Cultura

Come sarà il secondo museo del selfie, a Firenze fino all’8 marzo

Articolo di Marco Gemelli

Sarà la più grande “vetrina” europea per scattarsi un selfie, scegliendo tra 50 diverse stanze e usando come cornice ben 70 opere d’arte contemporanea da tutto il mondo tra giochi di luci, fantasie caleidoscopiche, specchi, pois e palline colorate, realizzate da oltre 400 artisti.

A Firenze debutta così il secondo Selfie Museum del Vecchio Continente, portando nella città simbolo della cultura rinascimentale un format di successo a livello internazionale, già presente a Los Angeles, New York, Dubai e Roma. Articolato come una sorta di labirinto in cui ogni opera è pensata per essere fotografata insieme al visitatore, a ospitare il museo nella città fino all’8 marzo 2022 sarà il Florence Art Lab in via Ricasoli, in uno spazio di mille metri quadrati.

Non si tratta di una mostra d’arte tout court, bensì di un viaggio la cui realizzazione ha coinvolto artisti da tutto il mondo (incluso un big, che al momento ha deciso di restare anonimo), con l’obiettivo di rendere protagonista il visitatore. Questi è infatti parte integrante sia dell’esperienza che dell’opera d’arte in sé, in linea con una delle tendenze artistiche che più affascina le nuove generazioni, il selfie.

    Selfie Museum
    Selfie Museum
    Selfie Museum
    Selfie Museum

Le sale del museo non offrono soltanto sfondi dove fotografarsi, ma opere ispirate a correnti artistiche o rimandi al mondo dell’arte. “Sarà la più grande e più varia mai realizzata in Europa”, spiegano gli organizzatori, perché nessuna prima d’ora ha mai avuto così tante stanze. Sarà l’occasione per tornare a divertirsi, in sicurezza, dopo un periodo molto difficile. La particolarità di queste stanze è che la differenza la fanno il visitatore e la sua creatività, il suo posizionarsi nello spazio, l’altezza e il punto da cui scatterà la foto. Le stanze sono uniche, ma i risultati non per forza univoci”.

E se da un lato l’interazione tra opera e visitatore è già sdoganata nei canali dell’arte contemporanea (basti pensare alle “Infinity Room” della giapponese Yayoi Kusama), dall’altro è la varietà di opportunità a fare la differenza. In fondo, l’arrivo del Selfie Museum in una città come Firenze segna una continuità con alcuni trend che da alcuni anni stanno caratterizzando il capoluogo toscano: dal 2015 Firenze ha iniziato la sua virata verso l’arte contemporanea ospitando mostre di grandi artisti come Jeff Koons, Marina Abramović, Andy Warhol, Jan Fabre e Tomas Saraceno, anche in luoghi istituzionali come Palazzo Vecchio.

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