Il Golia dell’e-commerce Amazon potrebbe incontrare un nuovo Davide sulla sua strada. Quando i numeri di Shopify – 800mila clienti registrati e vendite per 119 miliardi di dollari nel 2020, con una crescita del 96% sul 2019 – hanno superato quelli di eBay, a Seattle è suonato l’allarme. Perché è vero che l’azienda di Jeff Bezos è saldamente leader in mercati come cloud computing, big data, e-commerce e logistica, ma le performance della piattaforma canadese sono impressionanti.
La sera stessa del sorpasso di Shopify su eBay, Bezos ha ordinato ai suoi manager di fare shopping e ha comprato l’australiana Selz. Lo ha fatto, come nel suo stile, senza tanta pubblicità. Perché l’uomo più ricco al mondo si è reso conto che la crescita del mercato direct to consumer (aziende perlopiù medio-piccole che vendono i prodotti direttamente aprendo negozi su piattaforme come Selz, eBay o Shopify) è dirompente, spinta dal lockdown che sta completando il processo di disintermediazione in atto da anni nel commercio online.
Quanto ha pagato Amazon per Selz?
Il sito specializzato Total Retail descrive l’acquisto come un passo fondamentale nel percorso di Amazon, da anni messa sotto accusa per la capacità di ottenere dati su clienti, venditori e compratori, in modo da sviluppare e proporre prodotti competitivi a marchio proprio. Un po’ come fanno le catene della grande distribuzione, che creano le loro private label in concorrenza con quelle che ospitato sugli scaffali.
Fu proprio questa la ragione per cui Nike, nel 2019, decise di rinunciare alla vendita su Amazon. Il divorzio si consumò con l’arrivo in Nike dell’amministratore delegato John Donahoe, in precedenza dirigente di eBay, che ben sapeva quanto fossero preziosi i dati degli acquirenti nel commercio online.
Amazon ha tenuto segreto il prezzo pagato per Selz, una realtà medio-piccola di Sydney (50 dipendenti), ma dotata di una piattaforma molto efficace per permettere a chi produce di vendere direttamente via web.
Che cosa ha detto il fondatore di Selz
Il fondatore di Selz, Martin Rushe, è stato finora telegrafico nelle sue dichiarazioni: “Abbiamo firmato un accordo per essere acquisiti da Amazon, con la volontà di guardare sempre avanti. Nulla cambia per i clienti che ospitiamo sulla nostra piattaforma”. Passare il controllo della società a un gigante porterà però una rivoluzione nella piccola azienda. Una svolta che arriva in un momento magico per il settore: nel rapporto Digital life index del gruppo di comunicazione francese Publicis Sapient si legge che quasi il 75% del campione intervistato dichiara che, in futuro, acquisterà sempre di più online.
In Italia, una ricerca del consorzio Netcomm, digital hub per l’evoluzione delle imprese verso i consumatori digitali, ha rivelato che, dall’inizio del lockdown, oltre il 42% degli acquirenti ha comprato prodotti online per la prima volta.
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