Le persone hanno voglia di cambiamento e vogliono scuotere una vita lavorativa routinaria e senza sbocchi. Per farlo sono disposti anche a farsi consigliare da un computer dotato di intelligenza artificiale. Anzi, il computer è meglio di un essere umano per dare consigli sul futuro lavorativo. È quanto emerge da un nuovo studio condotto da Oracle e Workplace Intelligence, società di ricerca e consulenza nel settore risorse umane.
Secondo il sondaggio, che ha coinvolto oltre 14.600 tra impiegati, manager, responsabili Hr ed executive e C-Level di 14 paesi, l’85% degli interpellati vuole infatti che sia la tecnologia AI ad aiutarli nel definire il loro futuro. Il 75% delle persone è disposta a fare cambiamenti nella propria vita sulla base delle raccomandazioni di un computer.
Perché l’intelligenza artificiale è migliore di un uomo
Ma perché un computer dovrebbe essere preferibile a un buon amico? I motivi sono diversi. L’83% ritiene che queste tecnologie AI siano un miglior supporto, rispetto a un essere umano, per quanto riguarda le scelte di carriera. Il motivo? Danno raccomandazioni non influenzate da pregiudizi (37%), rispondono velocemente (33%) e aiutano a trovare nuove posizioni lavorative in linea con le competenze possedute (32%). Di sfondo a tutto questo c’è anche un altro problema, percepito da molti degli intervistati: la mancanza di ascolto da parte delle aziende circa i bisogni dei dipendenti. L’87% pensa che l’azienda dovrebbe farlo di più, mentre il 55% è convinta che l’adozione di tecnologia AI permetterebbe una valutazione più oggettiva delle persone e potrebbe quindi supportare il loro sviluppo di carriera.
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Una vita bloccata e senza sbocchi
Oltre un anno di lockdown e la persistente incertezza legata alla pandemia hanno messo a dura prova lo stato emotivo di molti lavoratori, che sentono di avere perso controllo sulla loro vita e sulla loro carriera. Ben otto su dieci hanno detto di aver riportato un impatto negativo dovuto agli eventi dell’ultimo anno tra problemi finanziari, declino di benessere e salute mentale, perdita di motivazioni sul lavoro e sensazione di disconnessione dalla loro vecchia vita. Ben il 75% delle persone dice di sentirsi bloccata a livello personale e professionale, è ansiosa rispetto al futuro (31%), si sente intrappolata nella stessa routine (27%) e sola come non mai (26%). A peggiorare la situazione, per uno su quattro, sono l’impossibilità circa un avanzamento di carriera o l’elevato carico di lavoro che gli impedisce di apportare un qualsiasi cambiamento (22%).
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La voglia di cambiamento
Nonostante le difficoltà dell’ultimo anno, in ogni caso, le persone ora desiderano cambiare le loro vite professionali. Lo studio rivela che il 93% ha usato l’ultimo anno per riflettere sulla propria vita. L’88% ha dichiarato che il significato del termine successo per lui è cambiato: ora le priorità sono l’equilibrio tra vita e lavoro (42%), il benessere mentale (37%) e la flessibilità lavorativa (33%).
L’83% nel 2022 vuole cambiare la sua vita lavorativa e punta allo sviluppo professionale, anche a costro di rinunciare a benefit come le ferie (52%), bonus monetari (51%) e perfino a parte del salario (43%) pur di avere un’opportunità di carriera.
In ogni caso, ben l’85% della forza lavoro globale non è soddisfatta di come è supportata dalla propria azienda. L’87% degli interpellati pensa che l’azienda in cui lavora dovrebbe ascoltare di più i suoi bisogni e il 55% afferma che resterebbe più probabilmente fedele a un’azienda che usi tecnologie AI per supportare lo sviluppo di carriera.
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