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McLaren Elva, svelata la nuova hypercar da 1,8 milioni di euro

McLaren Elva, la nuova hypercar da 1,8 milioni di euro
(Courtesy McLaren)

Le hypercar rappresentano una tipologia di vetture che, oltre a fare breccia nei cuori dei loro possessori, con il passare degli anni diventano dei veri e propri oggetti da collezione, la cui quotazione aumenta. Il perché è presto detto: queste vetture estreme sono prodotte in tirature molto limitate e prevedono delle personalizzazioni molto spinte, peculiarità che di fatto le fanno diventare degli oggetti da collezione. La nuova McLaren Elva rientra perfettamente in questa categoria.

Svelata in anticipo ad alcuni fortunati e facoltosi clienti durante la Monterey Car Week (la settimana dei motori californiana), la McLaren presenta al grande pubblico la nuova componente della famiglia della Ultimate Series, la Elva, un’hypercar stradale con l’abitacolo scoperto (tetto, parabrezza e finestrini sono completamente assenti) e monoscocca in fibra di carbonio. Si tratta quindi di una vera e propria barchetta e, come le vetture che l’hanno preceduta, la P1TM, la Senna e la Speedtail, sarà prodotta nella tiratura limitata di 399 esemplari, la cui realizzazione inizierà il prossimo anno.

(Courtesy McLaren)

I clienti che vorranno sedere al volante di questa vettura così particolare dovranno staccare un assegno da ben 1.737,731 euro, cifra che però può lievitare piuttosto facilmente grazie alle tante possibilità di personalizzazione offerte dal programma McLaren Special Operations (MSO). Il vantaggio offerto dalle praticamente infinite customizzazioni è che il cliente può effettivamente far diventare la sua hypercar un pezzo unico.

La casa inglese utilizzando il nome Elva ha attinto al passato, celebrando le McLaren-Elva M1A, M1B e M1C, auto da competizione ad abitacolo aperto progettate da Bruce McLaren a metà degli anni ’60.

Tecnicamente la McLaren Elva presenta un motore montato al centro-posteriore dell’abitacolo V8 da 4,0 litri con doppio turbocompressore (lo stesso della Senna e Senna GTR), che eroga 815 cavalli e garantisce 800 Nm di coppia. Il V8 è accoppiato a un cambio robotizzato a doppia frizione a sette rapporti che trasferisce la potenza alle ruote posteriori. Grazie a un peso ridotto, consentito dall’utilizzo del monoscocca in fibra di carbonio, è in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in meno di 3” e da 0 a 200 all’ora in 6”7 (due decimi in meno della Senna). Prestazioni davvero mostruose.

(Courtesy McLaren)

L’estetica della McLaren Elva è ovviamente ricercata e accattivante: forme morbide e affusolate, passaruota integrati alla carrozzeria, forti richiami al passato della casa. L’abitacolo avvolge letteralmente il guidatore il quale, anche senza indossare il casco (in Europa è prevista anche una versione con parabrezza), può guidarla senza troppi disagi. Il motivo è da ricercare nella “bolla di protezione” generata da un raffinato sistema di gestione dell’aria che si chiama Active Air Management System” (AAMS). Questo sistema comprende un ingresso per l’aria centrale situato sopra lo splitter, uno sfiato frontale di scarico a conchiglia e un deflettore mobile in fibra di carbonio (alto 15 cm), che si alza e si abbassa verticalmente e che consente di spingere l’aria in alto prima che essa raggiunga l’abitacolo. Alle basse velocità urbane l’AAMS non è attivo e il condotto centrale viene sigillato.

(Courtesy McLaren)

Al fine di garantire condizioni ottimali di sfruttamento del sistema AAMS, la Elva è inoltre dotata di due radiatori a bassa temperatura (LTR) posizionati davanti a ciascuna ruota anteriore, che aiutano al raffreddamento dell’olio del cambio a sette marce. Questi radiatori si aggiungono ai due radiatori ad alta temperatura (HTR) collocati davanti alle ruote posteriori, utili a raffreddare il motore, e che possono sfruttare l’aria proveniente dalla zona anteriore e dalle prese d’aria laterali.

Le soluzioni aerodinamiche prevedono poi uno spoiler posteriore attivo a tutta larghezza (la cui altezza e inclinazione sono regolati simultaneamente per ottimizzare l’equilibrio aerodinamico), che lavora congiuntamente al diffusore. Garantiscono ottime doti dinamiche anche le sospensioni idrauliche a controllo elettronico, regolabili dal selettore delle modalità, Active Panel, insieme alla mappatura del motore.

McLaren Elva con la M1A. (Courtesy McLaren)

In conformità con l’estetica della vettura anche gli interni sono essenziali e minimalista. Il tunnel in fibra di carbonio divide i sedili con scocca in fibra di carbonio del conducente e quello del passeggero (personalizzabili nei colori e nei materiali) per supportare un bracciolo centrale che custodisce il pulsante di avvio del motore e i comandi Drive, Neutral e Reverse.

A eccezione dei comandi che sono posizionati al volante, tutte le altre funzionalità dell’auto sono accessibili tramite il monitor touchscreen da 8 pollici del sistema multimediale, montato al centro della plancia, rivolto verso il conducente, che consente di gestire il navigatore, la telemetria, la telecamera posteriore e di impostare la climatizzazione.

I tecnici della casa inglese hanno ovviamente lavorato per ridurre al massimo il peso, quindi hanno tolto dall’abitacolo tutto il superfluo, compreso l’impianto audio. Gli acquirenti possono comunque richiedere, senza costi aggiuntivi, un sistema su misura con altoparlanti adatti all’uso esterno.

McLaren Elva con la M1A. (Courtesy McLaren)

Il cliente per personalizzare la sua auto può comunque far riferimento al McLaren Special Operations (MSO), che comprende scelte di colore degli interni per il tessuto l’Ultrafabric e le pelli, il badge personalizzato in oro bianco 18 carati o platino con inserto in TPT, i colori per la carrozzeria, praticamente illimitati e con la possibilità di creare specifici dettagli cromatici. I clienti possono scegliere anche un corpo in fibra di carbonio a vista lucido, che espone non solo i pannelli del corpo in fibra di carbonio, ma anche la traccia perfettamente allineata del materiale composito.

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