Ferrari è l’azienda dei sogni degli italiani. Nonostante i risultati in Formula 1 rimangano modesti e ancora non si conosca il nome del nuovo amministratore delegato, a quasi sei mesi dalle dimissioni di Louis Camilleri, tre persone su quattro vorrebbero lavorare a Maranello. È il risultato dell’Employer brand research di Randstad, che analizza gli elementi più importanti nella scelta del datore di lavoro.
Quest’anno la ricerca ha fotografato anche l’impatto della pandemia. Il Covid ha cambiato la condizione di metà dei dipendenti italiani (49%). Il 19% ha perso il lavoro, mentre il 14% ha lavorato a orario e salario ridotto. Il 7% ha lavorato più ore del normale, il 4% è finito in cassa integrazione. I cambiamenti hanno colpito le donne più degli uomini e i non laureati più dei laureati.
“Di fronte all’emergenza sanitaria e all’esplosione del lavoro da remoto, gli italiani chiedono ai loro datori di lavoro soprattutto conciliazione vita-lavoro e un clima aziendale sereno e produttivo”, ha dichiarato Marco Ceresa, amministratore delegato di Randstad Italia. “Lo studio evidenzia una rinnovata attenzione alla salute e al benessere, che non passa solo dalla sicurezza, ma anche da relazioni umane, coinvolgimento e identificazione, alla ricerca di una nuova normalità”.
Le imprese con un buona reputazione come datori di lavoro hanno anche “tempi di assunzione 1-2 volte più veloci”. Il 50% dei candidati, aggiunge Ceresa, “non lavorerebbe, anche in caso di aumento, per un datore di lavoro con una cattiva reputazione”.
Che cos’è la Randstad employer brand research
Randstad, fondata nel 1960, è una multinazionale olandese che si occupa di risorse umane. La società definisce la sua Employer brand research come “la ricerca più rappresentativa e completa al mondo sull’employer branding”.
Lo studio è condotto su oltre 190mila persone di 34 paesi e analizza 6.500 aziende per misurarne l’attrattività agli occhi dei lavoratori. Nessuna azienda può candidarsi a partecipare. In Italia sono stati intervistati 6.581 tra studenti, occupati e non occupati nella fascia di età 18-64 anni. Sono state prese in considerazione le 150 più importanti aziende con oltre mille dipendenti presenti sul territorio italiano e conosciute almeno dal 10% della popolazione.
Che cosa cercano gli italiani nei datori di lavoro
Il 21% degli intervistati prevede di cambiare lavoro entro i prossimi 6 mesi. Gli italiani cercano soprattutto, come già emerso dalla ricerca dello scorso anno, un buon bilanciamento tra vita privata e professionale (66% degli intervistati, che sale al 70% tra le donne; è la voce più importante per persone di tutti i livelli di istruzione), un’atmosfera di lavoro piacevole (64%), buon salario e benefit (61%), sicurezza del posto (58%), visibilità del percorso di carriera (54%), solidità finanziaria (51%). Un contenuto di lavoro interessante è una priorità per il 42% degli intervistati.
Due voci riflettono l’impatto della pandemia: il 45% cerca un ambiente di lavoro che garantisca sicurezza sul fronte Covid, il 39% vuole la possibilità di lavorare da remoto.
L’Italia si discosta dalla media dell’area Emea, in cui retribuzione e benefit rappresentano il criterio principale di scelta (67%), davanti all’atmosfera di lavoro (64%) e alla sicurezza del posto di lavoro (62%). Il cosiddetto work-life balance è solo la quarta voce (60%).
Le priorità variano in base all’età. Nella fascia 18-24 anni si cercano soprattutto aziende con un’atmosfera di lavoro piacevole, possibilità di carriera e buona formazione. Fra i 25 e i 34 anni prevale l’attenzione a stipendio e benefit, fra 35 e i 54 e fra i 55 e i 64 il bilanciamento tra vita privata e professionale.
Le priorità delle aziende
Secondo i lavoratori, le priorità delle aziende non coincidono però con quelle dei dipendenti. A loro giudizio, le imprese privilegiano infatti solidità finanziaria, reputazione, ambiente Covid-safe e sicurezza del posto. Attribuiscono invece poco peso al bilanciamento tra professione e vita privata.
Crescono sia la paura di perdere il lavoro (la dichiara un intervistato su tre), sia la fedeltà alle aziende che hanno supportato i dipendenti durante la pandemia. Il 50% degli intervistati si sente più fedele, solo l’11% meno fedele.
Settori e canali
Il settore più ambito dagli italiani è quello dei media. Seguono quello automobilistico, i servizi di spedizione, i beni di largo consumo, l’industria aeronautica, l’information technology, l’elettronica, l’industria farmaceutica, l’e-commerce e il settore manifatturiero.
Il principale canale per la ricerca di un impiego rimane quello dei contatti personali (32%), la cui prevalenza è ancora più marcata rispetto allo scorso anno (era al 29%). A seguire le agenzie per il lavoro (23%, era al 26% 12 mesi fa), LinkedIn (20%), infojobs.it (18%), subito.it (17%), Google (17%), portali di lavoro (17%), social media (13%) e siti aziendali (12%).
Ferrari al primo posto
Il 74,3% dei potenziali candidati sogna di lavorare in Ferrari. La casa di Maranello è la preferita secondo cinque criteri: equilibrio fra vita privata e lavorativa, atmosfera di lavoro, retribuzione e benefit, sicurezza del posto e reputazione del marchio.
“Questo premio conferma la vicinanza degli italiani a Ferrari e riconosce il nostro impegno per un ambiente di lavoro in cui ciascuno possa esprimere la sua passione, creatività e talento”, ha commentato Michele Antoniazzi, responsabile delle risorse umane di Ferrari. “Formazione, inclusione e benessere sono i temi su cui attualmente siamo più focalizzati, oltre a quelli emersi nella ricerca. Ne sono esempi recenti il programma ‘Back on Track’, che ha permesso di far ripartire in sicurezza l’attività produttiva nel difficile contesto della pandemia, la certificazione della parità salariale fra donne e uomini, ottenuta lo scorso anno, e le crescenti opportunità formative per le nostre persone”.
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