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Giganti del web, un business con super ricavi (e poche tasse). Nel 2021, 27 milioni di profitti al giorno

La pandemia non frena la crescita dei giganti del web, anzi la accelera. È quanto emerge dall’indagine annuale dell’Area Studi Mediobanca sulle maggiori Software & Web companies mondiali nel triennio 2018-2020 e nel primo semestre 2021, con uno sguardo alle loro filiali italiane.

Nel primo semestre 2021 il fatturato aggregato dei maggiori operatori mondiali di software e web segna una crescita a doppia cifra del +31,1% sul primo semestre 2020: uniforme a livello geografico con Asia e Pacifico, America Latina ed Europa in accelerazione del +37% e Nord America – già ampiamente presidiata dai colossi del WebSoft – in crescita del +28%.

Non si parla di piccole cifre visto che – sempre secondo lo studio – nel 2020 il fatturato dei 25 giganti del settore era pari al 70% del Pil italiano.

L’allentamento delle misure di distanziamento sociale e il cambiamento delle abitudini dei consumatori hanno avuto un impatto positivo su tutti i settori in cui operano le WebSoft, in particolare: food delivery +85,6%, advertising +48,2%, vendite online di viaggi +43,7% e fintech +43,6%.

Non si ferma nemmeno la crescita della redditività operativa (+49,6% il margine operativo netto sul primo semestre 2020) e volano gli utili netti (+80,2%) che sfiorano mediamente i 27 milioni di euro profitti netti al giorno, quasi il triplo rispetto al 2018.

Ricavi da sogno per (quasi) tutte le WebSoft

Nei primi sei mesi del 2021 aumenta anche la liquidità, con un ritmo medio di +5,5 miliardi al mese, raggiungendo 639 miliardi a fine giugno 2021 (+6% sul dicembre 2020). Parte di queste risorse (346 miliardi), il 16% del totale attivo, è investita in titoli a breve termine, quota quasi quattro volte superiore a quella di una multinazionale manifatturiera (4,5%). Un’altra parte è stata utilizzata per crescere, sia per linee interne (+33% gli investimenti nel primo semestre 2021/2020) che per linee esterne, tramite operazioni di M&A (+15% il goodwill).

A livello di singoli gruppi, nel primo semestre 2021 si registra l’impennata dei ricavi delle giovani asiatiche Meituan (+94,8%, operante in particolare nel food delivery) e Coupang (+72,8%, attiva nell’e-commerce), entrambe costituite nel 2010, davanti alla quasi maggiorenne Facebook (+51,7%). Seguono Alphabet (+47,5%), Vipshop (+35,2%) e Amazon (+34,8%). Segno negativo per la sola SAP (-1,9%). Per quanto riguarda la redditività industriale nei primi sei mesi del 2021, Facebook guida la classifica per ebit margin (43,0%), davanti a Microsoft (41,1%) e Oracle (40,5%). A fine giugno 2021, Nintendo, senza debiti finanziari, brilla per solidità patrimoniale, seguita da Facebook (capitale netto pari a 11,5 volte i debiti finanziari) e dalla cinese Vipshop (9,1).

Il rapporto con il fisco

Il rapporto col fisco di questi colossi – che ha spesso destato polemiche a livello mondiale – rimane controverso. Nel 2020 – sempre secondo lo studio – circa il 40% dell’utile ante imposte delle 25 multinazionali WebSoft è tassato in Paesi a fiscalità agevolata, con conseguente risparmio fiscale di 10,7 miliardi di euro nel 2020 e di 24,5 miliardi nel triennio 2018-2020. L’aliquota media è pari al 12,8% nel 2020, inferiore a quella media teorica del 22,4%. Nel periodo 2018-2020 la tassazione in Paesi a fiscalità agevolata ha determinato per Tencent, Microsoft e Alphabet un risparmio fiscale rispettivamente di 7,7 mld, 5,4 mld e 4,5 mld.

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La gran parte dei ricavi a Usa e Cina

Nel 2020 il fatturato aggregato dei 25 giganti WebSoft, ciascuno con un giro d’affari superiore ai 9 mld di euro, ha toccato quota 1.153 miliardi, pari al 70% del prodotto interno lordo 2020 dell’Italia. Stati Uniti e Cina si sono spartite la fetta maggiore dei ricavi: il 65% del fatturato WebSoft è stato generato dai colossi statunitensi, il 27% da quelli cinesi e solo l’8% dai gruppi di altri Paesi. La pandemia ha ulteriormente evidenziato il divario di velocità di crescita tra le WebSoft e le multinazionali manifatturiere: mentre le prime hanno accelerato (+45,5% i ricavi 2018-2020), le seconde hanno tirato il freno (-4,1%).

A fine 2020 la forza lavoro delle WebSoft contava tre milioni di persone in tutto il mondo, in aumento di un milione di unità rispetto al 2018, di cui +650 mila dalla sola Amazon, regina indiscussa per numero di occupati: 1.298 mila a fine 2020.

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Quanto fatturano le WebSoft in Italia

E in Italia? Quale peso hanno? Come si comportano? Le WebSoft presidiano l’Italia tramite società controllate ubicate in gran parte nelle province di Milano e Monza-Brianza. Il fatturato aggregato delle filiali italiane nel 2020 ha raggiunto i 4,6 miliardi occupando oltre 13mila lavoratori. Rispetto al 2019 si calcolano quasi tremila dipendenti in più, in massima parte assunti dalle società del gruppo Amazon che vanta il maggior numero di occupati in Italia (8.193 unità nel 2020). Nel 2020 le filiali dei giganti del WebSoft hanno versato al fisco italiano quasi 80 milioni per un tax rate effettivo del 31,4%. Considerando anche l’accantonamento per il pagamento della Digital Service Tax, il tax rate salirebbe al 40%.

Il boom in Borsa

Interessante, poi, osservarne i corsi di Borsa. I giganti del WebSoft sono tutti quotati con l’eccezione del gruppo tedesco Otto, a controllo familiare. L’incremento del loro valore in Borsa è stato del +87,8% nel 2018-2020 e del +20,7% dal dicembre 2020 al 15 ottobre 2021. A fine 2020 la loro capitalizzazione aggregata valeva quasi dieci volte l’intera Borsa italiana. Al 15 ottobre 2021 il podio della Borsa è occupato da Microsoft (1.969 miliardi), Amazon (1.488) e Alphabet (733).

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