Cultura

Con Christie’s all’asta le opere della urban art più influenti dell’ultimo decennio

Banksy (Christie’s)

Come dimostrato dall’enorme successo riscosso da molte aste organizzate dalle più prestigiose case internazionali, il mercato della urban e street art sta continuando a riscuotere l’interesse sempre crescente di collezionisti disposti a sfidarsi a suon di rilanci per accaparrarsi le più esclusive opere di artisti quali Banksy, Kaws, George Condo, Invader e di altri rappresentanti di questa corrente che ancora fa storcere il naso a celebri critici e ai puristi dell’arte contemporanea. Uno dei più recenti ed eclatanti esempi dell’apprezzamento del mercato riguarda proprio lo statunitense Kaws – un vero e proprio fenomeno dell’arte urbana, che può vantare mostre in tutto il mondo tra cui due tenutesi nel 2019 in Qatar e a Hong Kong curate dal critico Germano Celant, il celebre critico d’arte italiano recentemente scomparso: la sua opera The Kaws Album, una parodia del celebre disco dei Beatles Sgt. Pepper’s, lo scorso anno è stata aggiudicata da Sotheby’s a 14,8 milioni di dollari.

    Bansky (Christie's)
    Shepard Fairey (Christie's)
    KAWS (Christie's)
    George Condo (Christie's)
    Jonas Wood, Big Brown (Christie's)
    KAWS, Astro Boy ((Christie's)
    Invader, Paint Roller (Christie's)

Il mercato dell’arte urbana risulta influenzato e spinto, dagli USA all’Asia, anche dall’interesse generato presso un pubblico più giovane, e spesso del tutto nuovo all’arte contemporanea, che compie i primi passi acquistando opere su piattaforme digitali specializzate come Artsy, gallerie online oppure direttamente dagli stessi artisti. L’ultimo esempio in ordine temporale del dinamismo del mercato lo fornisce l’aggiudicazione – dello scorso 28 luglio in asta da Sotheby’s – del trittico di Banksy Mediterranean Sea View 2017 per 2,8 milioni di dollari. Tra qualche giorno, Christie’s organizzerà, invece, Trespassing, un’asta online imperdibile per gli appassionati di questo movimento artistico. Dal 5 al 19 agosto infatti, sarà battuta parte della collezione di Ronnie K. Pirovino, che insieme al designer giapponese Nigo rappresenta uno dei principali collezionisti di urban art, in particolare di Kaws, al mondo. Sotto il martelletto virtuale del banditore passeranno oltre 90 opere degli artisti più influenti dell’ultima decade tra cui appunto Kaws, Banksy, Condo, Jonas Wood, Julie Curtiss, Shepard Fairey (Obey) e Invader.

Noi di Forbes Italia abbiamo avuto il piacere di incontrare il collezionista statunitense – che dell’asta è anche il curatore – per parlare della sua passione per l’arte, ma anche per chiedere qualche consiglio su artisti da tenere d’occhio per il futuro e, visto il suo abile fiuto, qualche consiglio per iniziare una collezione d’arte.

Come ha iniziato a collezionare arte?

Sono sempre stato interessato alle arti visive, ma ricordo il preciso evento che mi ha spinto a diventare un collezionista: mi trovavo al MOCA di Los Angeles, dove era in corso una retrospettiva su Andy Warhol: rimasi colpito dal fatto che l’esposizione fosse composta da molte opere provenienti da collezioni private, prestate al museo per poter essere condivise con il grande pubblico. In quel momento capii che mi sarebbe piaciuto fare qualcosa di simile.

Lei è tra i principali collezionisti al mondo di Kaws, uno degli artisti che negli ultimi anni ha avuto la maggiore crescita di valore, come ha iniziato la sua collezione? Da cosa è rimasto colpito?

Ho iniziato a collezionare KAWS per caso: come fan della cultura pop giapponese, io e mia moglie frequentavamo a Los Angeles le gallerie d’arte Giant Robot e GR2 . Quando Kaws rilasciò in Giappone il suo primo art toy, lo comprai instintivamente; ad attrarmi fu in particolare la sua voglia di innovare in modo disruptive le icone pop come Topolino, Snoopy, i Simpson o i Puffi. Ho iniziato a collezionare nei primi anni 2000, principalmente artisti emergenti e arte urbana. Nel giro di un anno mi sono concentrato su KAWS e per oltre un decennio ho dedicato i miei sforzi alla creazione di una collezione di sue opere in grado di distinguersi a livello globale.  Questa è stata la versione 1.0 della mia collezione. Attualmente, mi dedico, invece, alla variante 2.0, seguendo una narrazione più personale e uno spettro artistico più ampio. Tra i capolavori della mia collezione oggi ci sono magnifiche opere di Jonas Wood, Rashid Johnson, Carlos Rolon e Invader. Inoltre, ho realizzato il mio sogno iniziale: prestare le opere ai musei per poterle renderle visibili a tutti. Ad esempio l’opera che possiedo di Carlos Rolon è attualmente in prestito al Cummer Museum di Jacksonville, in Florida.

Quali altri artisti sono presenti nella sua attuale collezione?

Posseggo opere di Antony Gormley, Robert Nava, Jonathan Chapline, Marcel Dzama, Helen Beard, Lucy Bull, Erik Foss, Dan Lam, Allison Zuckerman, Mark Whalen, Mike Lee e Oli Epp.

Per lei l’arte è certamente passione, ma è possibile conoscere il valore della sua collezione?

Attualmente è stimata tra gli uno e i tre milioni di dollari. Ho, comunque, una forte ambizione per il futuro.

Che consiglio può dare ad un giovane, non necessariamente ricco, che vuole iniziare a collezionare arte?

Io ho iniziato con un “giocattolo” di Kaws. È possibile iniziare con un piccolo passo e accendere poi a qualcosa di molto più significativo. Lo zelo, la dedizione, la perseveranza e la concentrazione, costanti negli anni, sono gli elementi davvero molto determinanti; il denaro non è il fattore principale nella creazione di una collezione davvero speciale. La ricerca e lo studio dell’arte su tutte le piattaforme digitali e social consente a un nuovo collezionista di accelerare la propria conoscenza. Quindi, semplicemente, Just do it!

Cinque nomi di artisti emergenti su cui concentrarsi?

Mike Lee, Lucy Bull, Erik Foss, Erin Riley, Dan Lam.

Alcuni artisti come Kaws, Murakami, Condo, Obey sono diventati molto popolari tra i millennial grazie a collaborazioni nel fashion o nella musica. Pensa che in futuro ci sarà spazio per altri artisti?

Assolutamente sì: i confini netti sono oramai anacronistici. L’arte non ha categorie e confini e gli artisti dovrebbero considerare tutte le opportunità per essere attrattivi verso un pubblico sempre più ampio.

Come cambierà il mercato dell’arte dopo il covid?

Ci sarà certamente maggiore enfasi sull’online e mi aspetto maggiore possibilità per i collezionisti di accedere a opere prestigiose.

Qual è la sua previsione per il mercato dell’arte?

Le vendite online e la trasparenza sono temi sempre più importanti, con l’ingresso di nuovi giovani collezionisti il mercato si evolverà e prevarranno sostanza e qualità.

Durante la pandemia, molte grandi fiere come Art Basel ad esempio hanno deciso di approdare sul digitale. Cosa ne pensa dell’esperienza artistica virtuale?

Realtà virtuale e realtà aumentata necessitano di un affinamento e di un ulteriore livello di innovazione per migliorare la visualizzazione di opere d’arte online.

Pensa quindi che l’arte abbia bisogno di una ulteriore spinta innovativa?

Sì, bisogna andare oltre le piattaforme di visualizzazione. È necessario un pensiero strategico esperienziale.

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