portato sul mercato”.
Un altro importante ambito di specializzazione è la cyber sicurezza. È infatti fondamentale, nell’epoca dei dati, avere la capacità di difenderli da attacchi esterni: “Il tema oggi è molto sentito”, commenta Gigantino, “noi pensiamo che prevenire sia meglio di curare, per questo abbiamo un approccio proattivo. Quando c’è un attacco, questo incide sulle applicazioni che iniziano a comportarsi in maniera differente dal solito. Il nostro software conosce i comportamenti tipici delle app, li apprende attraverso il machine learning, così può capire se c’è qualcosa che non funziona e bloccare tutto, avvisando l’operatore. Questo approccio dà benefici maggiori, in termini di sicurezza, a tutti i livelli del data center”. Per il futuro ci sono diversi progetti. L’azienda americana ha stretto un’alleanza con Vodafone per virtualizzare i servizi 5G: “con l’aumentare della banda, nasceranno sempre nuovi servizi e quel punto diventerà importante riuscire a farne girare molti su una singola antenna”. VMware sta investendo anche sull’intelligenza artificiale, realizzando data center in grado di gestire in piena autonomia minacce e carichi di lavoro. Senza dimenticare la blockchain, con un sistema basato su parametri di sicurezza più rigorosi rispetto a quelli sul mercato.
“Stiamo investendo in tutti questi ambiti per prepararci al futuro”, conclude Gigantino, “quando il business del 5G sarà maturo”.
VMware è stata tra i protagonisti del Forbes Digital Summit del 12/13 luglio a Rimini. Ecco una sintesi video dell’intervento di Rodolfo Rotondo, Senior Business Solution Strategist della società:
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