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Alla scoperta della Norvegia, la nuova frontiera per le startup

Gli imprenditori, e gli investitori norvegesi, hanno uno spirito avventuriero e cercano sempre nuovi stimoli. Per questo la Norvegia si sta affermando come una nuova Silicon Valley nello scenario mondiale, disposta a mettersi in affari sempre più, oltre che con gli Stati Uniti, con l’Europa. Perfino la compagnia nazionale aerea, Norwegian, dopo aver tagliato nel 2019 le tratte per gli Usa, ha incrementato invece quelle europee, puntando sul rapporto qualità-prezzo. “Stiamo aumentando il nostro portafoglio di rotte in linea con la domanda crescente e continuiamo ad aggiungere più destinazioni per le rotte più popolari”, ha confermato Geir Karlsen, ceo della compagnia.

Oslo, la nuova frontiera delle startup

Che Olso stia diventando anche il regno delle startup lo sa bene anche Maja Adriaensen, fondatrice e ceo di Startup Norway. “Ho trascorso tre mesi a San Francisco, all’università di Berkeley, per un programma di interscambio con la BI Norwegian Business School. È allora che mi è venuta l’idea di fondare la mia azienda. Il suo intento? Creare in Norvegia un team di investitori e di startup superpreparati come lo sono in Silicon Valley. Con la sua azienda, Adriaensen facilita infatti l’incontro tra investitori e startupper, attraverso programmi di training e incontri di networking. “Il prossimo grande evento, chiamato StartUpExtreme, sarà ad aprile 2023″, ricorda.

Un altro punto di riferimento per nuovi imprenditori è StartupLab, come spiega il partner e ceo Einar. “Siamo un incubatore e un accelerator, investiamo nelle startup nella loro prima fase”, precisa. “Abbiamo base a Oslo e a Bergen, il nostro quartier generale è nel campus dell’University of Oslo. Al momento, supportiamo 100 aziende. Ogni anno ci arrivano oltre 600 richieste e ne selezioniamo circa il 10%”. Einar, che ha molta esperienza nel settore, in precedenza ha co-fondato una startup nel campo della musica chiamata Wimp, conosciuta in seguito come Tidal, che fu acquisita da Jay-Z, nel 2015, e poi venduta a Jack Dorsey, il co-fondatore di Twitter e Block.

“Con StartupLab investiamo in tecnologie nell’energia rinnovabile, nell’immobiliare, nella mobility e nel Protech. Per tutte le startup la condizione principale è che abbiano potenziale internazionale. Il nostro modello di business è simile a quello che si trova a San Francisco. Accettiamo anche fondatori e startup straniere, ma il quartier generale deve essere in Norvegia”.

Il vantaggio di venire qui? “In Norvegia gli imprenditori di nuove aziende sono considerati eroi. Inoltre gli impiegati norvegesi, a differenza di quelli della Silicon Valley, che troppo spesso seguono solo l’aumento di salario, sono molto leali e più economici. E, infine, il governo supporta molto l’innovazione”.

Punti di incontro di startup, uomini d’affari e imprenditori sono anche il ristorante Palmen Restaurant, il bar Othilia Lobby Bar e il Grand Cafè, presso il Grand Hotel Oslo, che ospita i premi Nobel per la pace, oltre che i reali britannici e norvegesi e molte celebrity, come Tom Cruise, Michael Douglas, e Lenny Kravitz. “Il nostro proprietario è Christian Ringnes, la cui famiglia fondò nel 1876 il birrificio norvegese Ringnes. È stato un esempio anche per tanti altri nuovi imprenditori locali, oltre che un mecenate delle arti, donando alla città perfino il parco di sculture Ekebergparken Sculpture Park”, spiega Toril Flåskjer, la general manager. Questo parco, per il suo modello filantropico, è stato addirittura considerato uno dei cinque migliori al mondo da The Wall Street Journal.

Bergen, l’accoglienza è un business

Anche la cittadina di Bergen sta diventando meta di imprenditori e artisti. Perfino Banksy ha abitato qui all’inizio della sua carriera, nel 2000. L’imprenditore Marcus Smith Hvidsten stava per aprire una discoteca e voleva arredarla con le sue opere, lasciandolo libero di fare quello che voleva. Alla fine Hvidsten vendette una di queste opere e, col ricavato, aprì il negozio LOT333, chiamandolo col nome del lotto del suo numero d’asta.

“Bergen sta di certo divenendo sempre più la capitale dei new businesses”, sottolinea anche Kjetil Smoras, uno dei maggiori imprenditori della città. “Possiedo cinque dei migliori alberghi nel centro della città, il gruppo www.debergenske.no, oltre a uno di lusso che apriremo a maggio 2023. Presi le redini dell’attività di mio padre a soli 24 anni, che all’epoca si trattava solo di un piccolo hotel. Sono stato in grado di espandermi al livello attuale, perché sapevo che dovevamo crescere se volevamo sopravvivere”.

La sua visione? Rendere edifici storici rilevanti per l’audience di oggi, rinnovandoli e puntando su innovazione, design, benessere e sulla gastronomia d’eccezione. “La mia ispirazione? Il Public Hotel di New York, di Ian Schrager, il creatore dello Studio 54”. Tra i suoi hotel, il Bergen Børs Hotel è di certo il più trendy e redditizio, prediletto da molte star tra cui Johnny Depp, Bob Dylan, Bjork. Nella location gireranno presto anche la serie tv dedicata alla grande dinastia imprenditoriale americana di Succession.

Proprio durante la pandemia l’hotel ha sviluppato un’occasione di business ritrasformandosi in una meta glamour, oltre che in punto d’incontro per meeting di imprenditori e startup. “Abbiamo realizzato il ristorante star Michelin Bare, specializzato in gastronomia scandinava, il bar Handelkammeret, della star del gin locale Stig Bareksten, e aperto a maggio 2022, il nuovo ristorante Frescohallen, un salone unico al mondo nel suo eclettismo, impreziosito dagli affreschi del pittore Axel Revold. E, i nostri prodotti beauty sono dell’imprenditrice Monica, fondatrice del brand Fitjar, dal nome dell’omonima isola da cui proviene… Ha cominciato a produrre saponi da barbiere nella sua cucina e ora li esporta in tutto il mondo”.

La capitale del green ocean farming e del food tech

Inoltre, Bergen è anche la capitale del green ocean farming e del food tech. “Sono un ex veterinario e con un gruppo di ingegneri e specialisti high-tech abbiamo inventato The Egg, un grande uovo che si immerge nell’acqua che ha lo scopo di rivoluzionare l’allevamento del salmone”, svela Cato  Lyngøy, fondatore di Ovum.

Bryton Shang, 30 anni, è invece un giovane imprenditore seriale americano, fondatore e ceo di Aquabyte. Ha deciso di vivere tra San Francisco e Bergen. “Ho fondato la mia impresa cinque anni fa, negli Stati Uniti. Applichiamo il machine learning, l’AI e la computer vision per ottimizzare gli allevamenti ittici di acquacoltura. Abbiamo uffici e siamo attivi a New York, in Scozia e in Cile”.

Shang si è rivolto al prototipo autopilota di Tesla per crearne uno simile per monitorare i salmoni, mentre la prima azienda che ha fondato lo ha ispirato anche in questo nuovo business, perché usa il computer vision per rintracciare il cancro. “A Bergen ho trovato supporto per il mio progetto e hanno creduto subito in me. Qui c’è una forte etica lavorativa, che mi ha spronato ad andare avanti. Per me il futuro dell’alimentazione è proprio nutrire la gente in modo più sostenibile per un mondo migliore e mai come adesso, quando il mondo sta avendo una crisi climatica e finanziaria globale, questo tema è tanto attuale”.

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