Secondo l’ultima Global Workspace Survey, già prima della pandemia il 73% delle aziende aveva sperimentato il lavoro flessibile. Poi c’è stato il primo lockdown, il ritiro dei dipendenti allo smart working e una riorganizzazione praticamente totale degli spazi e dei tempi di lavoro: tutti elementi che hanno contribuito a diffondere il fenomeno dei cosiddetti uffici flessibili. “La nostra mission è quella di fornire soluzioni di lavoro in outsourcing che consentono a individui e aziende di lavorare comunque, dovunque e in qualsiasi momento”, ha dichiarato Mauro Mordini, country manager del gruppo Iwg Italia, tra i leader mondiali nella fornitura di spazi di lavoro flessibili e co-working.
L’ingresso di Copernico
Ed è proprio in questa direzione che va l’ingresso nel suo portfolio di Copernico, secondo competitor per dimensione sul territorio nazionale. Un’operazione importante, che certifica la diffusione del fenomeno del lavoro ibrido e la leadership indiscussa di IWG: “Abbiamo sempre apprezzato il modo di lavorare di Copernico” racconta ancora Mordini. “Quando abbiamo avuto la possibilità di unire le due strutture sotto il nostro marchio, non ci siamo fatti sfuggire l’occasione. Stiamo lavorando alle integrazioni, fermo restando che Copernico continuerà ad operare e rimarrà sul mercato esattamente come prima”. Quattordici nuovi centri, un’espansione aggressiva e un unico obiettivo: dare a tutti la possibilità di lavorare in modo flessibile.
Anche a coloro che abitano fuori città. Basti pensare che, secondo una ricerca di IWG, quasi la metà delle imprese dell’indice FTSE 250 sta considerando di trasferirsi in aree di prossimità rispetto a dove risiede la propria forza lavoro. Un trend che conferma la necessità di un modello ibrido di lavoro e del concetto dei 15 Minute Commute previsto da IWG stessa. Si tratta di un concetto secondo cui la forza lavoro può essere altamente impegnata e produttiva utilizzando una tipologia ibrida di lavoro: da casa, in un ufficio di prossimità e, all’occorrenza, nell’headquarter aziendale, a patto che sia a meno di 15 minuti di distanza.
Perché il vantaggio di questo modello, in fondo, va in entrambe le direzioni. “Le aziende possono avere una parte dei loro spazi flessibili, dunque un’ottimizzazione degli spazi di lavoro e dei costi, coprendo più aree senza far investimenti” puntualizza il country manager per l’Italia. “Significa rendere flessibile un costo che nell’ambito immobiliare è fisso”. Dall’altra parte, benefici inconfutabili anche per il lavoratore: “Potrà avere un ufficio più vicino a casa, quindi non essere obbligato a fare un’ora di strada per andare a lavoro, e una maggiore soddisfazione, che si traduce in produttività e riduzione dei costi”. Per non parlare dell’impatto ambientale, con una sostanziale riduzione del traffico cittadino e una conseguente diminuzione delle emissioni di CO2. Una causa nobile, quindi, oltre che estremamente utile.
Una sfida che prima della pandemia poteva essere rimandata, ma che adesso è giunta al punto di non ritorno. Se fino a febbraio 2020 IWG pronosticava che le grosse aziende avrebbero avuto il 30% degli spazi flessibili nel giro di 10 o 15 anni – quindi intorno al 2025-2030 – oggi quell’arco temporale si è accorciato, e soprattutto si è amplificata la percentuale di aziende pronte alla trasformazione. Come in molti altri settori, anche in quello degli uffici flessibili la pandemia ha svolto un ruolo di acceleratore: “Dal 2014 ad oggi abbiamo aperto 60 centri. Il 2019 era stato l’apice a livello italiano e mondiale. Abbiamo avuto una sosta nel primo lockdown ma tutto si sta riprendendo. Come gruppo IWG Italia abbiamo più postazioni oggi di quante ne avevamo a febbraio 2020 (almeno il 20% in più). Il che vuol dire che il trend è continuato, è accelerato. Il mercato è rimasto”.
Case history: NTT
A sostenere i numeri, infatti, ci sono varie case history. Quella di NTT, senza dubbio, è tra le più interessanti. Nippon Telegraph e Telephone Corporation ha firmato un accordo rivoluzionario, destinato a cambiare completamente l’approccio dei suoi dipendenti al lavoro. In base all’intesa, i suoi 300.000 dipendenti avranno possibilità di accedere agli oltre 3.300 spazi di lavoro flessibile di IWG presenti in tutto il mondo, dei quali 84 presenti sul territorio italiano. Una conferma del fatto che la vita in ufficio non solo è cambiato completamente, ma non tornerà mai a come era pre-Covid. “I dipendenti di NTT possono lavorare in maniera ibrida e utilizzando una piattaforma di software che ricopre l’intero globo. La Standard Charter aveva già fatto un’operazione del genere per i suoi 95.000 dipendenti. Segno che quella di NTT non è un’eccezione, anzi. È un fenomeno in larga diffusione”.
La digitalizzazione e le nuove tecnologie stanno trasformando il mondo del lavoro. Le persone desiderano coniugare la propria produttività personale vivendo e lavorando dove lo ritengono migliore, mentre le aziende ricercano vantaggi finanziari e strategici. Startup, Pmi e grandi multinazionali vogliono spazi di lavoro e communities per soddisfare le proprie esigenze e per adeguarsi a questa rivoluzione: “Questo è il futuro” afferma Mordini. “Lo vediamo tutti i giorni parlando con società che operano nel mondo del real estate, che hanno grandi patrimoni. Stanno convertendo parte delle loro strutture in spazi flessibili utilizzando anche i nostri servizi, quindi chiedendoci di gestire per loro queste realtà”. Tornando ai numeri, secondo la stessa ricerca condotta da IWG, soltanto il 13% delle aziende intervistate pensa che tutto tornerà come prima dal punto di vista del lavoro in ufficio. Che i vantaggi in termini di produttività, efficienza, mobilità e vicinanza al mercato sono tanti, lo hanno capito tutti. O quasi.
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