Francesco Persichella
Cultura

La strada come atelier: Francesco, l’artista under 30 italiano che ha conquistato anche la Nba

La realtà urbana e le sue imperfezioni lo attraggono più di qualsiasi altra cosa. Quindi il barese Francesco Persichella si è specializzato in una professione che potesse rappresentarla attraverso l’arte. Oggi è un architetto e visual artist, tra i più apprezzati dagli amanti della street art. La sua carriera si è sviluppata a Roma, dove, dal 2011, si è fatto conoscere per aver realizzato numerosi interventi nella città, all’interno di musei e non solo, come i murales dedicati ad Alberto Sordi e Carlo Verdone, quello per il campione olimpico Massimiliano Rosolino e molti altri. 

Francesco racconta di essere stato creativo sin da bambino. “Costruivo case con i Lego in continuazione, il mio sogno era diventare un grande architetto. Crescendo mi sono appassionato sempre di più al disegno e ho sperimentato la pittura alle scuole medie, per poi approdare ai primi graffiti e murales durante il liceo”. Si è iscritto, quindi, alla facoltà di Architettura di Roma Tre, e intanto ha iniziato a dipingere per strada. Se infatti da un lato ha ottenuto l’abilitazione alla professione di architetto, pianificatore, paesaggista e conservatore, dall’altro la sua passione per l’arte di strada non si è spenta, tanto da spingerlo a occuparsene a tempo pieno.

Francesco Perischella e l’America

Conclusi gli studi, ha avviato un business in proprio: “Dopo qualche esperienza lavorativa più o meno fortunata ho deciso di lasciare tutto, ho aperto la partita Iva e mi sono dato un anno di tempo per realizzare qualcosa di concreto”. All’inizio non è stato facile: “Ho sperimentato anche la paura del fallimento o del lavoro autonomo, che molto spesso è instabile e ha grandi momenti di stallo”. Ma le soddisfazioni non hanno tardato ad arrivare. Nel 2020 ha realizzato un tributo alla leggenda del basket Kobe Bryant, molto apprezzato oltreoceano, con il quale è apparso su numerosi media internazionali. Poi le prime collaborazioni. 

“Sono molto fiero del mio primo progetto con Red Bull nel 2021: il disegno pavimentale di un campo da basket per circa 800 mq a Roma, nel quartiere San Lorenzo, utilizzato per le finali italiana e mondiale del Red Bull Half Court”. Un lavoro realizzato in pochissimo tempo, e il primo vero progetto a scala urbana. L’opera ha catturato anche l’attenzione dell’Nba, che lo ha selezionato per celebrare i suoi 75 anni. Francesco era l’unico artista italiano. 

Lo stile di Persichella è un mix tra cubismo e futurismo, proiettato nel contemporaneo, nella strada. Una realtà, quella urbana, che può essere a volte molto cruda, inevitabilmente autentica.

Il giudizio della strada

“Il bello di creare arte nelle città è proprio questo. Sei sottoposto al giudizio di tutti, nessuno escluso. Tutti possono godere del tuo lavoro senza pagare un biglietto e allo stesso modo puoi lasciare un messaggio impresso sui muri. E questa è anche una grande responsabilità. Spesso nella periferia incontri le storie più strane, creative, genuine. Riesci a rapportarti meglio con il mondo circostante e a raccontarlo”.

Nel 2022 Francesco ha realizzato il murales sostenibile più lungo d’Italia, oltre 100 metri dipinti all’outlet Valmontone. “Sostenibile perché realizzato con vernici cattura-smog, che si attivano con la luce e, comportandosi come naturali depuratori, eliminano dall’aria gli agenti inquinanti”, spiega. I social sono poi fondamentali per il lavoro di Francesco e gli hanno permesso di collaborare con realtà internazionali come Foot Locker e World Skate Tour. 

“Nel mio lavoro fanno una grande differenza, specialmente in termini di promozione. È un mondo parallelo rispetto a quello reale, dove i miei lavori vivono due volte: la prima per strada, la seconda sul web, dove chiunque, con il proprio smartphone, può apprezzarli”. E in futuro? “Voglio portare la mia arte in giro per il mondo. E aprire un mio atelier a Roma dove esporre le mie opere. Spero di poter concretizzare questo progetto entro la fine dell’anno”.

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