Le hypercar del prossimo futuro saranno sempre più esotiche, sofisticate, aerodinamiche, veloci e, soprattutto, silenziose. Già, perché da quando la Tesla ha sdoganato l’elettrica nel mercato del lusso, per una hypercar fare rumore non è nemmeno tanto più di moda. Non a caso tutte le aziende automobilistiche, comprese Ferrari e Lamborghini, stanno lavorando su progetti elettrici e ibridi. Inoltre, introdurre sul mercato una hypercar elettrica pone l’azienda in una posizione favorevole nei confronti degli stakeholder, oltre a rappresentare una buona occasione per rilanciarsi.
Ed è quello che devono aver pensato alla Lotus che dopo anni bui, a causa di un asfittico listino, grazie all’avvento dei contanti del gruppo cinese di Geely, (già proprietaria della Volvo) che la controlla al 51 %, ha ben pensato di proporre al suo pubblico un’esclusiva hypercar. Elettrica ovviamente.
La Lotus Evija (si pronuncia ‘E-vi-ya’ e significa ‘il primo esistente’ o ‘il vivente’), oltre ad essere la prima hypercar della casa inglese è anche la sua prima elettrica. Si tratta di un progetto esclusivo, infatti ne verranno prodotte solo 130 ad un prezzo di prezzo di 1,7 milioni di sterline più dazi e tasse (circa 2 milioni di euro). Attualmente sono già aperti i preordini che potranno essere effettuati versando un deposito di 250.000 sterline. La vettura verrà prodotta a partire dal 2020 a Hethel che dal 1966 è la sede della Lotus.
Ma com’è la Lotus Evija? Una vera hypercar, che può contare su un telaio in fibra di carbonio prodotto in un unico pezzo (pesa 129 kg); questa soluzione permette alla vettura inglese di fermare l’ago della bilancia a 1.680 kg. La batteria, al fine di garantire una migliore distribuzione dei pesi, è posizionata al centro, immediatamente dopo i sedili ed alimenta i quattro motori elettrici collocati alle ruote. La potenza totale della vettura è di 2.000 cavalli e 1.700 Nm di coppia, numeri che permetto alla hypercar inglese di scattare da 0 a 100 km/h in meno di tre secondi e di raggiungere la velocità massima di 340 km/h.
I motori elettrici sono stati sviluppati dal partner tecnico Williams Advanced Engineering, la divisione della stessa società che corre in Formula 1 e che ha recentemente collaborato con l’Aston Martin per l’elettrica Rapide-E, oltre che con il campionato mondiale di Formula E.
La Evija è sì una hypercar, ma il driver, grazie alle cinque modalità di guida (Range, City, Tour, Sport e Track), potrà impostare il carattere della vettura, così da utilizzarla anche in contesti “normali”. Essendo un’elettrica è molto importante l’autonomia e la velocità di ricarica e anche in questi frangenti l’auto non delude; la batteria della Lotus Evija, che garantisce un’autonomia di 400 km, potenzialmente è in grado di accettare anche una potenza di carica di 800 kW (quando saranno disponibili), utilizzando una colonnina da 350 kW, sarà possibile “fare il pieno” in 12 minuti fino all’80% e 18 minuti fino al 100%.
Altrettanto sofisticata è l’aerodinamica, infatti, le forme della Evija sono state plasmate per garantire il miglior carico aerodinamico possibile. Osservando la livrea della hypercar inglese si può notare che la Lotus non ha affatto calcato la mano con il design, tanto che l’auto presenta diversi richiami alle supercar del passato. Per migliorare il flusso d’aria non sono presenti gli specchietti retrovisori, sostituiti da telecamere integrate nei parafanghi anteriori, e le maniglie delle porte.
Altrettanto ispirati al mondo delle corse sono gli interni, dove troviamo un ampio uso di fibra di carbonio e alcantara, sedili racing ed un unico display digitale, collocato di fronte al volante in perfetto stile F1. Sulla console centrale sono presenti altri comandi con pulsanti di tipo soft touch con un design a nido d’ape.
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