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Google potrebbe essere costretto a vendere parte della sua attività pubblicitaria

Questo articolo è apparso su Forbes.com

L’Unione Europea ha accusato Google di aver violato le leggi antitrust favorendo la propria tecnologia pubblicitaria online a “scapito dei fornitori concorrenti”. È l’ultimo colpo normativo al gigante tecnologico americano.

Fatti principali

  • Un’indagine della Commissione europea ha rilevato che Google sta limitando la concorrenza sfruttando la sua posizione dominante negli strumenti di acquisto di annunci per inserzionisti e di strumenti di pubblicazione di annunci per editori.
  • Una preoccupazione fondamentale riguarda la piattaforma di scambio di annunci di Google, AdX. Secondo la commissione Google otterrebbe un vantaggio competitivo rispetto ai rivali a causa del suo predominio, sia nello spazio di acquisto che di vendita di annunci.
  • Secondo l’autorità di regolamentazione, Google “almeno dal 2014” ha preferito fare offerte con AdX rispetto ai concorrenti durante il processo di asta e questo ha consentito all’exchange di addebitare commissioni più elevate agli acquirenti.
  • I risultati preliminari della commissione suggeriscono che qualsiasi rimedio comportamentale sarebbe inefficace e che il “disinvestimento obbligatorio”, vale a dire vendere una parte della sua attività, potrebbe essere l’unico modo per risolvere i problemi di concorrenza.
  • Il comunicato include un esempio di un potenziale rimedio, che prevede la divisione e la svendita delle filiali di vendita e scambio di annunci di Google, consentendo al contempo di mantenere le unità di acquisto di annunci.

La citazione

In una dichiarazione su Twitter, Margrethe Vestager, vicepresidente esecutivo dell’Ue e responsabile della politica della concorrenza, ha dichiarato: “Google controlla entrambi i lati del mercato adtech: vendita e acquisto. Siamo preoccupati che possa aver abusato del proprio predominio per favorire la propria piattaforma AdX. Se confermato, questo è illegale”.

Sullo sfondo

Negli ultimi anni, Google ha dovuto affrontare un intenso controllo normativo da parte dei funzionari dell’Ue per problemi di antitrust che hanno portato la società a pagare miliardi di dollari di multe. A parte la sua attività pubblicitaria online, l’Ue ha anche esaminato il dominio di Google nel settore mobile con Android. Anche altre importanti società tecnologiche statunitensi, tra cui Apple, Meta e Amazon, hanno dovuto affrontare il controllo normativo dell’Ue, ma non aveva ancora costretto alcuna azienda a vendere una parte della propria attività.

Le questioni antitrust di Google non si limitano all’Europa poiché la società è stata citata in giudizio dal Dipartimento di Giustizia americano e da un gruppo di otto stati per presunto abuso del suo monopolio nella pubblicità online e soffocamento della concorrenza attraverso acquisizioni.

La replica di Google

Google ha replicato con una dichiarazione da parte di Dan Taylor, VP Global Ads, Google. “I nostri strumenti di tecnologia pubblicitaria aiutano i siti web e le app a finanziare i propri contenuti e consentono alle aziende di tutte le dimensioni di raggiungere in modo efficace nuovi clienti. Ci impegniamo a creare valore per i nostri partner in un settore altamente competitivo come questo – che si tratti di inserzionisti oppure dei publisher che ospitano pubblicità sui propri siti e app. L’indagine si concentra su un aspetto ristretto della nostra attività pubblicitaria, e non si tratta di una novità. Non condividiamo il punto di vista della Commissione Europea e risponderemo di conseguenza”.

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