Ferruccio Resta rettore Politecnico Milano
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Lavoro agile e trasporto pubblico: le ricette per la ripartenza secondo il rettore del Politecnico di Milano

Ferruccio Resta rettore Politecnico Milano
Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano (foto di Federica Vismara, © Lab Immagine Design Polimi)

Cosa ritroveremo una volta usciti dal tunnel della pandemia? Dipende da quanto e come ci stiamo preparando ora. Dipende dalla tela che stiamo tessendo in questi mesi. E considerando che la precedente aveva non pochi strappi, allora meno nostalgie e più progetti di rinascita.  Di questo parliamo nella serie di video interviste ‘Il Fattore R. Riscrivere x Rinascere’. Il secondo ospite è Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano e presidente della Conferenza dei rettori italiani (Crui).

“Chi sceglie il Politecnico di Milano”, osserva, “sceglie Milano”. Città fulcro d’Italia, il cui ruolo trainante non è in discussione. Da qui – ci aspettiamo – partirà la rinascita del Paese. Cosa va riscritto in questa città? Su che cosa puntare? Sui suoi punti di forza: il lavoro, l’innovazione, l’internazionalizzazione.

Rettore, che cosa ha insegnato la pandemia alla città?
Che il valore del tempo è fondamentale. Dobbiamo azzerare il tempo non utile se vogliamo migliorare la qualità della vita. Dobbiamo imparare ad anticipare anziché rincorrere, dobbiamo capire le esigenze dello studente di domani, dell’anziano di domani. Basta con la logica a sportello, quella per cui uno viene a chiedermi qualcosa e io rispondo. Deve vincere la logica per cui intercetto le esigenze e le risolvo in partenza.

Tradotto in progetti, che cosa vuol dire?
Progetti di digitalizzazione dei servizi al cittadino, mobilità che punta sul trasporto pubblico locale e disincentiva il trasporto privato. Non per ideologia, però, ma semplicemente perché il trasporto pubblico si rivela più efficiente. Io ho smesso di andare a Firenze in auto perché il Freccia Rossa è risultato più vantaggioso. E ancora, bisogna fare in modo che il lavoro sia più agile. 

Come conciliare emergenza e prospettive?
Abbiamo davanti altri mesi in cui tutto sarà rallentato. Ci saranno meno studenti nelle aule, meno viaggiatori su trasporto pubblico locale, meno cittadini agli sportelli delle Pa, meno clienti per le nostre imprese. Se non digitalizziamo i processi in questi quattro mesi, se non ristrutturiamo le scuole, se non pensiamo ai biglietti elettronici obbligatori per tutti per gli spostamenti pubblici locali, se non pensiamo ad anticipare le esigenze anziché rispondere, perdiamo una grandissima opportunità. Non vedo un contrasto fra emergenza e ripartenza, semmai un unico progetto.

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