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La nuova mostra di Plan X Art Gallery che reinterpreta l’arte barocca

Julio Anaya Cabanding “Michelangelo Merisi da Caravaggio,San Juan Bautista, 2020
Interpretare l’arte barocca in chiave moderna. Il nuovo racconto creativo di Plan X Art Gallery si chiama “Dope Baroque” e ha l’obiettivo di offrire una lettura diversa, fresca e contemporanea, di un periodo artistico “inteso oggi non come qualcosa di ormai sorpassato ma anzi cool”, spiegano i founder della galleria Marcello Polito e Nicolò Stabile. “Con la nostra galleria rappresentiamo la nuova generazione e vogliamo mostrare al nostro pubblico come anche un movimento artistico del 600/700 può essere reinterpretato e trasformato in qualcosa di attuale”. La mostra sarà inaugurata il 15 giugno presso la galleria di Milano solo su appuntamento e online sul sito planxartgallery.com e sarà visitabile fino al 15 Luglio.
    Francesco De Molfetta, Instagraces
    Giampiero Romanò - The Exit, 2020
Si tratta, nel dettaglio, di un group show di tre artisti, Julio Anaya Cabanding, Giampiero Romanò e Francesco De Molfetta, per un totale di otto opere tra scultura, pittura e specchiere antiche destrutturate e rivoluzionate. E nonostante i diversi codici estetici, i tre artisti hanno cercato di raccontare tutti lo stesso messaggio: “Cabanding ad esempio”, spiega Marcello Polito, “lavora per democratizzare il concetto d’arte, al momento fruibile solo nei musei. Giampiero Romanò, invece, restaura cornici e specchiere, le rivoluziona e crea delle vere e proprie opere d’arte. La classica specchiera antica diventa qualcosa di moderno. E poi c’è Francesco de Molfetta: la sua ricerca si sviluppa prevalentemente attraverso la scultura, di matrice concettuale e ironica e il suo lavoro è un trait d’union tra l’arte classica e la cultura iconografica contemporanea. Spesso blasfeme e dissacranti, le sue forme parlano a un pubblico con immediatezza e piglio pubblicitario”. Forbes.it ha scambiato due chiacchiere con l’artista milanese Giampiero Romanò, classe 1973, che per oltre 20 anni si è dedicato al restauro di antichi cimeli e preziosi pezzi di design nel suo laboratorio di Porta Venezia. Maestria che lo ha portato, nel tempo, a collaborare con artisti del calibro di Maurizio Cattelan e Pier Paolo Ferrari di Toiletpaper Magazine.
    Giampiero Romanò
    Giampiero Romanò
    Giampiero Romanò
Come definiresti la tua visione artistica?
L’arte è un mondo parallelo dove sogni, pensieri, visioni, forme e colori si incontrano e diventano realtà. Ho fin da sempre lavorato con mobili e specchiere antiche, restaurandole e portandole di nuovo in vita. Da li ho iniziato a reinventarmi e reinventarle.
Cosa rappresenta il progetto “antichità 3000”?
Più che un progetto è un concetto. È come avere uno strumento che mi conferisce il potere di ritornare nel passato, unire il presente e creare l’oggetto del futuro. L’oggetto iniziale assume una nuova identità attraverso l’utilizzo di nuove forme stravolgendo il passato.
Come hai capito di voler seguire questa strada?
Durante la mia collaborazione con Toilette Paper Magazine, dove ho prodotto come ghost artist una serie di specchiere antiche rivisitate con l’aggiunta delle loro stupende grafiche, ho sentito il desiderio di tirare fuori quello che anche io sentivo così ho iniziato a creare i miei pezzi. Dare vita a ciò che immaginavo mi ha consentito di creare un canale attraverso il quale riesco a trasmettere le mie emozioni alle persone.
Cosa ti ha spinto a collaborare al nuovo progetto di Plan X art gallery?
A ottobre 2019 ho conosciuto Marcello e Nicolò di Plan X. Fin da subito è nata una fortissima sinergia, mi sono rivisto nella loro vision e loro hanno creduto in me sin dal primo momento. Quasi subito hanno voluto organizzare quindi la mia prima mostra a Milano affiancandomi a un artista contemporaneo ormai di fama internazionale: CB Hoyo. L’evento “Out of Line” è stato un successo incredibile. Plan X è un vulcano di idee, sono dei visionari e molto all’avanguardia. Così, oggi siamo diventati una squadra.

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