Quasi due miliardi di dollari di fatturato nel 2019 e una crescita annua che supera il 10 per cento. Sono i numeri resi noti da Allied market research, che certificano il successo del cosiddetto “fashion renting”, ovvero il noleggio di abiti e accessori. Una formula mutuata da altri settori, ma in grado di cambiare per sempre anche la moda, specialmente negli Stati Uniti dove si concentra il 40 per cento del business mondiale.
L’affitto delle griffe, attraverso piattaforme digitali, ha però cominciato a prendere piede anche in Italia, sulle orme di quella sharing economy che oggi permette di condividere una moltitudine di beni e servizi anche nel nostro Paese. E così sono diverse le startup cento per cento made in Italy, che consentono di scegliere il capo dei sogni in un armadio virtuale e di pagare il noleggio con una tariffa che corrisponde al 10 per cento del cartellino. Fra le più diffuse c’è DressYouCan, sito fondato a Milano nel 2015 da Caterina Maestro. Che oggi definisce la sua creatura “l’Airbnb del guardaroba”.
L’idea, come spesso accade, è nata un po’ per caso. “E’ successo in occasione di un viaggio fra amiche – racconta Maestro -. Eravamo indecise sull’acquisto dello stesso capo che però avremmo indossato sì e no mezza volta ciascuna. Allora ho iniziato a pensare a una sorta di armadio infinito in condivisione, dove poter prendere ciò che si vuole quando si vuole. Insomma, 365 vestiti per 365 giorni. L’obiettivo era permettere l’accesso illimitato a un nuovo guardaroba ogni giorno, grazie all’applicazione della logica della sharing economy al mondo del fashion”.
La startup ha cominciato a prendere forma a novembre del 2014, per poi aprire ufficialmente l’anno successivo grazie all’appoggio economico di famiglia e amici. “Tutti gli articoli possono essere noleggiati sul sito o direttamente nel flagship store situato nel centro di Milano – prosegue la fondatrice -. Qui è anche possibile provare tutti gli abiti e fruire dei servizi aggiuntivi di styling, make up e consulenza di immagine. Ciò che differenzia la nostra realtà da tutte le altre è la sicurezza di un catalogo inesauribile e perfettamente sostenibile, grazie alla fornitura congiunta e spontanea di utenti privati e giovani designer emergenti. Questi ultimi sono in grado di visualizzare e distribuire le proprie collezioni senza incorrere in costi fissi grazie a uno speciale accordo di partnership con DressYouCan. Non mancano, ovviamente, anche i marchi di fama mondiale altrimenti inaccessibili per la maggior parte delle donne”.
I numeri, per il momento, danno ragione all’imprenditrice. “Quasi la metà delle clienti diventa una nostra consumatrice ricorrente e il 38 per cento dei membri di DressYouCan ha già segnalato di acquistare meno vestiti – conferma -. Dopo cinque anni abbiamo consolidato il nostro modello di business, produciamo utili e siamo entrati in Fashion tecnology accellerator. Inoltre stiamo lavorando per concludere una partenrship con una holding digitale per la comunicazione online”.
Tutto questo anche grazie a servizi molto innovativi. “Le nostre clienti possono noleggiare abiti e accessori per quattro giorni e due notti – spiega Maestro -. Una volta prenotato il proprio abito per la data dell’evento, non occorre più preoccuparsi di nulla: il servizio è all inclusive e prevede messa a misura, lavanderia, spedizione, assicurazione e prova gratuita a domicilio. Inoltre è possibile prenotare un abito da sei mesi prima a qualsiasi momento precedente al penultimo giorno precedente all’evento”.
Il tutto attraverso diverse formule: “Esiste il noleggio singolo, ma anche speciali abbonamenti: al costo fisso di 299 euro, si ha la possibilità di usufruire di quattro noleggi in un anno”. Non è un caso che Forbes abbia recentemente citato la startup milanese come una delle dieci imprese in grado di rivoluzionare la moda. “Questo riconoscimento conferma che il nostro approccio atipico al mondo del fashion è in realtà il futuro al quale il fashion sta tendendo – commenta Maestro -. Da sempre crediamo che la moda sia un prodotto che deve semplificarci la vita per farci sentire ancora di più noi stesse, deve far parlare con la nostra voce. Seguiamo quindi ciò che amiamo della moda, che può anche essere non di moda”.
Poco dopo è arrivato un altro traguardo decisivo: il “Premio dei Premi per l’Innovazione” consegnato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “E’ stato un momento di grandissima emozione – ricorda l’imprenditrice -. Un riconoscimento per il lavoro svolto negli anni passati e, soprattutto, per la perseveranza con la quale abbiamo continuato a crescere. Non solo il tipo di onorificenza e di premiazione, ma anche la platea degli altri premiati è stata una specie di ammissione ufficiale nel mondo dell’imprenditoria nazionale. Noi non aspiriamo a fare la storia, ma vogliamo offrire il miglior servizio al passo con la storia del fashion”.
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