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Continua il crollo delle Big Tech: anche Amazon delude Wall Street. Titolo ai minimi da due anni

Questo articolo è apparso su Forbes.com

Sulla scia di Google, Microsoft e Meta, anche Amazon segna un brutto terzo trimestre e crolla in Borsa. Dopo le contrattazioni after-hours di giovedì 27 ottobre, le azioni del gigante dell’e-commerce hanno toccato i livelli più bassi degli ultimi due anni, spinte dal timore degli analisti di una recessione e quindi di basse prospettive di crescita.

Fatti principali

  • Nel terzo trimestre del 2022 Amazon ha fatturato 127,1 miliardi di dollari, cifra leggermente inferiore ai 127,5 miliardi previsti dagli analisti. L’utile netto è sceso a 2,9 miliardi, 0,28 dollari per azione, con un calo di circa il 9% rispetto allo scorso anno.
  • Subito dopo la pubblicazione delle trimestrali, le azioni di Amazon sono crollate di oltre il 18% nelle contrattazioni after-hours, portando il titolo al livello più basso dall’inizio del 2020 e registrando un calo di quasi il 50% in un anno.
  • L’amministratore delegato di Amazon Andy Jassy ha riconosciuto che i tempi economici incerti hanno costretto l’azienda a tagliare i costi della sua rete di ricezione e gestione degli ordini; inoltre ha previsto che nel corso dell’ultimo trimestre la società realizzerà vendite per un valore di 144 miliardi di dollari. Gli analisti si aspettavano una cifra di 11 miliardi più alta.
  • A spingere i ribassisti è stata anche la notizia che le vendite del segmento Amazon Web Services sono cresciute “solo” del 28%, peggio delle aspettative che prevedevano un rialzo superiore al 30%.
  • “Amazon Web Services è il cuore dell’azienda e la sua debolezza rappresenterà una gigantesca buca”, ha commentato Adam Crisafulli di Vital Knowledge Media, redazione che si occupa di analisi di mercato. “Il segmento ha guidato la maggior parte dei guadagni delle azioni di Amazon durante la pandemia”.

La valutazione di Forbes

Alla chiusura di Wall Street di giovedì 27 ottobre il patrimonio del fondatore di Amazon Jeff Bezos valeva 134,8 miliardi di dollari. Il magnate in passato aveva superato i 200 miliardi, ma la sua fortuna è crollata insieme alle azioni della sua società, che dal picco di oltre 188 dollari dello scorso anno sono calate del 53%.

Il contesto

Le economie globali hanno cominciato a rallentare. Le banche centrali hanno alzato i tassi di interesse per attenuare la domanda dei consumatori e combattere così l’inflazione. Le recenti relazioni trimestrali delle società tecnologiche riflettono questo contesto. Martedì 25 ottobre sono crollate le azioni di Alphabet (Google), il giorno successivo lo stesso destino è toccato a quelle di Meta.

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