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Responsabilità sociale e legame con il territorio: la ricetta delle conserve alimentari D’Amico

Articolo tratto dal numero di dicembre 2022 di Forbes Italia. Abbonati!

Prima che la responsabilità sociale diventasse una parola d’obbligo in ogni documento aziendale che si rispetti; prima che il legame con il territorio fosse un mantra da ripetere a più non posso e sbandierare. D’Amico ha messo le radici nel 1968, fondata dai fratelli Francesco e Mario D’Amico. Oggi è un’azienda specializzata nella produzione di conserve alimentari ed è giunta alla terza generazione. “Dare valore ai nostri collaboratori per noi è fondamentale e la condivisione ci supporta in tutte le altre funzioni dell’impresa. Partire dalle persone è ciò che ci ha resi la realtà solida di oggi, fatta di impegno, passione e dedizione quotidiani, che hanno contribuito al raggiungimento degli obiettivi”, racconta l’amministratore delegato, Sabato D’Amico. “Il legame con la natura si identifica anche nel nostro claim, ‘Il verde che ci unisce’, che sottolinea l’impegno e l’importanza che riponiamo nella selezione e nella cura delle materie prime”.

Due anni difficili

L’impronta familiare ha permesso alla società di avere una maggiore velocità di azione rispetto a realtà molto grandi, che spesso sono costrette a seguire direttive globali e iter più complessi. Una caratteristica che ha permesso di superare al meglio gli ultimi due anni, caratterizzati prima dalla pandemia, poi da una guerra e dalla conseguente crisi energetica. “Abbiamo sentito inevitabilmente le ripercussioni della pandemia, ma anche della guerra, della crisi energetica e della continua variazione dei prezzi”, dice D’Amico. “Considerato il periodo di incertezza, ciò che più ha pesato per noi e che più ci ha scoraggiato è stata l’impossibilità di creare un piano industriale e strategico nel breve e medio periodo”. Il 2023 potrebbe essere l’anno giusto per cambiare rotta e ragionare a lungo termine: “Abbiamo già una lista di priorità, tra cui creare un piano di sviluppo strutturato sul medio-lungo periodo in tema ambientale, di governance, economico e sociale, che rispetti gli obiettivi dell’Agenda 2030. In aggiunta, ci sono la rendicontazione del bilancio sostenibile e un piano di sviluppo e di espansione”.

L’instabilità economica si riflette oggi anche sulle preferenze dei consumatori: se da un lato c’è sempre più attenzione a ciò che mangiamo, dall’altro il modo di alimentarsi delle persone segue mode altalenanti. “Prima della pandemia, per esempio, si era registrato un boom del veganesimo e del biologico. Tuttavia, a prescindere dalle differenze e preferenze, ciò che accomuna tutti è il buon cibo che ci rappresenta come italiani”. Un discorso a parte merita il mondo Horeca, che tra restrizioni e rincari ha accusato il colpo più di altri comparti. Proprio per i player del settore D’Amico ha voluto superare il ruolo di mero fornitore, per avviare progetti di formazione e consulenza. “La nostra Robo Academy ci permette di identificarci come partner e non solo come fornitori dei nostri clienti, coinvolgendo gli operatori del settore su diverse tematiche. Non solo in termini di food cost, ma anche di imprenditorialità”, spiega l’ad.

La sostenibilità

D’Amico ribadisce come l’azienda “abbia mantenuto nel tempo, senza snaturarsi, i suoi valori, come il capitale umano”. Per passare ai fatti e alle azioni concrete, la società ha dato la possibilità ai collaboratori di spostarsi e raggiungere la sede in maniera collettiva, ottimizzando gli orari di ingresso e di uscita. “Questo è un aspetto che ha lati positivi sia in chiave welfare, sia in chiave ambientale, perché riduciamo le emissioni di CO2 contribuendo a inquinare meno l’ambiente. Inoltre, i rifiuti che produciamo hanno tutti una seconda vita, dai fanghi alla materia umida, dal vetro alla banda stagnata”.

Le collaborazioni

La formazione all’interno di D’Amico avviene non solo attraverso i corsi, ma anche da input che arrivano dall’esterno, che portano ad approfondire determinate dinamiche e condividerle in diverse aree. Non mancano collaborazioni con le università e diversi corsi specialistici, sia in tema marketing che in tema finanziario, economico, ingegneristico e agrario, dove sono coinvolti studenti anche in stage curricolari, per formarli direttamente in azienda. La società porta avanti i progetti e gli obiettivi esg anche nel sociale, integrandoli con i piani di assunzione: “Per quanto possibile e a parità di valutazione, agevoliamo l’entrata in azienda del figlio o della figlia di un nostro collaboratore rispetto a un esterno, perché crediamo nella crescita del territorio e del benessere della famiglia, a partire dalla formazione di nuovi talenti per il futuro”.

Un cuore grande

D’Amico è attiva anche nella beneficenza. I prodotti sono donati a mense locali, mentre sono organizzate iniziative per donare il ricavato a onlus. Ne è un esempio la sponsorizzazione di Buonissimi, il cui ricavato è destinato all’ospedale oncologico-pediatrico per sovvenzionare l’acquisto di macchinari specializzati per le cure. Un altro progetto è Vasi d’Autore, giunto alla settima edizione, nato per divulgare la cultura del bello e dell’arte e per sottolineare l’impegno rispetto al tema della sostenibilità. “Ogni anno affidiamo a un artista il compito di personalizzare, secondo la propria arte e il proprio tratto distintivo, il disegno che andrà a realizzare e impreziosire la linea dei Vasi d’Autore, nel maxi-formato da 700 grammi”, spiega D’Amico. “L’esclusività e il valore aggiunto della limited edition sono dati, inoltre, dalla seconda vita dei vasi: una volta gustato il prodotto, possono diventare complementi di arredo e di design”.

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