Articolo di Maurizio Abbati tratto dall’allegato Small Giants del numero di marzo 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
Una startup che vuole rivoluzionare la filiera di produzione di carne bovina in Italia, con l’obiettivo di valorizzare piccole aziende agricole locali, minimizzare l’impatto ambientale e garantire al consumatore la possibilità di acquistare un prodotto di provenienza certa, da bovini allevati al pascolo. Quello di Pascol è un progetto coraggioso, che guarda alle nuove esigenze del mercato. Lanciato nel luglio 2019 partendo dalla Valtellina, oggi coinvolge oltre 100 aziende agricole in dieci diverse regioni e ha migliaia di clienti in tutta Italia, sia privati che business.
L’idea è di Federico Romeri e Nicolò Lenoci, due giovani (inseriti nella Forbes Under 30 Italia 2022) che allora erano appena usciti dall’università, come loro stessi ricordano, ma con una visione ben precisa: creare una filiera scalabile per la produzione e la distribuzione di carne bovina, con una value proposition distintiva rispetto ai player esistenti.
Si comincia da un accordo con un’azienda della Valtellina e, com’è nelle corde di due giovani, il primo canale di distribuzione introdotto è il sito e-commerce, diretto al consumatore finale. Qui inizia la vera avventura, perché in poco tempo l’iniziativa suscita forte attenzione e diversi allevatori, partendo proprio dalla Lombardia, si fanno avanti per stringere una collaborazione.
Oggi la selezione ha raggiunto Piemonte, Emilia, Marche, Trentino, Veneto, Val d’Aosta, Friuli e Toscana. I prodotti Pascol sono stati resi disponibili anche per distributori, ristoranti, macellerie e negozi di alimentari, in particolare in punti di vendita di prossimità. Si è formato un team zootecnico e agronomico a supporto delle aziende e viene esteso un disciplinare che regolamenta l’intera filiera dall’allevamento ai macelli, ai trasporti, fino alla distribuzione dei prodotti, per garantire controllo e trasparenza in tutte le fasi, che prevede, per quello che riguarda i bovini, libertà di pascolare, alimentazione controllata a base erba e fieno (minimo 70%) e integrazione cerealicola no ogm, con nessuna possibilità di ricorso ad antibiotici per cure preventive.
Ma come è arrivata l’intuizione che in questo particolare settore poteva esserci un nuovo spazio di mercato, considerate anche le attuali tendenze ispirate da una alimentazione sempre più sostenibile e attenta all’impatto della filiera di produzione? A spiegarcelo è Federico Romeri, ceo e cofondatore di Pascol.
Le filiere alimentari sono la prima causa di perdita della biodiversità ed è necessario adoperarsi per ristrutturarle. In particolare quella di carne bovina, che ha un impatto negativo sul piano ambientale e del benessere animale; per questo vogliamo creare una filiera scalabile, che possa beneficiare delle economie di scala, ma che al contempo consenta l’allevamento al pascolo e la valorizzazione delle piccole aziende agricole italiane. Riteniamo che non esista una scelta alimentare più sostenibile di altre in assoluto, ma vada legata alla contingenza del territorio in cui si vive e al rispetto della stagionalità. L’85% della carne bovina in Europa viene oggi da allevamenti intensivi e il 50% di quella consumata in Italia arriva da altri paesi. Spesso si fornisce un prodotto standard, senza valutarne gli impatti. Noi abbiamo voluto fare un’innovazione di processo puntando a una produzione decentralizzata che permette di fare allevamento estensivo, attraverso la selezione di aziende integrate con il territorio, dove il pascolo correttamente gestito può creare benefici per il suolo e l’ecosistema. Inoltre si tratta di aziende che da sole non sarebbero in grado di approcciare la grande distribuzione organizzata, mentre in questo modo possiamo proporci anche ai grandi player che operano a livello nazionale, con l’obiettivo di portare sul mercato con volumi industriali un prodotto di qualità, valorizzando le piccole realtà locali.
Il vostro sistema distributivo guarda ai grandi player ma anche ai piccoli consumatori.
Il sistema di vendita prevede da sempre anche l’uso dell’e-commerce, che apre a chi intende acquistare piccole quantità per il consumo personale, ma la nostra distribuzione non è limitata a un singolo canale. La nostra proposta di valore è intrinseca alla qualità del prodotto e alla tipologia di filiera che abbiamo costruito. Vogliamo permettere a più persone possibile di mangiare carne targata Pascol, rendendole consapevoli che la loro scelta di acquisto valorizza un sistema di economia circolare, a vantaggio della filiera produttiva italiana, delle comunità locali e dell’ambiente.
Quali sono i prossimi passi per Pascol?
L’intenzione è quella di proseguire in un processo di aggregazione delle aziende per raggiungere le 200 entro la fine di questo 2023. Puntiamo poi a sviluppare i nostri canali commerciali: ora siamo a 250 punti vendita e vorremmo arrivare a mille entro l’anno. Inoltre abbiamo iniziato a guardare al canale dei prodotti cotti. Stiamo anche facendo una Lca (Life cyclee assessment), ovvero un metodo strutturato e standardizzato a livello internazionale che permette di quantificare i potenziali impatti sull’ambiente e sulla salute umana, per ottimizzare ulteriormente l’impatto ambientale della filiera, educando al contempo al consumo corretto di carne.
Il nuovo aumento di capitale e la certificazione B Corp
Pascol avvia oggi, 10 marzo, la sua seconda campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd per potenziare il canale commerciale, migliorare i processi di filiera, sviluppare ulteriormente la parte di consulenza alle aziende agricole selezionate e veicolare ancora meglio la sua proposta di valore distintiva sul mercato, con l’obbiettivo di raggiungere il breakeven su base mensile entro la fine del 2023. Nel 2021 Pascol aveva già raccolto dal mercato oltre due milioni di euro, di cui 800.000 euro raccolti grazie alla prima campagna su Mamacrowd, principale piattaforma italiana di equity crowdfunding, che ha visto la partecipazione di investitori istituzionali quali ALIcrowd 1 (Azimut) e Reti Televisive Italiane (Mediaset), raggiungendo l’obbiettivo massimo in soli sette giorni.
Con i fondi raccolti Pascol ha rafforzato la sua posizione sul mercato B2B, riuscendo ad entrare come fornitore in oltre 250 punti vendita fisici di alcune delle principali Gdo italiane, oltre che nel mercato Ho.Re.Ca. e normal trade, strutturando partnership con diversi distributori tra cui Deliveristo e Soplaya. Sono state condotte anche importanti campagne di marketing, tra cui un consistente flight televisivo sulle reti Mediaset, una campagna Cinema che ha coinvolto tutte le sale del circuito RAI e la partecipazione come fornitore ufficiale di carne alla dodicesima stagione di Masterchef Italia.
“A quasi 2 anni dalla prima campagna di successo, lanciamo una nuova raccolta con obiettivi ancora più ambiziosi e forti dei risultati raggiunti in questi tre anni di attività in cui abbiamo selezionato oltre 100 aziende agricole in 10 regioni italiane strutturando una supply-chain snella e decentralizzata in grado di portare sul mercato, con volumi industriali, un prodotto di nicchia, raggiungendo migliaia di clienti su tutto il territorio, sia privati che business”, ha spiegato Federico Romeri, founder e ceo di Pascol. “Ci auguriamo che anche questa volta gli investitori credano nel nostro progetto e contribuiscano a rivoluzionare insieme a noi questo settore”
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .