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Come riaprono i fast food, il progetto pilota di Burger King spiegato dall’a.d. Valota

Uno dei locali Burger King già predisposto per la riapertura (Courtesy Burger King Italia)

Accessi contingentati e con obbligo di mascherina, check-point per misurazione temperatura e sanificazione mani, sacchetti con safety sticker al posto dei vassoi, tavoli distanziati. Queste alcune delle misure con cui Burger King inizierà a riaprire al pubblico la maggior parte dei propri 220 ristoranti in Italia già a partire da lunedì 18 maggio.

Forbes.it ha incontrato Andrea Valota, amministratore delegato Burger King Restaurants Italia per conoscere di più di questo progetto, che pone l’Italia tra i pionieri della catena a livello globale per la risposta all’esigenza di distanziamento causata dal Coronavirus.

Andrea Valota, amministratore delegato Burger King Restaurants Italia

“Abbiamo messo in atto tutte le procedure necessarie per poter riavviare la nostra catena di ristoranti e riaccogliere i clienti in tutta sicurezza”, esordisce Valota. “In sala abbiamo ridotto e predisposto i tavoli adibiti alla consumazione distinguendoli da quelli che non possono essere utilizzati in modo da poter garantire le corrette distanze fra i clienti. Oltre a questo, siamo pronti ad aggiungere sui tavoli ulteriori plexiglass ove se ne verificherà la necessità”.

Burger King è pronta ad affrontare anche i costi aggiuntivi che predisporre questo nuovo processo comporterà: “Le linee guida che abbiamo attualmente a disposizione – dice Valota – imporranno la disponibilità di molti meno posti, stimiamo un 60-70% in meno (variabili a seconda delle indicazioni contenute nei singoli regolamenti regionali, ndr). E con questi limiti la gestione diventa estremamente più onerosa. Però siamo già pronti a servire i clienti con modalità che ci potrebbero permettere di uscire dalla crisi più velocemente”.

A questo proposito l’a.d. non ha dubbi: “Quando abbiamo affrontato il discorso costi, non ci siamo posti il problema se farlo o non farlo, ma di quanto ci sarebbe costato non farlo. Perché è vero che siamo comunque fiduciosi sul futuro dato che in Italia la ristorazione è un business resiliente, ma quanto accaduto avrà impatti dal punto di vista economico anche per due anni, di sicuro per non meno di un anno”.

La catena ha messo in atto tutte le misure richieste dalle attuali disposizioni di legge: sanificazione dei locali, delle cucine e delle attrezzature più volte al giorno, distanziamento dei tavoli, dispositivi di sicurezza per i dipendenti, percorsi sicuri per i clienti, controllo della temperatura a dipendenti e clienti che accedono ai locali, gel igienizzanti e guanti, oltre a una formazione specifica che in questi due mesi ha coinvolto tutto il personale in modalità e-learning e in pre-apertura per rispondere alle nuove regole imposte dall’emergenza sanitaria.

“Il cliente valuta la pericolosità del negozio sulla base dell’assembramento, ecco perché stiamo lavorando a diverse soluzioni, che comportano anche un cambio organizzativo”, dice ancora Valota.

Il percorso per i clienti

All’entrata il cliente troverà un vero e proprio check-point, con un addetto alla misurazione della temperatura con termometro ad infrarossi e alla verifica del corretto utilizzo dei dispositivi di protezione. Successivamente il cliente potrà sanificarsi le mani, indossare i guanti, e seguendo un percorso guidato, raggiungere i kiosk digitali per fare il suo ordine e pagare anche in modalità contactless. L’ordine verrà comunicato telematicamente in cucina dove verrà prodotto e consegnato al cliente in un sacchetto chiuso con safety sticker attraverso un ulteriore pannello di plexiglass.

L’organizzazione interna

“Abbiamo riorganizzato anche le cucine spostando i macchinari per garantire il corretto distanziamento tra i dipendenti marcando sui pavimenti e sulle pareti le aree di confinamento delle singole persone, in alcuni punti vendita il personale è stato addirittura diviso in gruppi di lavoro distinti per ulteriore sicurezza – continua Valota-. Inoltre, abbiamo rinforzato le nostre procedure di igiene e sicurezza già molto rigide: ad esempio tutto il personale, oltre ad indossare maschere e guanti, si deve lavare le mani ogni mezz’ora.

La app

Burger King ha anche predisposto un’app – che sarà disponibile dalla seconda metà di giugno – che consentirà ai clienti dal proprio smartphone di riservare un posto a sedere in modo da poter consumare in tutta tranquillità all’interno del punto vendita, saltando eventuali file all’ingresso. Tramite l’app sarà anche possibile ordinare, prenotare l’asporto e pagare.

“Abbiamo compreso che in questo momento l’esperienza contactless può avere un valore positivo per il cliente”, chiarisce Valota. “Ed era necessario farlo, perché ci aspettiamo un deflusso dal consumo in sala verso l’home delivery o attraverso il drive- through.

I ristoranti già aperti

Burger King aveva già riaperto alcuni dei suoi ristoranti per consentire l’home delivery attraverso le principali piattaforme e dalla scorsa settimana anche tutti i 114 King-drive, le corsie dedicate che permettono l’acquisto senza scendere dall’auto. “Negli ultimi tre anni Burger King ha investito enormemente nell’innovazione tecnologica”, spiega Valota: “Dalla nuova app ai kiosk digitali, alla corsia drive, che oggi rappresenta il metodo di consumo più sicuro sul mercato visto che garantisce un’esperienza totalmente contactless. Proprio grazie a questa strategia e agli investimenti fatti, oggi siamo in grado di reagire meglio e più rapidamente alla crisi del momento”.

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