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Spotify tradurrà i podcast in altre lingue utilizzando l’intelligenza artificiale

Questo articolo è apparso su Forbes.com

Spotify inizierà a utilizzare l’intelligenza artificiale per tradurre i podcast in altre lingue. La società lo ha annunciato lunedì nell’ambito di una partnership con OpenAI. Spotify è così l’ultima a utilizzare l’intelligenza artificiale generativa per i suoi prodotti.

Fatti chiave

  • Spotify ha annunciato lunedì che rilascerà un progetto pilota per la sua funzione “Traduzione vocale”, che tradurrà i podcast in altre lingue che corrisponderanno alla voce e allo stile originale di chi parla.
  • La funzionalità è stata creata in collaborazione con OpenAI, che ha annunciato lunedì il rilascio di nuove “funzioni di voce e immagini” per ChatGPT, consentendo agli utenti di parlare con il chatbot AI con un “audio simile a quello umano, generato solo da testo e pochi secondi di campione”.
  • La nuova funzionalità di Spotify si basa sullo strumento di trascrizione vocale Whisper di OpenAI, che trascrive il parlato inglese e traduce altre lingue in inglese.
  • Il progetto pilota include tre episodi di podcast, tra cui Lex Fridman Podcast, Armchair Expert e The Diary of a ceo with Steven Bartlett, disponibili in spagnolo sia per gli utenti iscritti sia per quelli non iscritti, con episodi disponibili in francese e tedesco “nei prossimi giorni e settimane. “
  • Tutti i podcast tradotti saranno disponibili nel “Voice Translations Hub” di Spotify, che verrà aggiornato con episodi e podcast aggiuntivi “nelle prossime settimane e mesi”.

In cifre

100 milioni. Questo è il numero di utenti che ascoltano “regolarmente” i podcast su Spotify, secondo l’azienda.

Background

Negli ultimi mesi altre aziende hanno iniziato a utilizzare l’intelligenza artificiale generativa per i propri prodotti. Meta ha annunciato all’inizio di quest’anno che avrebbe rilasciato AudioCraft, uno strumento che consentirà agli utenti di creare musica e suoni generati dall’intelligenza artificiale.

Il Financial Times ha riferito ad agosto che Google e Universal Music Group stavano discutendo se concedere in licenza le melodie e le voci degli artisti per la musica generata dall’intelligenza artificiale. Google ha anche annunciato all’inizio di questo mese di aver integrato il suo chatbot AI Bard nelle sue altre applicazioni, tra cui YouTube, Gmail e Drive.

Tra le preoccupazioni sulla privacy e sulla sicurezza, OpenAI ha affermato che sta gradualmente rilasciando le sue funzionalità di immagine e voce per ChatGPT, dopo che la società ha avvertito che le nuove funzionalità potrebbero presentare nuovi rischi, tra cui “la possibilità che attori malintenzionati possano impersonare personaggi pubblici o commettere frodi”.

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