Diversità, equità e inclusione (Dei) sono paradigmi che stanno modificando profondamente il mondo del lavoro. L’atteggiamento delle aziende nei confronti di questi temi è diventato ormai fondamentale per trattenere i propri talenti e attrarne di nuovi.
Uno studio dell’Adp Research Institute (“People at Work 2022”) ha rilevato che il 75% dei dipendenti italiani prenderebbe in considerazione la possibilità di cercare una nuova occupazione se scoprisse l’esistenza di un divario retributivo di genere o l’assenza di una politica di diversità e inclusione nell’azienda.
Secondo l’ultima edizione del report (Workforce View – People at Work 2023), solo il 27% dei lavoratori italiani pensa che la propria azienda sia migliorata nelle politiche Dei rispetto a 3 anni fa. Un risultato che pone l’Italia all’ultimo posto tra gli 8 paesi europei valutati nello studio.
L’importanza di un linguaggio inclusivo
Dimostrare rispetto per gli altri imparando a usare un linguaggio inclusivo, evitando una terminologia offensiva, è uno dei modi migliori per vivere il valore dell’inclusività sul luogo di lavoro.
Un caso emblematico è quello della multinazionale Adp, che ha sensibilizzato i suoi 58mila dipendenti condividendo una guida a uso interno per rendere più inclusivo il linguaggio in azienda.
Le indicazioni suggeriscono un linguaggio consapevole del significato culturale, inclusivo rispetto al genere e a supporto della comunità LGBTQ+, evitando di usare una terminologia basata sul colore della pelle.
Sono molti i termini tecnologici e commerciali che fanno riferimento al colore della pelle, attribuendo un significato positivo al bianco o ai colori chiari e un significato negativo al nero o ai colori scuri.
Dalle frasi che sminuiscono le tradizioni culturali a quelle che enfatizzano la provenienza geografica
Occorre usare il nome del colore solo quando ci si riferisci al colore effettivo. Invece di usare le parole blacklist o whitelist, ad esempio, si suggerisce di utilizzare elenco non autorizzato o elenco autorizzato.
Ancora oggi la blacklist è un elenco di voci bloccate o non consentite, mentre una whitelist è un elenco di voci consentite o preferite. Il gergo aziendale include molte frasi di uso comune che sminuiscono le tradizioni culturali. Tra queste la parola desaparecidos (scomparsi), con il quale viene indicare qualcuno che non riusciamo a trovare.
L’espressione si riferisce alle persone che furono arrestate per motivi politici o accusate di avere compiuto attività anti governative dalla polizia dei regimi militari argentino, cileno e di altri paesi dell’America latina, delle quali si persero in seguito le tracce.
Così come l’utilizzo di espressioni che enfatizzano con connotazione negativa o stereotipata la provenienza geografica, come meridionale o provinciale, che potrebbero essere sostituite da un linguaggio alternativo per esprimere cosa si vuole intendere.
L’utilizzo di una terminologia neutra
La comprensione del genere e dell’orientamento sessuale si è evoluta nel corso della storia. In questo senso è importante evitare termini che sottintendano ironia in accezione negativa nei confronti dei relativi destinatari (ad es. dire a una persona sei una femminuccia, sei un maschiaccio).
Ma non solo. Invece di usare espressioni legate al genere per indicare caratteristiche o azioni altrui (come ad esempio avere gli attributi) sarebbe importante sostituirle con una terminologia neutra che spieghi allo stesso modo cosa intendiamo (ad esempio persona che dimostra determinazione).
Infine, definire le caratteristiche o il comportamento di una persona utilizzando espressioni legate a stereotipi di genere non è considerato inclusivo e può sottintendere una disparità tra i generi e alimentare una cultura patriarcale ormai superata.
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