Cultura

“Vogliamo avvicinare i giovani alla scienza”: così Fabiola Gianotti, direttrice del Cern

È una Fabiola Gianotti molto emozionata quella che incontriamo al Cern di Ginevra per l’inaugurazione dello Science Gateway, grande centro di divulgazione progettato dall’architetto Renzo Piano, dedicato all’educazione scientifica.

“Conoscere l’universo ci aiuta ad abbattere le barriere della conoscenza”, ha detto durante la conferenza stampa la direttrice del Cern. “Con questo progetto vogliamo creare un ‘ponte’ tra il settore pubblico, i giovani e chiunque voglia avvicinarsi alla scienza”.

Science Gateway: come si presenta la struttura

    Science Gateway
    Science Gateway
    Science Gateway

Gli elementi architettonici della struttura, che ha richiesto un investimento complessivo di circa 100 milioni di franchi svizzeri, sono ispirati agli edifici tecnici e ai tunnel sotterranei del Cern come quello dove è situato il Large Hadron Collider, il più grande acceleratore di particelle al mondo. Cinque aree diverse, che ospitano mostre interattive, laboratori immersivi, un grande auditorium capace di ospitare fino a 900 persone, un negozio e un ristorante.

Le aree sono collegate da un ponte, concepito come una strada elevata a 6 metri di altezza che attraversa la Route de Meyrin dalla Svizzera alla Francia. A colpire è la vastità della struttura: 4mila metri quadrati di pannelli solari flottanti sono situati sopra gli edifici e una ‘foresta’ con 400 alberi collega gli edifici esistenti.

Il ruolo centrale delle donazioni per il nuovo portale della scienza

A prendere la parola nel corso della conferenza stampa è stato anche John Elkann, che tramite Stellantis ha investito 45 milioni di franchi svizzeri: “Quando Sergio Marchionne ci ha lasciati, ormai 5 anni fa, abbiamo iniziato a pensare a un modo per ricordarlo che rispecchiasse i suoi valori”, ha detto il ceo di Exor, presidente di Stellantis e Ferrari. “Chi l’ha conosciuto ricorda bene il suo amore per la fisica, la sua curiosità, il suo costante desiderio di imparare e approfondire”. All’ex manager di Fiat Chrysler Automobiles, inoltre, è stato intitolato l’auditorium da 900 posti nel nuovo centro per l’educazione scientifica. Fondation Hans Wilsdorf, Lego, Rolex, Solvay sono solo alcuni degli altri donatori che hanno preso parte al progetto.

“Back to the Big Bang”: uno spazio per conoscere i segreti dell’universo

All’interno di “Back to the Big Bang”, uno spazio permanente di 200mq, i visitatori possono inoltre ripercorrere cronologicamente tutte le diverse epoche e le trasformazioni che l’universo ha conosciuto, imparando attraverso esperimenti pratici. Una timeline tattile, poi, illustra l’evoluzione e un’area contemplativa in cui elementi e fenomeni del cielo notturno possono essere osservati direttamente con telescopi e altri strumenti. Il complesso, aperto gratuitamente, per sei giorni alla settimana si prepara ad accogliere tra i 300 e i 500mila visitatori all’anno.

All’interno ci sarà spazio per esperimenti di fisica per studenti dalle scuole elementari alle superiori, tour interattivi, esplorazione delle principali tecnologie sviluppate dal Cern, e molto altro. L’obiettivo è chiaro: avvicinare la nuova generazione alla scienza, e incoraggiare la scelta delle materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica).

Ad aver sostenuto la realizzazione dello spazio “Back to the Big Bang” spicca il nome della Carla Fendi Foundation, fondata nel 2007 da Carla Fendi per promuovere la creatività e preservare l’arte e la cultura. Nel 2017 Maria Teresa Venturini Fendi ne è diventata presidente, e da allora ha ampliato il raggio d’azione della fondazione, che ha recentemente celebrato il suo 15° anniversario, verso la scienza.

    Fabiola Gianotti e Maria Teresa Venturini Fendi
    Fabiola Gianotti, direttrice del Cern

Abbiamo chiesto a Maria Teresa Venturini Fendi di racontare i nuovi progetti della fondazione, istituita nel 2007 da Carla Fendi.

Quando ha sentito parlare la prima volta dello Science Gateway?

E’ stato nel 2018 da Fabiola Gianotti, che insieme ai premi Nobel, Peter Higgs e Francois Englert, (i fisici che teorizzarono la scoperta del bosone di Higgs, comunemente denominato la “particella di Dio”) venne a ritirare il Premio Carla Fendi STEM, contributo finanziario a sostegno di programmi di ricerca assegnato annualmente dalla Fondazione a personaggi di spicco del settore.

In quel periodo, durante il quale mi sono recata più volte a Ginevra, venni a sapere del suo desiderio di istituire un grande centro di divulgazione della scienza. Me lo descrisse con un tale entusiasmo da farmi subito desiderare di coinvolgere la Fondazione in questo progetto, allora ancora sulla carta. 

Sotto la sua presidenza, nella Fondazione c’è stata una svolta in direzione della scienza. Cosa l’ha portata a questa visione?  

Ritengo che la scienza abbia una componente di intuizione creativa su una base razionale. La scienza come intuizione creativa è più potente dell’arte stessa, nel suo costante interrogarsi e far luce sui grandi misteri della vita.

Oggi si parla molto di intelligenza artificiale come strumento per semplificare la vita dell’uomo. Lei che opinione ha sui recenti progressi?

L’ intelligenza artificiale mi affascina. Lo stesso uso di Internet è un’invenzione meravigliosa, una democrazia del sapere. La robotica, in questo senso, potrà aiutarci nelle molte sfide, anche ambientali, del mondo che verrà.

Sappiamo dal passato che alle grandi scoperte segue spesso lo scetticismo e che qualsiasi cosa, se usata senza equilibrio, può diventare negativa. L’evoluzione dell’AI non si fermerà, anzi sta accelerando la sua corsa tra i dati che utilizziamo e quelli che riusciamo a comprendere, suscitando domande.

In che modo secondo lei si possono incoraggiare in Italia le nuove generazioni a scegliere i settori STEM? 

 La nostra storia e le nostre radici ci hanno sempre portato verso il mondo dell’arte e della cultura umanistica, ed è stato un bene  perché  abbiamo coltivato, difeso e valorizzato il nostro grande patrimonio.  Dobbiamo far capire però che la bellezza non è solo arte. Anche la scienza è bellezza. Portare i giovani ad appassionarsi del pensiero scientifico, della ricerca, della tecnologia, sarebbe un passo importante.

Le nuove generazioni di scienziati sono necessarie non solo per colmare una grande carenza che tutto il mondo scientifico avverte, ma anche per ridurre lo sviluppo di una nuova forma di analfabetismo, quello tecnologico e scientifico, a cui rischiamo altrimenti di andare incontro.

Quest’anno la Fondazione Carla Fendi festeggia 15 anni di collaborazione con il Festival dei Due Mondi di Spoleto. Un bilancio sui traguardi raggiunti?

In questa lunga  collaborazione abbiamo contribuito al cartellone della manifestazione nei vari anni con progetti  che hanno coinvolto personaggi di rilievo nei vari settori: il  maestro Riccardo Muti, il premio Oscar Piero Tosi, Paolo Sorrentino. E con il nuovo percorso scientifico anche Peter Higgs e François Englert, Fabiola Gianotti, il guru della Silicon Valley Jaron Lanier, le scienziate della robotica Cecilia Laschi e Barbara Mazzolai,l’astrofisica Marica Branchesi. 

Penso che nel suo impegno di puro mecenatismo la Carla Fendi Foundation continui a dare un contributo importante al Festival e lo abbia dato anche alla città di Spoleto e al suo patrimonio artistico avendo sostenuto, con una  significativa collaborazione tra istituzioni pubbliche e privati, l’importante  restauro del Teatro Caio Melisso, vero gioiello storico del ‘600, che ha acquisito quindi anche il nome Spazio Carla Fendi.

Le parole di Renzo Piano: “Ho costruito un ponte per la nuova generazione”

    Science Gateway
    Science Gateway

“Aver progettato questo spazio è stata una sfida unica, nulla a che vedere con i precedenti progetti di natura culturale dei quali mi sono occupato”, ha detto l’architetto genovese. “Scienza e arte sono due ambiti diversi, ma se c’è una cosa che li accomuna è la brama di conoscenza. Questo è un luogo pensato per le persone: io amo progettare luoghi su misura delle persone e amo costruire ‘ponti’ come questo. Lo Science Gateway servirà alla nuova generazione per comprendere meglio la fragilità di questo Pianeta”.

Cosa rappresenta il Cern oggi

Il Centro Europeo per la Ricerca Nucleare è un laboratorio per lo studio della fisica delle particelle, uno dei più grandi centri di ricerca scientifica al mondo. Nato nel 1954 su iniziativa di alcuni europei visionari, tra cui l’italiano Edoardo Amaldi, dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale, è stato istituito per favorire non solo lo sviluppo delle conoscenze scientifiche ma anche la rinascita sociale e culturale dell’Europa.

Oggi Il Cern offre una gamma unica di strutture per l’accelerazione di particelle che consentono la ricerca più avanzata in modo ecologico per studiare i più piccoli costituenti della materia: le particelle elementari che costituiscono tutto ciò che vediamo nell’universo. Per esplorare i misteri dell’universo, il Cern spinge i confini della tecnologia e forma nuove generazioni di fisici, ingegneri e tecnici, coinvolgendo tutti nella ricerca e nel valore della scienza.

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