Innovation

Da Harvard ad Alibaba, chi sta usando l’intelligenza artificiale contro il virus

Jack Ma, fondatore di Alibaba (Wang He/Getty Images)

Quella che stiamo affrontando, è senza ombra di dubbio, una delle più grandi sfide che sta mettendo alla prova l’umanità: uno stress test che non si limita alla medicina ma che, a causa dell’elevato fattore virologico del COVID-19, sta modificando le abitudini della società, in tutti i suoi apparati

Ora l’AI scende in campo per contrastare il virus

E mentre continua la ricerca ad un vaccino efficace, ricercatori di tutto il mondo si stanno avvalendo dell’intelligenza artificiale per fare stime, prevenire i contagi, capire come contrastare il virus e contribuire allo sviluppo di farmaci.

Diagnostica: Jack Ma e Alibaba in prima linea

Primi fra tutti il colosso Alibaba: la multinazionale cinese ha affermato che il suo sistema di intelligenza artificiale è in grado di rilevare il coronavirus attraverso la tomografia computerizzata con un’accuratezza del 96%. Sono necessari solamente 20 secondi rispetto al quarto d’ora solitamente impiegato dall’occhio di un esperto. Il sistema è stato messo a punto sulla base dei dati acquisiti da 5000 casi confermati. Inoltre il fondatore Jack Ma ha annunciato che la sua fondazione donerà $ 2,15 milioni per lo sviluppo di un vaccino.

Al lavoro anche il team di Baidu, il principale motore di ricerca cinese, che ha rilasciato LinearFold, un algoritmo che riduce il tempo di previsione della struttura secondaria di una sequenza di acido ribonucleico (RNA) da 55 minuti a 27 secondi. Una riduzione dei tempi cruciale per comprendere meglio il virus e permettere di sviluppare farmaci efficaci in tempi celeri.

In Cina intanto è arrivato uno strumento che aiuta i medici a diagnosticare rapidamente potenziali malati di Coronavirus, si tratta di inferVISION: il software, basato sull’intelligenza artificiale, può evidenziare rapidamente potenziali casi problematici e fa affidamento sugli SDK Clara di NVIDIA, il framework di applicazioni sanitarie di NVIDIA per l’imaging medica basato sull’intelligenza artificiale. inferVISION si basa sui casi accertati per trovare analogie nelle infezioni polmonari.

Informare in tempo reale

Interessante il lavoro della Harvard Medical School, dove il ricercatore John Brownstein – membro di un team internazionale – sta utilizzando l’apprendimento automatico per “sfogliare” i social media e altre forme di dati dai canali di sanità pubblica ufficiali e delle autorità così da produrre analisi sanitarie dei focolai in tempo reale.

Anche l’azienda canadese BlueDot, una società di sorveglianza sanitaria con sede a Toronto, sta raccogliendo dati sulle malattie da una miriade di fonti online utilizzando le informazioni sui voli delle compagnie aeree per fare previsioni su dove potrebbero comparire le malattie infettive: anche e soprattutto le rotte aeree rappresentano infatti un vettore di trasporto della malattia.

Favorire lo sviluppo di farmaci

Su questo fronte vi sono diverse realtà al lavoro, come Insilico Medicine, società che utilizza l’intelligenza artificiale per realizzare farmaci; attraverso la GAN (rete generativa avversaria)  vaglierà le strutture di 100 molecole simili alla proteina chiave Covid-19. Lo scopo? Testare varie combinazioni per mettere a punto farmaci efficaci in tempi celeri. Le strutture molecolari saranno messe a disposizione sul sito, dove si invitano anche chimici indipendenti a contribuire.

Lavoro analogo quello dell’algoritmo BenevolentAI, che sta intrecciando i dati relative alle strutture molecolari con le informazioni biomediche su recettori e malattie. Il software ha già individuato la proteina chinasi 1 (AAK1), associata all’adattatore enzimatico, che regola l’endocitosi, il processo che porta materiale nelle cellule è che è anche una modalità di penetrazione del virus. I ricercatori, grazie a BenevolentAI, hanno identificato un possibile farmaco efficace chiamato “Baricitinib”.

 

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