“E’ nei momenti di crisi che sorge l’inventiva”, diceva Albert Einstein. E questo Isinnova lo sa molto bene! Stiamo parlando della startup bresciana che ha trasformato le maschere da sub, vendute da Decathlon, in respiratori; tutto grazie ad una modifica resa possibile dalla stampa 3D.
Una realtà, quella fondata da Cristian Fracassi e Alvise Mori nel 2015, che in soli cinque anni dalla sua nascita ha già offerto i suoi servizi ad oltre 350 inventori, realizzando 80 progetti come Pharmadome, Brix System, Carapina, EGG, Oleomax, Blice, Sismo ed Electra, solo per citarne alcuni; per un totale di 52 brevetti depositati e 40 progetti ancora attivi. Perché Isinnova è sostanzialmente uno strumento a disposizione di chi è in possesso di un’idea innovativa. Che proprio grazie a Isinnova può vederla realizzata.
Aiutiamo il prossimo… ad aiutare il prossimo!
Realizzare l’idea di qualcuno spesso significa aiutarlo ad aiutare gli altri, a risolvere una problematica, a bypassare un problema. Ed è quanto accaduto proprio di recente, con la famosa maschera da sub di Decathlon che, ormai, ha fatto il giro del mondo:
“Nei giorni scorsi siamo stati contattati da un ex primario dell’Ospedale di Gardone Valtrompia, il dottor Renato Favero, che è venuto a conoscenza di Isinnova tramite un medico dell’Ospedale di Chiari, struttura per la quale stavamo realizzando con stampa 3D le valvole d’emergenza per respiratori. Il dottor Favero ha condiviso con noi un’idea per far fronte alla possibile penuria di maschere C-PAP ospedaliere per terapia sub-intensiva: si tratta della costruzione di una maschera respiratoria d’emergenza riadattando una maschera da snorkeling già in commercio” – raccontano Marco Ruocco e Lorenzo Abeni di Isinnova in questo video.
Non si è trattato però, come detto, del primo progetto a cui ha dato vita Isinnova negli anni. Allora come si crea un ecosistema come quello di Isinnova? Lo abbiamo chiesto a uno degli ingegneri fondatori, Marco Ruocco, Project Officer & Analyst di Isinnova, in azienda fin dall’avvio dell’attività.
Prima di diventare famosa in tutto il mondo Isinnova di cosa si occupava?
“Isinnova è nata nel 2015 come una società di consulenza per dare supporto e un aiuto a tutte quelle persone, privati o aziende, che hanno dei progetti innovativi che desiderano lanciare e portare sul mercato ma, per tutta una serie di motivi, magari non sono in grado di farlo in autonomia. Aiutiamo chi vuole brevettare qualcosa o realizzare un sogno nel cassetto e ha bisogno di qualcuno che lo aiuti, affiancandolo nella fase di sviluppo del progetto e del prototipo, lo affianchiamo – tramite dei partner – nella tutela della proprietà intellettuale e nel deposito del marchio e del brevetto.
Solo per i privati o anche per le aziende?
Offriamo lo stesso servizio anche alle aziende che ci affidano i loro progetti e che, per gli stessi motivi elencati prima, preferiscono esternalizzare le idee così che i loro dipendenti possano dedicarsi ai progetti ‘core-business’ dell’azienda. Aiutiamo tanto anche le piccole e medie imprese del territorio che non dispongono di reparti adibiti esclusivamente allo sviluppo, così ci affidano progetti nuovi affinché vengano sviluppati.
Cosa ritiene caratterizzi di più il vostro modello?
Il nostro punto di forza sta nella possibilità che abbiamo, lavorando con tante aziende diverse in settori molto diversi, di riuscire a trasferire delle idee o delle intuizioni – sviluppate in un determinato contesto – in altre situazioni: ad esempio un’azienda che per trent’anni ha lavorato solo ed esclusivamente al proprio core business non ha avuto modo di essere ‘contaminata’ con idee o tecnologie provenienti da altri settori. Noi cerchiamo di affiancarli anche in questo.
Cosa offrite quindi alle aziende?
Oltre al servizio di consulenza tradizionale, offriamo lo sviluppo dei prodotti, analisi dei materiali, ricerche di mercato, consulenza finanziaria e organizzativa, tutto quello che può servire alle imprese. Siamo molto legati alla manifattura, noi arriviamo in gran parte dall’Università degli Studi di Brescia, in particolare da ingegneria, quindi siamo molto legati al prodotto fisico”.
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