Ren Zhengfei è stato per molto tempo un nome come tanti. A differenza di quello di Huawei, l’azienda che ha fondato e che oggi è una delle protagoniste mondiali della telefonia mobile, delle reti e delle telecomunicazioni. Proprio le ultime due tematiche, però, qualche anno fa hanno spinto Ren a un’improvvisa esposizione mediatica. Alla fine del 2018, infatti, la figlia e direttrice finanziaria di Huawei è stata arrestata in Canada, su richiesta degli Stati Uniti, per presunte violazioni alle sanzioni americane contro l’Iran. Accuse che sono poi arrivate a riguardare anche una possibile opera di spionaggio per conto del governo cinese attraverso le tecnologie 5G prodotte dalla stessa Huawei.
L’intreccio geopolitico era potenzialmente esplosivo. Al punto da far decidere allo schivo Ren, all’inizio del 2019, che era giunto il momento di parlare in prima persona. Non solo della situazione della figlia, ma anche della propria storia e di come sia arrivato a gestire un patrimonio personale stimato da Forbes in 1 miliardo di dollari.
L’interesse per un uomo così importante e così poco conosciuto è subito elevatissimo. Tra gli altri, lo intervistano la Cnn, il Los Angeles Times, la Cnbc e la Bbc. In particolare quando parla con quest’ultima, nella prima intervista internazionale dopo il fermo della figlia, Ren si scaglia contro gli Stati Uniti: “Non c’è modo in cui possano schiacciarci”. Certo, ricorda il Los Angeles Times, è impossibile dissolvere tutti i dubbi sul fatto che “Huawei sia effettivamente una creazione del governo cinese e che il suo successo si basi sugli stretti legami di Ren con le unità di intelligence all’interno dell’Esercito popolare di liberazione”. Fuor di dubbio, invece, sono i risultati economici dell’azienda.
Dalle fibre chimiche alla tecnologia
Ren, si legge sul sito ufficiale di Huawei, nasce nell’ottobre del 1944, in una famiglia della Cina rurale, ed è figlio di due insegnanti. Trascorre gli anni delle elementari e delle medie in una remota cittadina montuosa nella provincia di Guizhou, nel sud-ovest del Paese. Il prosieguo degli studi lo racconta lui stesso alla Cnbc: “Mi sono laureato in architettura, ma ho studiato per conto mio l’elettronica. All’epoca, la tecnologia era ancora analogica”.
Dopo la laurea Ren Zhengfei trova impieghi nell’industria dell’ingegneria civile fino al 1974, quando entra a far parte del corpo di ingegneria militare. Qui, come soldato, è incaricato di fondare la fabbrica di fibre chimiche Liao Yang, durante la rivoluzione culturale cinese. Un passaggio segnato anche da gravi carenze, perfino di cibo e vestiti. Anche per i soldati le condizioni non sono semplici, come spiega la Cnn. Ren e i suoi compagni dormono in alloggi squallidi a temperature molto sotto lo zero, vivono per mesi di verdure in salamoia. In quel periodo, inoltre, il padre di Ren è etichettato come ‘viaggiatore capitalista’: è sospettato, cioè, di voler restaurare il capitalismo e rovesciare il socialismo. Per il figlio diventa dunque più difficile diventare membro del Partito comunista.
La nascita di Huawei
Il Los Angeles Times racconta i passaggi successivi al termine dell’esperienza di Zhengfei nell’esercito. Prima Ren crea una piccola impresa statale con 20 dipendenti, che però è un flop. Quindi, insieme ad altre cinque persone, con 5mila dollari, a Shenzhen lancia Huawei, una società che all’inizio vende apparecchiature di commutazione telefonica acquistate da Hong Kong.
La neonata impresa ha l’acume, spiega ancora il Los Angeles Times, di impossessarsi dei mercati rurali cinesi, lasciati scoperti da aziende straniere e statali che avevano abbandonato la Cina. Grazie alla sua presenza sul territorio, Huawei è stata spesso in grado di fornire per la prima volta linee telefoniche ai villaggi, per poi entrare anche nei mercati urbani, offrendo supporto ai clienti quando i rivali non lo facevano. Il resto è storia, con il primo smartphone 3G presentato al mercato nel 2005.
Il mercato continua a premiare Ren Zhengfei e la sua azienda, nonostante le accuse americane degli ultimi anni. Per il 2021, infatti, Huawei ha dichiarato un fatturato di 99,9 miliardi di dollari e un utile netto di 17,8 miliardi, in crescita del 75,9% su base annua. Crescono anche gli investimenti in ricerca e sviluppo, che arrivano a 22,4 miliardi di dollari. Una cifra che rappresenta oltre il 22% del fatturato e che porta la spesa totale in ricerca e sviluppo degli ultimi dieci anni a più di 132 miliardi di dollari.
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